spicy
Mondadori
19 luglio 2022
cartaceo, ebook
528
Achille ha abbandonato la sua gente, i mirmidoni, per vivere da donna con le kallai, le belle transgender della Gran Madre Afrodite. Quando Odisseo viene a prendere “il principe Achille” per la guerra contro gli ittiti, lei è pronta a morire pur di non combattere come un uomo.
Ma sua madre Atena, la Silente, la salva, donandole quello che ha sempre desiderato: un corpo femminile. Le promette anche gloria, potere, piacere, vittoria e, soprattutto, un figlio nato dalle sue carni. Così, insieme all’amato cugino Patroclo e a sua moglie, la maga Meryapi, Achille parte per la guerra in cerca di vendetta.
“Cantami, o diva” è un romanzo uscito quest’anno che rappresenta un retelling, quanto mai bizzarro, dell’Iliade di Omero. In questo libro, infatti, Achille non è il solito guerriero mascolino, bensì una figura transgender che si è nascosta a Sciro, sotto il falso nome di Pirra, per sfuggire alla guerra che, come è ben noto, causerà la sua morte.
A Sciro, Pirra/Achille si innamora di Deidamia. Anche lei è transgender e principessa delle Kallai, uomini trasformatisi in donne grazie alle numerose erbe magiche e ai medicamenti presenti nell’isola.
“Ma la nostra guerra è senza speranza se non riusciamo a trovare il figlio della Silente, Achille, figlio di Peleo e Atena, la cui lancia soltanto può trafiggere Alaksandru e spezzare l’incantesimo che grava su Elena”
Un giorno, però, arriva su una nave Ulisse. Egli spiega di dover trovare assolutamente Achille poiché la regina Elena, moglie di Menelao, è stata rapita dal principe Ittita Alaksandru e fatta prigioniera. Ciò ha scatenato la guerra più importante della storia. E solo un guerriero valoroso come il Pelìde Achille può vincere tutte le battaglie e riportare Elena al suo consorte.
“Quella era Elena: alta, nuda, ben formata, con un corpo abbondante e curvilineo, con la pelle di un colore fulvo, i capelli di lino, gloriosa in un giardino segreto del palazzo dove si supponeva fosse prigioniera, con un’aquila sul braccio disteso. Come in risposta a un qualche segnale invisibile, la donna dorata si lasciò cadere rumorosamente all’indietro nello specchio d’acqua, mentre l’aquila planava di nuovo verso il cielo”
Pirra non accoglie di buon grado la notizia e cerca di nascondersi almeno finché sua madre, la dea Atena, detta la Silente, non interverrà. Per convincerla a partire con Ulisse non la trasformerà totalmente in una donna vera e propria, ma sempre pronta a combattere per il bene del suo popolo.
“Cantami, o diva” è veramente un romanzo strano. L’idea di trasformare Achille in un personaggio transgender è sicuramente molto originale ed inclusiva. Maya Deane ha fatto un passo in più ed è incappata in un grosso errore: rendere la narrazione dell’Iliade qualcosa di altamente erotico e, a tratti, quasi pornografico.
Non si contano, infatti, le scene di sesso esplicito (compresa un folle menage à trois tra Agamennone, Briseide e Achille); e questo ha sicuramente inficiato la bontà dell’opera o, almeno, a mio avviso, ha reso la lettura molto disturbante.
Lo stile, però, è la grande forza del libro. Misurato, poetico, fantasioso e molto, molto curato, con un’ottima traduzione che rende la lettura piacevole almeno nelle parti più storiche oppure più sentimentali.
“Avevi ragione” disse Damia, pettinando all’indietro i riccioli ramati di Achille, sgombrandole la fronte e chinandosi a stringerla più vicina a sé. Achille rise assonnata, socchiudendo i suoi occhi da gatta e sbadigliando: “Su che cosa avevo ragione?”. “Le cose migliori nella vita sono i sogni”. Si sedettero lì insieme per un lungo momento, respirando l’odore dei loro capelli, la brezza salata e la sabbia; mentre la luna splendeva con le sue corna su di loro, e una civetta bubbolava, e gli antichi occhi nel cielo stellato rilucevano teneramente”
Non aspettatevi ovviamente di ripercorrere la storia mitica dell’Iliade. All’interno di “Cantami, o diva” è, più o meno, tutto una licenza poetica.
Da studiosa dei grandi classici, ovviamente, questo romanzo mi appare come un’eresia. Trasformare Achille in un transessuale e, poi, in una vera e propria donna capace di partorire un figlio è qualcosa di assolutamente “offensivo” nei confronti di Omero e della leggenda a cui siamo abituati. Tuttavia, offre sicuramente uno sguardo diverso, più inclusivo e al passo con i nostri tempi, all’opera, cosa che, secondo me, è molto importante e dà valore al tutto.
Nel complesso, questo retelling dell’Iliade è un buon prodotto da consigliare, ,a solamente agli amanti dei contenuti molto spicy e che non storcano troppo il naso nei confronti delle rivisitazioni delle opere considerate quasi “sacre”.
Nella vita mi occupo di Digital ma la passione per i libri mi accompagna fin da bambina. Prediligo i romanzi introspettivi che fanno pensare e strappano qualche lacrima ma non leggo mai romanzi d’amore: l’amore deve essere vissuto.