Saggio
Effequ
24 novembre 2021
Cartaceo
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Dal primo sangue alla vecchiaia, il corpo femminile diventa oggetto di discussione, contese, critiche e giudizi. Non soltanto dai media: la
stessa società dispone criteri specifici, e talvolta contraddittori. Devi essere forte, ma delicata. Devi essere bella, ma naturale. Devi essere assertiva, ma accondiscendente. Esiste una maniera di venirne fuori, di non rendere tutto questo una forma di schiavitù? Attraverso un’accurata, appassionata eppure semplice analisi critica delle convenzioni e imposizioni su ciascuna parte del corpo femminile, Carolina Capria (L’ha scritto una femmina), che da lungo tempo indaga questo tema in chiave ‘pop’, si risponde che la via d’uscita sta nel vedersi
per intero, e non dover essere, ma volerlo.
“Il corpo che abitiamo coi nostri tempi e i nostri modi può diventare nostro” – Campo di battaglia
Il Campo di battaglia è il corpo femminile, da sempre oggetto di critiche e di discussioni. Mai perfetto, sempre troppo o troppo poco, in qualsiasi luogo del pianeta e in qualsiasi epoca storica.
Quel campo su cui combattiamo tutte le nostre guerre contro noi stesse. Contro le rughe sui nostri volti, contro le nostre cosce mai veramente sode, contro quei primi candidi fili che vengono a sporcare le nostre chiome segnando la fine della giovinezza.
E quindi la fine del nostro valore.
Perché una donna vale solo se giovane, bella, ancor meglio se pacata e gentile, possibilmente immacolata, remissiva, e quanto mai naturale. Naturale ma curata, non sia mai che vada in giro mostrandosi per quello che è, accettando il passare del tempo. Perché l’uomo invecchiando diventa come un vino buono e mostra al mondo tutto l’acume e la saggezza maturata nei lunghi anni di vita. Ma la donna no, lei invecchiando accumula solo trasandatezza.
D’altronde, pensiamoci bene, quanti modelli di vecchi saggi ci sono stati proposti dalla letteratura, dal cinema, dalla televisione? Tanti, è vero? E quanti modelli di vecchie sagge vi vengono in mente invece?
Il punto è proprio questo, è stato fatto credere alle donne che il loro unico valore fosse racchiuso in due elementi chiave: un bel corpo giovane da un lato e la verginità dall’altro.
Mentre il valore di un uomo risiede nelle sue abilità e nel suo carattere, quello di una donna è strettamente legato al suo corpo e a ciò che decide di farne.
Il problema è che qualsiasi scelta compia di fare col suo corpo, la donna sarà sempre malgiudicata.
Verrà criticata che decida di sfoggiare una chioma canuta o che si tinga i capelli dei colori più strani. Che si trucchi pesantemente o che vada in giro col volto fresco dopo una passata di acqua e sapone. Che mostri i suoi anni, i suoi chili e le sue forme per quelli che sono o che si affidi alle magie della medicina estetica.
Non c’è via di scampo.
Ed ecco che siamo tutte lì, in un modo o nell’altro, a combattere sul nostro campo di battaglia. A strizzare i cuscinetti sulle gambe, a far scorrere le nostre dita indagatrici alla ricerca dei capelli bianchi, a spendere tanti, tantissimi soldi alla ricerca del prodotto o del trattamento estetico perfetto.
Quello che ci farà restare sempre giovani, che ci renderà sempre più magre, che farà andar via la cellulite, le rughe, le macchie, le smagliature.
Il business milionario dell’industria della dieta e della bellezza si fonda sulle nostre insicurezze. È alimentato dalla continua lotta al raggiungimento di canoni di bellezza inarrivabili, che mutano come la marea.
Ha senso inseguirli? No. Così come non ha senso questo eterno conflitto contro i nostri corpi. Ma perché lo facciamo allora?
Non ho la risposta a questa domanda. Anzi, forse ce l’ho, ma non sarei tanto brava da veicolarla. Per questo vi consiglio di leggere “Campo di battaglia”, in cui Carolina Capria approfondisce molte delle tematiche da me qui solamente accennate.
Il saggio è molto scorrevole pur essendo ricco di riferimenti bibliografici. Ha un taglio decisamente divulgativo, non è quindi necessario essere esperte o esperti di femminismo per approcciarvisi. Ma può essere un buon inizio per avvicinarsi a questo tema.
È un libro che va via velocemente, pagina dopo pagina, ma che richiede spesso una pausa per riflettere. Spero che lo leggiate e che vi apra la mente come ha aperto la mia su certi aspetti.
Possiamo ancora riappropriarci del nostro corpo. Come scrive l’autrice:
“Un passo alla volta, possiamo iniziare a guardarlo con i nostri occhi e non attraverso quelli della società, e riappropriarci così della sua forza”.
Buona lettura,
Arianna
L’autrice di “Campo di battaglia”
Carolina Capria vive a Milano, dove ha iniziato la propria carriera da autrice per la TV, è stata ideatrice e sceneggiatrice di episodi per serie Piloti e per Camera Café. È autrice di libri per ragazzi, tra cui 4 amici online! (Piemme 2011), Quasi fratelli (Mondadori, 2013), La circonferenza di una nuvola (Harper Collins 2019). Insieme a Mariella Martucci è autrice di numerose opere tra cui le serie La Banda delle Polpette (Mondadori 2012-2013), Jo Corallina (Mondadori 2014), e Berry Bees, (Fabbri editori 2018, da cui è tratta la serie animata di Rai Gulp, 2019). È autrice e ideatrice della notissima pagina Instagram L’ha scritto una femmina, con cui promuove la letteratura femminile e abbatte pregiudizi e discriminazioni di genere.