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Self-publishing
17 giugno 2023
cartaceo, ebook
384
Maybe Love l’ha promesso: prima o poi riuscirà a fare della sua espressione artistica il suo vero mestiere. Ma vivere facendo la Drag Queen è tutt’altro che semplice, soprattutto quando la responsabilità della famiglia pesa tutta sulle tue spalle.
Matteo lavora come assistente di un uomo affascinante e intrattabile. Il suo capo pretende molto, forse troppo, tanto da spingerlo più volte a tentare di licenziarsi. Ma lui non può fare a meno di Matteo, e Matteo ha un buon motivo per restare: è segretamente innamorato del suo capo, da… sempre!
Max ne deve prendere atto: non è mai stato innamorato. Con la sua ultima fidanzata le cose sembravano andare alla grande ma, appena ha sentito parlare di matrimonio, è scappato pure da lei. Oltre alla sua coscienza, anche l’azienda di famiglia sembra arrancare, soprattutto dopo che la sua ex ha deciso di vendicarsi portandogli via i clienti più facoltosi. È disposto a tutto per salvare il suo lavoro, ma chi si occuperà del suo cuore?
Le vite di Maybe Love, Matteo e Max si intrecceranno su piani inaspettati, prendendosi gioco delle loro emozioni. Il loro incontro causerà palpitazioni, colmerà vuoti, metterà tutto in discussione, fino a trasformarsi in passione, in balsamo per le reciproche ferite.
L’amore, a volte, è proprio dove non penseresti mai di trovarlo.
Dalla Prefazione a cura di Valerio Bellini e Ava Hangar
Lea Landucci sarà anche una pazza ma è senza ombra di dubbio una persona che riconosce e rispetta al 100% la dignità delle identità di cui scrive. E per arrivarci ha fatto una cosa semplicissima: si è messa in ascolto. Ha posto delle domande, ha rielaborato le risposte, ha interagito e vissuto gli stessi spazi di chi fa arte Drag, fino a calcarne insieme lo stesso palco.
Ecco, noi non sappiamo se questa storia vi piacerà o meno, ognuno ha i suoi gusti, ma sicuramente qui non troverete quella narrazione stereotipizzata tipica di chi scrive senza conoscere.
Lea conosce, ha chiesto aiuto e quello che leggerete ne è il risultato.
“Call me Maybe” di Lea Landucci è un romanzo completamente diverso dagli altri lavori di questa autrice.
È un libro “coraggioso” e soprattutto molto “educativo”.
Una “finestra” sugli spettacoli Drag, sulla filosofia Queer, che permette una visione chiara e non deviata di questa tipologia di arte, concedendo al lettore di ampliare le proprie vedute e di avere una infarinatura di questo mondo, sconosciuto ai più.
Possiamo definire questo lavoro un punto a favore contro gli stereotipi che circondano la comunità LGBTQIA+.
«Anche io, tesoro. Ma non sei sola, hai la tua splendida mamma speciale», le ricordo. «Non è la stessa cosa, lei mi insegna a vivere, ma i sogni? Quelli chi mi aiuterà a curarli?»
Spero che vorrete provare a capire di più di questo mondo attraverso la lettura di “Call me Maybe”, senza alcun pregiudizio e con la mente libera da luoghi comuni di una mentalità chiusa e poco incline alla diversità.
«Lotta per quello che desideri, anche se pensi di non avere speranza. I rimpianti sono duri da digerire, soprattutto quando ti accorgi di non avere più il tempo di trasformarli in rimorsi.»
Lo stile di Lea Landucci è come sempre scorrevole, fresco, mai noioso.
Riesce a trasmettere allegria, commozione e una miriade di sentimenti, spesso in un solo paragrafo.
È bravissima nella descrizione dei luoghi, dei personaggi e nei dialoghi, regalandoci pagine di piacere senza lasciare nulla in sospeso, creando un perfetto equilibrio tra comicità, attimi tragici e inaspettate rivelazioni.
Ho letteralmente divorato questo libro in un pomeriggio e l’ho trovato coinvolgente ed intenso.
La storia è interessante, fuori dagli schemi dei soliti romanzi che la Landucci è solita scrivere. Nonostante l’argomento non semplice, l’autrice ha saputo sapientemente raccontarlo in modo estremamente delicato.
Ho chiesto di recensire “Call ma Maybe” senza leggere la sinossi, in quanto adoro la scrittura allegra della Landucci.
Quando ho compreso che non era uno dei suoi “soliti” chick lit, ho avuto un attimo di timore, ma, “conoscendo” la penna di questa giovane scrittrice, ho deciso di approcciarmi a questo nuovo “mondo”. E non ne sono rimasta delusa!
“Se avessi trovato il mio MorbiRuvidoso, la persona i cui pregi non mi avrebbero mai annoiato e i cui difetti avrei da subito apprezzato, l’amore sarebbe davvero potuto durare per sempre”.
La trama è molto complessa e intrigante, la scrittura è curata nei minimi dettagli.
La narrazione mi ha travolto completamente.
Durante la lettura, traspare chiaramente quanta ricerca sia stata fatta per permettere al lettore di conoscere e comprendere che tutti gli essere umani, indipendentemente dalla loro identità di genere o dal sesso, sono degni di essere amati e non debbano essere giudicati per la loro identità sessuale.
Matteo è un ragazzo testardo e abituato a lavorare come assistente personale di Max.
È un ragazzo delizioso con un grosso limite: ha paura di essere ridicolizzato e, pertanto, non riesce a lasciarsi totalmente andare.
Max è un ingegnere all’apice della carriera, ma di punto in bianco la sua vita viene stravolta da un incontro che lo metterà di fronte a delle scelte per lui quasi inconcepibili.
Nonostante una tematica molto delicata, la Landucci ha saputo regalarci una storia intrigante, piccantina, ma soprattutto mai volgare, anzi!
Non mi resta che ringraziare Lea Landucci per avermi permesso di conoscere la storia di Matteo e Max senza ma scivolare in luoghi comuni e banali, anzi aprendomi gli occhi su un mondo diverso dove piume e paillettes sono un semplice contorno a delle persone vere e con sentimenti profondi.
“Ognuno deve inseguire i propri talenti, qualunque essi siano”.
I molteplici impegni famigliari (ho due figli stupendi oltre ad un marito e a un cane) mi hanno sottratto per un lungo periodo ad una delle mie più grandi passioni: la lettura (oltre alla pallacanestro -amore questo condiviso con mio marito, allenatore, e mio figlio, arbitro, che ci ha portato a creare una nostra società dove ricopro il ruolo di presidente). Ora complice un infortunio che mi costringe a diradare i miei impegni fuori casa (non posso guidare) sono “finalmente” riuscita a riprendere un libro in mano! Il fato, insieme ad un post di Kiky (co-fondatrice de “La bottega dei libri” che conosco da oltre 20 anni) pubblicato su Facebook han fatto sì che nascesse la mia collaborazione con “La bottega”, collaborazione che quotidianamente mi riempie di soddisfazione.