giallo, noir
Horti di Giano
2019
cartaceo, ebook
101
Il sindaco di Tap Town, Jasmine Brune, con un emendamento speciale, proibisce l’utilizzo di carta e inchiostro a favore della pubblicazione digitale, unico mezzo legalizzato. Come per ogni cosa, nell’oscurità vi è sempre chi, in modo clandestino, continua a scrivere sulla carta, sempre più difficile da reperire. Fra questi, Billy Ray è il più astuto e irraggiungibile di tutti. Per debellare definitivamente gli scrittori di cartacei, il capo della polizia, Philipe Gore, organizza rastrellamenti ovunque per sequestrare tutti i libri cartacei presenti in città riuscendo ad impedire anche l’importazione dai centri abitati limitrofi.
Oltre all’azione della polizia, diversi scrittori di cartacei vengono trovati uccisi e qualcosa li lega al più famoso albergo della città, il Blue Room Hotel, all'interno del quale vi è una misteriosa camera: la Stanza 14.Quando anche la morte di Billy Ray sopraggiunge, conseguenze oscure per il destino dei libri e della carta prendono a materializzarsi.
Un noir che sfocia nel giallo, dal ritmo coinvolgente e dalle atmosfere cupe, dove i bassifondi la fanno da padrone, dove solo chi è invisibile riesce a sopravvivere.
“Adam allentò la presa sul foglio di carta che stringeva nella sua mano all’interno della tasca. Era da molto tempo che non ne toccava uno. Accarezzò fra pollice e indice quell’intreccio di microscopiche fibre”
A Tap Town, ormai da diverso tempo, inchiostro e carta sono proibiti. Tale emendamento è stato emanato dal sindaco Brune per favorire l’ascesa dell’editoria digitale. In città esiste solamente una libreria digitale in cui, attraverso apparecchi sofisticati, vengono controllati i cittadini che vi accedono.
Non tutti, però, sono d’accordo con questa legge. Una cerchia di scrittori di cartacei clandestini prende sempre più piede, dando non poche grane al capo della polizia Gore. Come se non bastasse, i diversi autori di cartacei iniziano ad essere trovati morti nei modi più diversi. Una sola cosa li accomuna: la stanza 14 del Blue Room Hotel. La storia sembra concludersi con la morte dell’ultimo scrittore clandestino di cartacei, ma sarà veramente finita?
COMMENTO PERSONALE
“Blue Room Hotel” è un romanzo breve di appeno 100 pagine, ma intenso e coinvolgente. È scritto in terza persona e lo stile fa trasparire tutte le emozioni che l’autore imprime. È una scrittura cupa, rude, che vuol far percepire al lettore la sterilità che caratterizza la società del 2035, immaginata da Roberto Monti.
Una città che, più che un posto in cui vivere, sembra il ritratto di una prigione, anche se ben mascherata. Norme assurde, che sfociano presto nel ridicolo, vengono emanate solo per dare il contentino a chi detiene il potere, ma non quello vero, quello del denaro.
Libertà di pensiero e di stampa vengono brutalmente spazzate via impedendo circolazione ed utilizzo di carta ed inchiostro e, di conseguenza, vietando qualsiasi stampa cartacea.
L’unico modo per leggere è l’utilizzo di dispositivi digitali attraverso i quali la gente viene manipolata e controllata.
Mentre leggevo, mi sono più volte domandata se questa descrizione si avvicini a quello che già adesso la nostra società sta vivendo. Non mi sento di dire che sia effettivamente così, ma ci stiamo avvicinando di molto, questo si.
Mi sono immaginata io stessa in quel contesto, con quei chiari divieti e mi sono sentita mancare una parte di me. Non potrei mai pensare ad un mondo senza carta e penna, senza libri cartacei, senza provare l’emozione di aprire un libro, annusare le sue pagine, toccarlo, accarezzarlo e sentirlo vivo tra le mie mani.
Nella lettura del romanzo si è giustamente portati ad essere dalla parte dei criminali, se così possiamo definirli. Io, piuttosto, li definirei coraggiosi e li ammirerei perché è proprio attraverso loro e le loro azioni ribelli che continua a vivere la speranza, seppur vista come debole fiammella.
“I libri di carta erano diventati come una droga per gli abitanti di Tap Town. Quegli scrittori erano divenuti gli spacciatori di parole”
Due sono gli aspetti che l’autore sottolinea nella storia.
Il primo è come la sete di potere e vendetta porti alla distruzione di ciò che abbiamo di bello e puro intorno a noi. In questo caso, alla lettura e alla scrittura viene tolto tutto l’alone di magia che le circonda, facendole diventare una questione meramente economica.
Il secondo punto su cui Roberto Monti pone l’attenzione e su cui vuole far riflettere è l’avvento digitale. Evento di estrema importanza; ma non lasciamo che questo prenda il sopravvento sulla nostra vita e le nostre abitudini, impariamo invece a conservare il piacere delle piccole cose e sensazioni. Solo così potremmo evitare che un futuro immaginario diventi troppo presto un cupo presente.
“Forse un giorno la carta sarà davvero così preziosa e rara che per averla, si dovrà scegliere di stare contro la legge? Mi auguro vivamente di no”
Seppur breve, “Blue Room Hotel” è un romanzo che ti rimane impresso per la sensazione di inquietudine e angoscia che lascia dentro. I diversi momenti di suspense e i colpi di scena, poi, non fanno altro che aumentare la curiosità in chi legge. 5 stelle.
E voi lettori, come vi sentireste se in futuro si vietasse l’utilizzo di carta e inchiostro?
L’autore
Roberto Monti nasce a Voghera, classe ’83. Nel 2002 vince alcuni concorsi letterari e ottiene la pubblicazione dei suoi racconti in alcune antologie. Crea l’universo narrativo de “La Casa di Bob”, intraprendendo un viaggio che lo porterà a conoscere molti bambini con la figura del Cantastorie, curando anche un proprio blog, Papà in Fasce, dove racconta la scoperta della Paposità. “Blue Room Hotel” è il suo esordio nella narrativa.