thriller
Horti di Giano
4 dicembre 2020
cartaceo
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Tap Town non dorme mai sonni tranquilli. Il detective Thomas Hardy deve indagare sul caso dei writers, teppisti armati di bomboletta spray che imbrattano ogni superficie della città del crimine.
Per Hardy sembra quasi una punizione essere stato relegato su un caso di secondo piano, ma altri crimini si intrecciano al suo caso e lui, indirettamente, riesce a incrociare le indagini a suo piacimento. Così la Street Art costantemente sul confine tra arte e vandalismo, diviene il centro di tutto in una cupa metropoli dell'illegalità, in cui ogni abitante ha sempre un proiettile col suo nome scritto sopra.
Dall'autore di Blue Room Hotel, il secondo capitolo della serie noir "I Delitti di Tap Town", che sta conquistando i lettori del genere poliziesco per quel suo stile diretto e senza mezze misure che lo contraddistingue.
“I bassifondi possono ben essere il terreno di coltura del crimine, ma i sobborghi della classe media sono l’incubatrice dell’apatia e del delirio” – Palinurus
Thomas Hardy, uno dei detective migliori tra i ranghi della polizia di Tap Town, si trova di fronte a un caso parecchio tosto da risolvere. La città è pervasa da writer che imbrattano muri, treni e tetti dei palazzi. Uno ad uno Hardy li ha arrestati tutti, ma restano ancora due bande in giro: la SBT e la TAXI.
Ad aggravare la già delicata situazione si sovrappongono diversi crimini che sembrano tutti intrecciati tra loro.
COMMENTO PERSONALE
Ci ritroviamo nuovamente a Tap Town tra vicoli cupi, ara inquinata, crimini e corruzione. Leggere nuovamente un romanzo ambientato qui è un po’ come tornare a casa. L’atmosfera familiare, i luoghi conosciuti, i personaggi che ritornano fanno sentire il lettore come se fosse un cittadino stesso di Tap Town.
La storia è raccontata da un narratore onnisciente e lo stile è quello inconfondibile di Roberto Monti, abilissimo nel raccontare la storia in maniera diretta e semplice, senza troppe descrizioni. Prende per mano il lettore e lo conduce attraverso questo thriller senza mai svelare troppo.
Anche in “Blood Red Paint” la storia gira totalmente intorno all’arte. In questo caso non si tratta di scrittori, ma di writers che imbrattano i muri della città. In realtà, parliamo di artisti che vogliono lasciare il segno, urlare al mondo il proprio messaggio e, per farlo, scelgono proprio treni e muri.
La città li affascina fin da quando erano bambini, ma, come succede per quasi tutti gli abitanti di Tap Town, ad un certo punto inizia a stargli stretta e cercano un modo per scappare da quella prigione dorata.
“Perché parliamoci chiaro Thomas, questa Tap Town è una gabbia a cielo aperto. E tu lo sa meglio di me”
Durante le indagini, poi, il detective Hardy scopre che c’è molto di più dietro alle due bande di ragazzini che si sfidano a colpi di bombolette spray.
“Il denaro compra tutto, anche il modo di sorridere e ridere della gente”
Ancora una volta, a muovere i fili della corruzione e della criminalità, sono la sete di potere e denaro. Per uno come Hardy non è facile da accettare. Lui si è sempre affidato alla giustizia delle forze dell’ordine e la sua missione era quella di ripulire Tap Town dai criminali. Purtroppo dovrà presto ricredersi.
“Era il luogo in cui il crimine trovava sempre linfa vitale per crescere e una cura con cui evitare di marcire in galera”
La maestria di Roberto Monti sta anche nel costruire i personaggi. Ognuno diverso, ognuno con un proprio carattere. Sono tanti e all’interno della storia tutti vengono messi in risalto, venendo visti come il potenziale colpevole degli omicidi che stanno avvenendo.
Un ottimo thriller intriso di colpi di scena e momenti inaspettati. Immergetevi nell’atmosfera di Tap Town, non potrete davvero più farne a meno. 5 stelle.
E voi cari lettori, siete incorruttibili come il detective Hardy?