romanzo contemporaneo
Einaudi
27 settembre 2022
cartaceo
216
Ambientato negli Stati Uniti del Sud degli anni Settanta, Bianco racconta di redenzione, di fragilità e contraddizioni.
Quelle di Moses Carpenter, un uomo ormai anziano, un vecchio esponente del Ku Klux Klan, educato all'odio per i neri. Una moglie che non c'è più, un passato che non lo abbandona e un presente che lo cambia. Accade quando nella casa di fronte alla sua, disabitata da anni, arriva una famiglia mista che la comunità vede come intrusi da cacciare con le buone o con le cattive, e guarda a Moses come punto di riferimento. Ed è allora che qualcosa in lui si spezza e provoca una rottura che riapre vecchie ferite.
Un fiume, un ragazzo nero che diventa ossessione. Questa volta, però, gli occhi e il cuore di Moses vedranno ciò che non hanno mai voluto vedere, che non ci sono i colori, o meglio ce n'è soltanto uno che è la somma di tutti. Il bianco.
“Bianco” di Marco Missiroli è un romanzo meraviglioso.
Sì, non riesco ad aspettare la fine dell’articolo per esternare quello che è il mio parere su quest’opera, datata 2009 e uscita in una nuova riedizione alla fine del 2022 per Einaudi: quella che ho letto.
Lo ammetto, dopo aver letto “Fedeltà” e “Avere tutto”, sapevo che mi sarei imbattuto in un libro che non avrebbe deluso le mie aspettative, del resto Marco Missiroli è un autore che apprezzo molto e che grazie al suo talento è in grado di suscitare sempre grandi emozioni. Non per niente, con i suoi libri ha ricevuto molti riconoscimenti, tra i quali il Premio Strega Giovani 2019.
In particolare, ogni volta che leggo un suo romanzo, resto legato alla storia e alla lettura terminata grazie a una frase: una frase che mi colpisce come un fulmine e che si lega per sempre al ricordo che avrò del romanzo in questione.
“I peccati esistono perché siamo uomini”.
È chiaro che una frase del genere, presa così ed estrapolata dal contesto del romanzo, può lasciare libero spazio alle interpretazioni; ecco perché diventa necessario focalizzare ed evidenziare quella che è la trama del libro.
BIANCO: LA TRAMA DEL ROMANZO DI MISSIROLI
“Bianco” è ambientato nell’America del Sud in pieni anni ’70. La storia si sviluppa, quasi per intero, in un piccolo paese di provincia, anzi, oserei dire, lungo un viale di un piccolo paese di provincia. Missiroli si rivela un maestro nel portare il lettore all’interno della scenografia. Uso di proposito questo termine perché in cuor mio spero vivamente di vedere, prima o poi, un film tratto da questo romanzo. La lettura è un vero tuffo nelle pagine e le descrizioni dei luoghi, seppur essenziali, aiutano a trovarsi catapultati nel cuore della storia
Il libro si apre con l’immagine di una casa da tempo disabitata, a cui un giorno, viene tolto il cartello “vendesi”. Un fatto che sconvolge tutti gli abitanti del quartiere, in particolare per via del fatto che i nuovi inquilini sono una coppia mista: lei avvenente donna bianca, lui uomo di colore.
E qui arriviamo al vero e proprio cuore della questione: “Bianco” è un libro incentrato sul tema del razzismo, una grossa piaga sociale dell’America di quegli anni. Il merito della penna di Missiroli è quello di essere stata capace di tratteggiare una classica storia a stelle e strisce, nonostante la sua nazionalità non americana. E ancora, a mio avviso, ciò che rende grande questo romanzo è la delicatezza con cui si parla di questo problema. Mi spiego: nonostante si ricorra anche a episodi crudi e di violenza, il razzismo non emerge mai come unico protagonista del romanzo.
Ma allora, di cosa stiamo parlando?
Di redenzione, di speranza e, udite udite, di amore.
La parabola che percorre il protagonista del romanzo, infatti, raccoglie tutte queste cose.
MOSES CARPENTER: IL PROTAGONISTA DEL ROMANZO
Moses Carpenter è un anziano signore bianco, figlio di un vecchio membro del Ku Klux Klan che lo ha educato all’odio verso i neri. Nel suo passato – raccontato in una sorta di doppia linea temporale dall’autore – l’odio si mischia con episodi che, invece, lo portano a mettere in discussione il credo del padre e di tutta la comunità a cui appartiene. Proprio per questo senso di appartenenza e per questo “doverla pensare come gli altri”, Carpenter si sforza di placare i suoi sensi di colpa e, almeno in pubblico, continua a mostrare la sua fedeltà al credo del padre.
È questo il peccato di cui si parla in “Bianco”: l’odio. L’odio che sfocia nel razzismo. L’odio vissuto come mezzo di unione per la comunità.
Ma, come a ogni salita corrisponde una discesa, così a ogni istinto sbagliato corrisponde un sentimento di redenzione. Per il protagonista, la salvezza troverà la sua sorgente nell’amore per la moglie, o meglio, nel ricordo della moglie scomparsa qualche anno prima – rispetto al presente della narrazione – e, soprattutto, nella conoscenza approfondita dei membri della nuova famiglia arrivata ad abitare di fronte alla sua abitazione.
Non aggiungo altro perché sarebbe un peccato fare spoiler, sarebbe un torto verso le emozioni che travolgono il lettore nello svolgimento della trama.
CONCLUSIONI
Facendo, invece, un salto fuori dal romanzo, la lettura di “Bianco” mi ha fatto muovere attraverso i ricordi, facendomi tornare alla mente una vecchia canzone di Bob Marley: “War”. Si tratta di un brano in cui si evidenzia che, finché gli uomini continueranno a sottolineare le differenze del colore della pelle senza dare importanza al colore degli occhi, sarà impossibile sperare che finiscano le guerre. Senza fare retorica e senza dilungarmi, visto che non è questo l’ambito per fare sermoni, mi viene solo da pensare che è un vero peccato che in tutti questi decenni che sono passati, rispetto a quello in cui è ambientato “Bianco”, non si sia ancora imparata del tutto la lezione.
Pensandoci bene, questo collegamento musicale non è poi così tanto “fuori dal vaso”: anche la musica, infatti, giocherà un ruolo importante nel percorso di espiazione e redenzione del protagonista. E queste sono pagine bellissime da leggere: Missiroli, con la sua scrittura efficace, è in grado di fare uscire le note dall’inchiostro delle parole nate dalla sua penna.
In conclusione, ribadisco che ho trovato questo libro davvero fantastico. Una lettura che consiglio a chi ha voglia di immergersi in un romanzo che unisce un buio periodo del passato recente a una storia che sotto le spine nasconde un nettare davvero prelibato.
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐
Autore e speaker radiofonico.
Mi piace leggere, scrivere e condividere le storie.
Il mio sito è www.stefanobuzzi.com