saggio
Postmedia
20 gennaio 2019
Ebook
300
In una delle interviste per la presentazione del suo libro, Gianni Romano, noto curatore della scena milanese, spiega quanto sia complesso fornire delle linee guida sulla sua professione.
In questa meravigliosa raccolta di esperienze che parte dalla nascita delle prime biennali per giungere alle esposizioni più famose come Zapatos Rojos si delineano le problematiche, le luci e le ombre di un linguaggio, quello dell'arte, che esiste da secoli ma che è ancora tutto da scoprire.
“A Ciudad Juárez, le madres e i familiari delle vittime il 10 dicembre 2012 installarono la marcia di fronte alla Fiscalia General dello Stato di Chiuhuahua per manifestare la propria disapprovazione contro il governo che non aveva riconsegnato alle famiglie i corpi delle vittime di femminicidio, trattenuti per lungo tempo in obitorio.”
Negli ultimi due mesi mi sono presa una piccola pausa dalla lettura per diletto preparandomi per l’esame per diventare curatrice museale.
Ho dedicato moltissimi anni allo studio della storia dell’arte e solo negli ultimi mesi, dopo anni di lavoro nella ristorazione, ho deciso di dedicarmi solamente alla mia formazione, complice forse la crisi che il Covid ci ha portato a vivere e a quello stop che ha obbligato tutti noi a fermarci e a riflettere sulla nostra vita.
Ho letto numerosi libri ma “Become a curator” mi ha colpita più di tutti gli altri.
Gianni Romano, docente, curatore e critico, diede negli anni prova di una grande competenza e versatilità nella collaborazione con importanti riviste europee e statunitensi e nella fondazione di una casa editrice indipendente specializzata in testi universitari. E posso affermare con assoluta certezza quanto la capacità di reinventare se stessi sia necessaria quando si studia storia dell’arte.
Mi sento di consigliare questa lettura per il modo in cui la macchina delle mostre contemporanee viene trattata.
Attraverso le esperienze di grandissime personalità del settore, Gianni Romano, ricostruisce la storia delle esposizioni, prendendo ad esempio artisti come Maurizio Cattelan e le grandi mostre come Zapatos Rojos. L’autore fornisce tutte quelle informazioni essenziali che portano alla messa in opera delle grandi manifestazioni, non mancando di sottolineare quanto l’arte, intesa come un linguaggio, non possa prescindere dalla società in cui è immersa e, com’è logico sottolineare, dalla politica stessa.
La figura del curatore diviene, dunque, un intermediario tra ciò che l’artista vuole esprimere e come può farlo, non mancando di sottolineare, attraverso le testimonianze, quanto sia difficile e rischioso esporsi pubblicamente in un determinato contesto.
Il curatore come un interprete deve restare, certamente, fedele al messaggio ma anche sensibile alla società che lo riceve.
E ancora i lavori di riqualificazione come quelli del Teatro continuo di Burri che hanno portato ad una rivalutazione di un piccolo pezzo della nostra storia.
Un mondo da scoprire, insomma, che travolge e incanta il lettore che ha l’occasione di conoscere da vicino questa professione e capire come la sua nascita abbia stravolto totalmente l’idea stessa di museo.
Vi piacciono i musei? Qual’è l’ultimo che avete visitato?