
romanzo di formazione
Self-publishing
9 aprile 2020
cartaceo, ebook
360

Luca ha poco meno di trent'anni, vive a Roma, sceneggia e illustra fumetti; ha una madre che vive in Danimarca, un fratello che disprezza tutto quello in cui crede, un padre che lo ha costretto, con un ricatto, a frequentare una lunga serie di sedute da uno psicologo. La diagnosi certificherà che soffre di un disturbo evitante di personalità o DEP. Ma è Luca che rifiuta d'inserirsi nel tessuto sociale o è il mondo che gli hanno costruito intorno, con le sue rigide regole e strade sbarrate, a escludere lui e gran parte della sua generazione?
Prendendo spunto dal suo presunto disturbo, ha creato una serie di fantascienza, in cui un gruppo di alieni molto progrediti, gli Evitanti, ha invaso il pianeta Terra spargendo terrore.
Luca ha molti amici a cui piace organizzare feste illegali che durano giorni. A una di queste feste incontrerà una strana ragazza che sostiene, a certe condizioni, di poter avvertire il respiro dell'universo. Insieme affronteranno un lungo percorso di sofferenza e rinascita. Saranno complici, saranno amanti, si misureranno con padri violenti e con un mondo spietato che non esita a perseguitare donne libere, persone indifese, tutti coloro che non si sottomettono alle sue leggi.
Definiti con questo appellativo all'interno del libro, gli Alieni psicopatici allora sono proprio loro, la generazione che oggi ha tra i venti e i trent'anni, forse la più incompresa, la meno garantita dagli anni Sessanta ad oggi.
Pieno di riferimenti musicali, cinematografici, fumettistici e di culture underground giovanili, Alieni psicopatici alterna un registro ora ironico, ora drammatico, situandosi tra il romanzo generazionale e il romanzo di formazione.
Un libro sull'amicizia e sull'amore, sulla difficoltà di essere giovani in questo Paese, sul valore della libertà.
Se si va in cerca di novità, è il momento che non si trovano e ci sfuggono sotto il naso o siamo così miopi che non riusciamo a vederle.
Certe volte ci s’impegna anche una settimana o un mese a cercare qualcosa che abbiamo nella mente e che ci spinge a percorrere strade, sentieri sdruccioli, scriccioli; o si entra in qualche bar, osteria, cantina, palazzo nobiliare, chiesa, convento, torre castello o solo una rimessa in altura, dove un pastore passa le ore di quiete anche con la natura e non si augura nemmeno al peggiore nemico di essere così sfortunati, giacché la ricerca non dà esito.
Poi ti affidano un libro di fantascienza per cui ti aspetti droni, navi spaziali, guerre stellari, maghi e fattucchiere e alla pagina iniziale ecco che trovi qualcosa di diverso. Qualcosa che non hai avuto mai l’occasione di incontrare né all’esterno in un negozio di oggetti elettronici né tanto meno sul divano, guardando lo schermo televisivo che, nella maggior parte delle occasioni, propone situazioni obsolete e solo qualche volta uno spiraglio d’innovazione.
In Alieni psicopatici, il lettore troverà oltre le fatiche psichiche espresse dal genio dell’artista con una svista che sta o conquista trovando:
Nel presente romanzo link cliccabili e piccoli codici QR alla fine di ogni capitolo: rimandano a video, musicali e non, sequenze di film o immagini. L’intento è quello di agevolare l’ascolto e la visione di brani musicali, riferimenti cinematografici citati, video evocativi legati al testo, generi di musica poco conosciuti e sottoculture cui il libro fa riferimento.
Lo scopo? Quello di poter facilitare l’immersione nelle atmosfere del romanzo. I codici QR possono essere inquadrati col telefono cellulare mediante un semplice programma gratuito; queste “app” sono catalogate come “QR code reader” o “QR code scanner”.QR code scanner”.
Tutto a un tratto mi sono sentito superato dagli eventi. Come prima cosa, non avevo un lettore per quei codici e la cosa m’interessava troppo per arrendermi e per non superare le mie difficoltà; e secondo motivo, non posso come professionista proporre una recensione senza osservare e non solo ciò che l’autore propone col suo libro, sia che fosse allo stadio di lettura sia che fosse allo stadio di una traccia filmica o qualcosa di altro genere.
Questo è un punto di vantaggio per il solo lettore che intende cimentarsi con l’acquisto di “Alieni Psicopatici”, avendo oltre la filante narrazione anche un autore aperto alla tecnologia che incrementa il tessuto narrativo formato da morfemi. Per legarli alle altre discipline, mediando come ricordato quella cinematografica e anche musicale, per cui l’insieme del quadro teoretico diventa più agevole e la storia in se stessa più audace con picchi di fantasia insuperabili per chi si propone di trattare la lettura non solo come una cosa seriosa ma come un momento di edonismo sfrenato che rinfocola la mente e dà spazio alla fantasia di chi si appropinqua sulla pagina virtuale di un computer.
Superato lo sbigottimento iniziale, il libro ci porta dentro la sfera intellettiva del protagonista che è anche l’io narrante, di nome Luca, e nel primo quarto si ha lo stato psicologico con cui la figura di spicco interagisse nella città di Roma, nei suoi rapporti con amici che hanno nomi particolari tra numeri e lettere alfabetiche.
Tra i crucci e i capricci che il protagonista frappone a se stesso e agli amici, si può rilevare uno spirito onnipresente con cui disquisisce.
“Ok sono un giuda: un giuda Evitante. Si forse non regge. Giuda capostipite degli Evitanti mi sembra un po’ forzato. Come volersi riallacciare al filone storico revisionista o peggio al filone storico sensazionalista, stile Dan Brown, per sfruttarne il successo.
La verità è che mi sono bloccato. Non so come andare avanti. Dovrei averla già disegnata la prossima puntata del mio comic, e invece non ho nemmeno un abbozzo di sceneggiatura. Sono tre puntate che ‘sti alieni sfuggono agli agenti segreti di mezzo mondo e forse chi legge si è ampiamente rotto le scatole di una specie di fanta thriller zeppo di spioni. Vorrebbe un po’ di sangue azzurro fosforescente. Vorrebbe vedere gli alieni. Ma come farli apparire all’improvviso, senza essere banale? Come disegnarli?
Beh direi che sono più che bloccato: sono solidificato.”
Alieni psicopatici è un romanzo di narrativa contemporanea, più propriamente romanzo di formazione.
Il protagonista illustra e sceneggia un romanzo di SF., e all’interno del romanzo sono senz’altro presenti suggestioni che provengono dalla fantasia; cita autori, SF, sogni ambientati in altri mondi.
Il quadro narrativo scorre velocemente dentro una Roma e dentro una famiglia come quelle che si vedono sia nei media sia nella realtà sia s’incontrano tutti i giorni fino a quando la storia non prende una strada diversa per un fatto increscioso non accaduto direttamente al protagonista ma che lo vede coinvolto di rimando.
Ci si sposta, poi, in provincia e la ragazza, Bea, che è la coprotagonista, entra direttamente a gamba tesa nella vita di Luca. Gli racconta di un episodio di pornografia filmata che addolora lei e anche il genitore – un presunto poliziotto in pensione – e sembra che la forza pubblica sospetti di Luca, che cade letteralmente dal cielo, considerato che la conoscenza con la ragazza è per il momento solo formale e i rapporti poi s’intensificheranno ma sempre nella normalità e mai assurgono a rapporti patologici.
Luca pensa di avere molti amici ma in realtà lui soffre nel suo interiore, anche se partecipa a feste organizzate. Ad una di queste feste incontrerà la sua ragazza Bea, che sostiene di poter avvertire il respiro dell’universo. Insieme affronteranno sorti benigne e passioni maligne in un percorso di sofferenza e rinascita. Sono semplici complici, amanti, con un mondo spietato che non esita a perseguitare persone indifese.
Dalla provincia, si rientra, infine, in una Roma narrata soprattutto per vite popolari e piccole borghesi che s’incontrano nella metropolitana, evocata in più capitoli. Mentre la fortuna di Luca per il momento non sorge, anche se lui ha in mano l’attività di disegnatore squattrinato che possa farlo intervenire con un editore che desideri pubblicare le sue opere. L’accusa di aver indotto alla pornografia Bea, per un lungo tratto, rimane a carico di Luca… ma la vicenda non può essere messa in luce, per non rubare lettore gli attimi coinvolgenti della storia.
Si rileva che l’autore ha una scrittura veloce, precisa, un tantino gergale ma non per questo da disapprovare anche se è più consigliabile ad un pubblico giovanile rispetto che ad un pubblico più acculturato che cerchi anche nello stile un minimo d’interesse aulico, che non emerge tra le pagine del romanzo.
L’autore
Sergio “Sh@de” Beducci nasce a Terni e inizia a scrivere all’età di dieci anni, quando cioè si impossessa della maccchina da scrivere del padre; negli anni della preadolescenza cerca in tutti i modi di vendere a parenti e amici il frutto del proprio lavoro (“libri” da lui stesso impaginati e illustrati). Da allora presumibilmente ha migliorato stile e capacità narrative, pubblicando numerosi racconti in varie antologie, il primo dei quali nel lontano 1994.
Soffrendo d’insonnia, passa la notte a ideare trame articolate e personaggi interessanti per futuri romanzi, di cui non sempre al risveglio riesce a ricordarsi.
È appassionato di tecnologia, storia antica, fumetti, cinema d’autore e B Movie; segue con entusiasmo le ultime scoperte della ricerca scientifica e ascolta musica ogni volta che può, dal rock, alla classica fino ai ritmi dance.
Legge narrativa di ogni genere, preferibilmente in ebook, di cui ama in modo viscerale l’odore della carta elettronica.
Apprezza lo scambio e l’interazione con lettori, autori o semplici curiosi, che lo possono contattare sul suo blog o sui social nella pagina “contatti”