
fantasy
DarkZone
17 giugno 2020
cartaceo
192

Nessuno dice la verità. La verità fa paura.
Agua Ploma è uscita dalla palude e non ricorda nulla.
Ma conosce le ferite che porta nel corpo: i fori di proiettile e le cicatrici sulle braccia.
Conosce i suoi occhi color del piombo.
Aveva un altro nome un tempo, in una vita dimenticata?
Forse può ritrovare la memoria perduta e capire perché nella città chiamata Inferno le donne vengono assassinate.
È ancora possibile scoprire la verità.
Basato sulla vicenda dei cimiteri di croci rosa nella città di Ciudad Juárez, in Messico, questo romanzo vi condurrà in un viaggio sospeso tra la vita e la morte, oltre la menzogna e verso la verità, perché le donne di Ciudad Juárez non siano dimenticate.
Questo romanzo ha ricevuto il patrocinio di Amnesty International Italia.
Il ricavato dalla vendita del romanzo sarà devoluto ad Amnesty International, per il suo impegno a difesa dei diritti umani.
“Esiste una città che chiamano Inferno, il suo vero nome nessuno lo ricorda più . Lì le donne muoiono e nessuno sembra voler fare nulla”
Esiste una città nel deserto adorno di croci rosa, in ricordo dei numerosi femminicidi in essa avvenuti; si trova in Messico e si chiama Ciudad Juárez.
Donne sparite nel nulla, i cui cadaveri vengono abbandonati martoriati nella sabbia, senza ricevere giustizia alcuna.
In un atmosfera quasi onirica e soprannaturale l’autrice ci fa conoscere l’orrore di “Inferno” attraverso la storia di Agua Ploma.
Anima rimasta in sospeso fra due mondi, la protagonista ricostruirà la propria storia grazie a degli indizi che una misteriosa creatura le andrà lasciando; e grazie all’aiuto di Vittorio, un ragazzo che riesce a comunicare con “l’invisibile”.
Lo stile della narrazione è coinvolgente e malinconico; struggente, con tocchi quasi lirici e suscita tante emozioni.
Grazie a quest’opera sono venuta a conoscenza delle donne di Ciudad Juárez, di quelle croci rosa che si tingono del cremisi del sangue delle vittime.
Richiamando la città, l’autrice la rende emblema e simbolo della violenza sulle donne; le sue vittime, a cui spesso viene tolta la dignità persino del riconoscimento, assumono il volto di tutte le donne; sono l’immagine della donna offesa, umiliata, abusata e uccisa.
Durante la lettura, ho sentito quasi il desiderio di sottrarle all’oblio a cui sono state destinate; leggendo le loro storie, ogni lettore si può immedesimare nel loro destino.
Non più numeri, ma persone; storie e volti su cui piangere, come le madri dolorose e addolorate che incontriamo nel romanzo. Perché ciascuna di loro ci potrebbe essere figlia, compagna, madre e amica. Perché non ci si dimentichi di loro e non si smetta di chiedere giustizia… perché tutte loro, tutte vittime, hanno importanza.
La grandezza di quest’opera, a mio modesto parere, la ritroviamo nella capacità di trattare con sensibilità un tema tanto delicato. Si avverte la sete di riscatto sociale dal destino crudele che è toccato ai personaggi; atto di umanità che si ritrova anche nella devoluzione del ricavato del romanzo ad Amnesty Internation da parte dell’autrice. A lei il nostro grazie per averci dato la possibilità di emozionarci con il suo romanzo e per essere esempio di umanità.
L’autrice
Daisy Franchetto, è nata a Vicenza, città intrisa di grazia palladiana, vive oggi a Torino, città del mistero. Si occupa di counseling

Sono di Palermo, classe ’73. Sono molto introspettiva e sensibile. Amo leggere da sempre perché con un bel libro non mi annoio mai. Prediligo quelle storie che coinvolgono, con personaggi che rimangono scolpiti nella memoria. Mi piace leggere sia autori italiani che stranieri, sia affermati che emergenti e nuove proposte. I generi che preferisco sono la narrativa, lo storico e il thriller ma anche libri sulla spiritualità.