
romanzo contemporaneo
Fazi editore
16 gennaio 2024
cartaceo, ebook
156

La protagonista di questa storia è una donna di cui non scopriremo mai il nome. Sappiamo però che ha appena chiuso un capitolo della sua vita per cominciarne uno nuovo dopo che la figlia è andata via di casa, ha deciso di lasciare il marito, un accumulatore compulsivo sempre preparato al peggio, ma anche un confidente, con il quale continua a intrattenere una regolare corrispondenza.
Priva di rapporti significativi al di fuori del nucleo familiare ormai sfaldato, la donna si trasferisce al mare, in una casa tutta sua; poco lontano si trova il paesino dove inizia a lavorare nel pub del fratello, un sessantenne fanfarone e sfaccendato.
Mentre il marito e la figlia giramondo continuano a occupare i suoi pensieri, con cautela la donna cerca di ambientarsi in un paesaggio umanamente e climaticamente duro: stringe amicizia con una sua coetanea originarie del posto, tenta una goffa relazione amorosa, rimesta tra i ricordi della sua vita passata e, immersa in una solitudine scelta ma non priva di inquietudini, si domanda che ne sarà di quella futura.
“Siamo satelliti, credo, che orbitano intorno ai propri soli, ciascuno il suo” – da “A casa” di Judith Hermann, edito Fazi Editore.
A casa, così si sente la protagonista sulla soglia dei cinquant’anni, nel piccolo paese dove ha scelto di vivere. Sua figlia è in giro per il mondo, con il suo ex marito ha un rapporto confidenziale di stima reciproca, ma lei avverte il bisogno di una svolta. Di sentirsi finalmente libera dal ruolo di moglie, madre e di essere solo e unicamente una donna. In quella piccola realtà, dove ha deciso di trasferirsi, riallaccerà i rapporti con il fratello, conoscerà una coetanea con la quale stringerà amicizia e inizierà persino una relazione amorosa.
“È la prima volta nella mia vita che abita in una casa vera e propria. Vivo da sola in una casa”
La protagonista di questo romanzo non viene mai chiamata per nome. È la stessa narratrice della propria storia, la quale racconta il suo percorso, partendo da un ricordo di gioventù. Da ragazza eccessivamente schiva e priva di ambizioni, diventa una donna matura e consapevole. Si è sposata con Otis, un uomo gentile, ma accumulatore compulsivo. Hanno avuto una figlia che, una volta cresciuta, ha lasciato il nido per girare il mondo. E lei? Lei ha finalmente deciso di prender in mano la propria vita, ha divorziato, pur rimanendo in ottimi rapporti con Otis, ed è partita alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Si è trasferita in un piccolo paese sulla costa, dove vive anche suo fratello maggiore, Sascha. Egli è il titolare di un pub nel quale lavorerà anche lei. Si tratta di un piccolo pub di paese, l’unico. Frequentato per lo più da gente del posto, tranne che nel periodo vacanziero, dove si riempie di turisti.
“Credo che anche lui in fondo sia senza radici come me. Ma gli piace far finta di averle”
Sascha è un sessantenne mai cresciuto. Un uomo immaturo e scansafatiche. Un irresponsabile che vive alla giornata. Si innamora di Niki, una ventenne problematica. Una ragazza senza fissa dimora, che ha trovato per la strada fradicia di pioggia. Una creatura fragile e instabile per la quale ha perso la testa.
Tra le nuove conoscenze della protagonista vi sono Arild e Mimi. Sono fratello e sorella.
Mimi è sua coetanea, come lei è single e vive da sola nella casa accanto. È una donna stravagante, dai comportamenti inconsapevoli, al limite dell’invadenza, ma graditi comunque dalla protagonista. Mimi in gioventù era una bellissima donna che aveva avuto un relazione anche con Sascha, per questo forse lui prova disagio nel rapportarcisi.
“Lei ascoltava, capiva piuttosto in fretta, ma poi divagava, scadendo in luoghi comuni e banalità”
Arild ha una fattoria, è un allevatore di suini. Ha riallacciato i rapporti con la sorella solo di recente, dopo la separazione. Sua moglie se n’è andata qualche mese prima. Durante la loro unione, gli aveva imposto di rompere i ponti con la famiglia e lui aveva accettato per amor suo. Ora, lui e Mimi stanno ricostruendo il loro rapporto. Arild è piuttosto diretto nei modi, prova attrazione verso la protagonista e lo manifesta chiaramente, senza corteggiarla troppo. È un uomo sicuro di se stesso, solido e sincero pur essendo privo di finezza.
“Ho guardato me stessa, io e io ci siamo guardate. È stato assurdo”
Il linguaggio narrativo è semplice e scorrevole. La trama è raccontata in prima persona dalla protagonista, una donna di cui non appare mai il nome, partendo da un episodio della sua giovinezza assai singolare. Al centro di esso, un incontro significativo, sul quale si ritroverà a riflettere anche nel futuro. Forse perché da esso scaturì la sua prima scelta importante. Il ritmo di lettura è incostante. Rapido inizialmente, per poi rallentare quando la trama acquisisce più staticità e la descrizione delle relazioni prevale sulle azioni dei personaggi.
“Per un momento pensai a quel tu improvviso, alla temperatura in quell’ufficio, la stanza dove il capoturno ammazzava il tempo; ci fissammo a vicenda. Poi mi congedò”
Lo stile è comunque molto curato nelle raffigurazioni del paesaggio con i suoi colori e odori, nonché dei suoi abitanti e della loro routine. Anche l’introspezione della protagonista è sicuramente ben rappresentata attraverso i suoi pensieri, considerazioni e gli scritti che invia all’ex marito, suo confidente.
La tematica è affascinante. Una donna che decide, proprio sulla soglia dei cinquant’anni, di cambiare vita e partire da sola, in piena autonomia. Vuole privilegiare se stessa rispetto ai ruoli che in cui era stata inquadrata fino a quel momento: madre, moglie e lavoratrice. Aiutare il fratello nel pub non è solo un modo per guadagnarsi da vivere, ma anche la maniera più semplice per tenersi impegnata. Uno dei suoi bisogni principali nella sua nuova vita.
“Credete di avere un biblioteca dentro di voi, una collezione, immagini e ricordi che vi rendono quelli che siete. Ragioni per cui certe cose vi piaccione e altre no. Ma questa biblioteca è un’invenzione” – A casa
Il punto di debolezza del romanzo, a mio parere, è costituito dai personaggi. Pur essendo ben caratterizzati, mi sono risultati incomprensibili, quindi non realistici. Sicuramente a ognuno di noi è capitato di incontrare una persona considerata bizzarra. Qualcuno di stravagante con comportamenti al limite della maleducazione, vissuti però da lui stesso come cosa normale. In questa storia, non si tratta di un caso sporadico, ma di tutti gli elementi. Probabilmente si tratta di un mio limite, ma sta di fatto che non sono riuscita a comprenderli. La conseguenza è stata una certa fatica ad appassionarmi alla storia.
Una bella scrittura e una tematica affascinante, purtroppo non sono state sufficienti per farmi apprezzare fino in fondo questo romanzo.
Quanto contano per voi i personaggi per la riuscita di una storia?
3 stelle ⭐⭐⭐✰✰