
romanzo
Mondadori
20 aprile 2021
cartaceo, ebook
336

Nato in una famiglia di contadini poveri, Stoner scopre in sé una passione struggente per la letteratura e diventa professore. Stoner è dunque la storia di un uomo che conduce una vita semplice al limite della frugalità, una vita che lascia poche tracce.
Ma Stoner è molto di più: é un romanzo sull'amicizia, sul matrimonio, sull'ambiente universitario, un romanzo sociale e - non da ultimo - un romanzo sulla fatica e sulla resistenza. Sul duro, implacabile lavoro nelle fattorie, sull'impegno che richiede la vita matrimoniale, sulla difficoltà di allevare con paziente empatia una figlia all'interno di una famiglia avvelenata, e sul tentativo di avvicinare alle meraviglie della letteratura studenti universitari spesso insensibili.
E' soprattutto un romanzo sull'amore: amore per la poesia e per la letteratura, ma anche amore romantico. E' un romanzo su cosa significa essere umani.
“L’amore per la letteratura, per il linguaggio, per il mistero della mente e del cuore che si rivelano in quella minuta, strana e imprevedibile combinazione di lettere e parole, di neri e gelidi caratteri stampati sulla carta, l’amore che aveva sempre nascosto come se fosse illecito e pericoloso, cominciò a esprimersi dapprima in modo incerto, poi con coraggio sempre maggiore. Infine con orgoglio”
William Stoner nasce nel 1891, in una fattoria del Missouri, da una coppia di contadini, “una famiglia solitaria – e lui era l’unico figlio – tenuta insieme dalla necessità della fatica”. La sua è una vita fatta di lavoro e pochi svaghi; il suo destino pare essere quello di seguire le orme paterne, fino a quando gli si presenta l’opportunità di frequentare la facoltà di agraria, presso l’università del Missouri. Essendo un giovane di pochi mezzi, egli potrà intraprendere questo percorso solo attraverso il lavoro ed il sacrificio. Tutto lo porterà ad una riflessione sul suo futuro, su ciò che non desidera fare (l’agricoltore) e su ciò che vuole diventare: un insegnante di letteratura.
William Stoner è un uomo come tanti. Inizialmente viene descritto come un giovane di poche prospettive, destinato a succedere al padre nella gestione della modesta fattoria di famiglia. Quella è l’unica vita che conosce e alla quale pensa di esser destinato.
“William Stoner aveva dato sempre una mano a casa. A diciassette anni le sue spalle avevano già iniziato ad incurvarsi sotto il peso delle cose da fare”
Ad un certo punto, gli si prospetta un cambiamento, non poi così radicale, ma pur sempre importante: studiare agraria presso l’Università del Missouri, percorso di studi che potrebbe tornargli utile nella futura gestione del modesto podere di famiglia.
Stoner può sembrare un personaggio passivo, che si lascia vivere e trasportare dagli eventi, un ramoscello caduto nelle acque di un torrente che non affonda ma che può solo galleggiare, lasciandosi condurre dalla corrente.
Egli inizia ad avere consapevolezza del bisogno di avere una sua identità grazie all’incontro con il professor Sloane, suo insegnante di lettere…
“svolgeva il suo incarico d’insegnante con un’aria di apparente sdegno e disprezzo, come se avvertisse, tra il suo sapere e la possibilità di trasmetterlo, un abisso così profondo che era inutile tentare di colmarlo”
Durante una lezione di Sloane, Stoner rimane folgorato da un sonetto di Shakespeare (concernente la consapevolezza del tempo che passa troppo in fretta e sulla conseguente necessità di amare e vivere a pieno la vita e le esperienze in gioventù – l’inverno ed il fuoco che si estingue, visti come l’inevitabile avvicinarsi della morte) e decide ciò che vuole essere: un insegnante di lettere. Il suo percorso di vita sarà quello di un uomo qualunque con le conseguenti naturali tappe: il lavoro presso la medesima università dove ha studiato; il matrimonio, rivelatosi fallimentare, con Edith, donna anaffettiva e portata solo verso ciò che è materiale. Ella sarà talmente insoddisfatta della vita matrimoniale, da attribuire a lui ogni colpa, vendicandosi attraverso tante piccole e subdole meschinità domestiche.
“aveva intrapreso la sua campagna con tale astuzia e abilità da non lasciargli alcun motivo ragionevole per lamentarsi… la sua strategia si fece indiretta, silenziosa e contenuta. Era una strategia che si presentava sotto forma di amore e premura, contro cui, di conseguenza, Stoner era impotente”
Altro aspetto di rilievo è la paternità, vissuta nell’incapacità di recuperare il rapporto con l’amata figlia, Grace. Il loro legame, inizialmente, è forte e quasi esclusivo, poiché la madre Edith si mostra distaccata e poco affettuosa, salvo poi decidere di sabotare deliberatamente questo loro reciproco attaccamento, usando la bambina come ulteriore strumento di rivalsa nei confronti del povero Stoner che, con grande rammarico, vedrà la figlia allontanarsi da lui.
“Grace divenne quasi inerte, come se sentisse che qualsiasi movimento avrebbe potuto gettarla in un abisso da cui non sarebbe riuscita ad emergere”.
Stoner vivrà un amore autentico, fatto di passione, condivisione ed affinità spirituale con una partecipante ad un suo corso, la giovane docente Katherine Driscoll, donna intelligente e sensibile, alla quale sarà costretto a rinunciare per salvarla da uno scandalo che il capo del dipartimento minaccerà di far scoppiare, con l’obiettivo di colpire Stoner, protagonista di una loro vecchia diatriba, mai risolta. La partenza di Katherine, provocherà in Stoner grande rammarico e profonda malinconia, che cercherà di mascherare dietro un atteggiamento di rassegnazione e apparente apatia.
“Oltre il torpore, l’indifferenza, la rimozione, quell’amore era ancora lì, solido ed intenso”.
Questo è uno dei romanzi più belli ed emozionanti che io abbia mai letto. Uno di quei libri che, una volta terminati, si vorrebbe ricominciare. La sua prosa è bellissima, limpida e lineare. L’autore è stato riconosciuto, purtroppo, solo dopo la sua morte, come uno dei migliori scrittori americani proprio grazie a “Stoner“.
È riuscito a dar vita ad un romanzo straordinario, attraverso il racconto dell’ordinario. Un romanzo toccante e coinvolgente per la minuziosità che l’autore ha adottato nella descrizione di ogni aspetto della vita di Stoner; un’esistenza piatta, la cui unica singolarità è stata la reazione sorprendente alla lettura del sonetto di Shakespeare.
Williams è riuscito a far apparire la trama non importante, realizzando un romanzo assolutamente interessante. Anche questa lettura è stata un bellissimo viaggio, uno di quelli che in apparenza si può definire privo di sorprese, in quanto conosciuto e magari già ampiamente affrontato più volte nel corso della nostra vita. Un viaggio considerato magari monotono, ma se lo si affronta con spirito nuovo ed occhi diversi, può assumere un significato meraviglioso. Una casa non è solo un insieme di mattoni e laterizi, bensì un luogo dove risiedono ricordi, dove coloro che vi hanno vissuto hanno costruito la loro storia; questo può rendere anche la più ordinaria costruzione un oggetto di meraviglia e curiosità ai nostri occhi, proprio come la storia di Stoner.
Può un semplice evento quale la lettura di una poesia, di un libro o anche un breve incontro, illuminarci e cambiare il corso della nostra vita? Stoner è un eroe del quotidiano che cerca di sopravvivere o un uomo passivo che si lascia vivere?