Dal comunicato stampa
Il nuovo libro di Gabriele Bertacchini pone l’accento sull’approccio che riserviamo alla natura e ai suoi abitanti, affrontando l’argomento sotto una visione culturale.
“Di fronte all’orso. Il conflitto, i risvolti culturali, il pensiero ecologico.”
Naturalista conservazionista e divulgatore scientifico, Gabriele Bertacchini torna a parlare di orsi in Trentino per raccontare una storia più ampia, quella che riguarda il modo di intendere gli spazi naturali da parte della nostra società.
Di fronte all’orso (Infinito edizioni, prefazione di Alessandro Mosso e Ruth Pozzi, introduzione di Davide Celli, patrocinio di Animalisti Ets e LAV) è un saggio che ripercorre il “conflitto” in essere in Trentino, per allargare lo sguardo a una dimensione più ampia, in cui il modo di intendere la presenza dell’orso diviene un modo di interpretare la natura e la sua spinta evolutiva, sempre più confinata in rigidi schemi da noi costruiti che si scontrano con quella che è la realtà biologica, per sua stessa essenza dinamica, trasformativa e non assoggettabile a dei piani lineari e meccanicistici.
“La tesi che porto avanti – spiega Bertacchini – è che le uccisioni programmate degli orsi per fini gestionali non riguardano solo le ragioni dei moventi animalisti. Ad esse si aggiungono aspetti di carattere ecologico che non vogliono essere affrontati, in quanto in contrasto con un modello economico e di occupazione degli spazi che non vogliamo abbandonare, nonostante quel modello sia lo stesso che ci ha condotto nella attuale crisi biologica che viene messa in evidenza dai principali indicatori ambientali.
Non vogliamo modificare un modo di porci.
L’orso ci mette di fronte ai dei limiti che non vogliamo accettare, in quanto la dimensione dentro cui ci muoviamo è stata costruita sul superamento di tali limiti.
I diversi interpreti del mondo naturale, in questa maniera, privati di un proprio valore intrinseco, divengono impiegabili e manipolabili; è così che un bosco, una montagna o una costa smettono di essere quello che sono per essere trasformati in qualche cosa d’altro, quasi uno strumento o un contorno, che assume dei significati astratti frutto di un nostro pensiero o di una nostra intenzione, ma non più della realtà biologica.
Ci sono quindi strascichi di carattere culturale che sorpassano la conservazione dell’orso per coinvolgere la nostra idea di natura e il modo di rapportarci ad essa; rendendo superficiale, e solo assoggettata ad una diversa tecnologia, quella transizione ecologica di cui tanto si parla”.
La storia dell’orso in Trentino
La storia dell’orso in Trentino, che Bertacchini osserva sin dal 2006 e di cui vengono riportati i principali avvenimenti di cronaca che si sono succeduti negli anni, diviene in questa maniera di più di quello che potrebbe sembrare. Diviene un simbolo che racchiude un modo di vivere e di pensare, d’interpretare l’esistenza e d’immaginare il futuro. Racchiude quello che siamo e racconta in che direzione stiamo andando.
“È in essere un processo di perdita di identità dei luoghi sempre più diffuso e capillare – continua Bertacchini. Tale processo ha finito per travolgere le diverse popolazioni animali che sono tornate a farsi vedere. Quando ci impongono di relazionarci con uno spazio in modo diverso rispetto quello che avevamo in mente, diventano in poco tempo dei fastidi da eliminare o contenere, al fine di continuare su una strada intrapresa. Al contrario, sono convinto che rappresentino delle opportunità funzionali a rivedere un modello e a mettere in discussione degli schemi culturali; rendendo possibili delle realtà alternative. Riconoscere dei limiti significa anche riconoscere l’altro come parte integrante di un tutto articolato dentro cui muoviamo i nostri passi”.
Chi è Gabriele Bertacchini
Gabriele Bertacchini (1980); è naturalista conservazionista. Alle osservazioni sul campo affianca l’attività di divulgatore. Dopo la laurea in Scienze naturali e un master in comunicazione ambientale, nel 2006 fonda AmBios, azienda specializzata in educazione e comunicazione ambientale. Ha realizzato i podcast M49 (il Post, 2021) e Rotta climatica (Avvenire, 2022). Ha pubblicato Il mondo di cristallo (2017) e, per Infinito edizioni, L’orso non è invitato (2020); Il pesce è finito (2021); Ho visto volare i fenicotteri (2024).

Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!