
poesia
La Vita Felice
19 settembre 2024
cartaceo
69

"Mi troverai vivo è il guanto di sfida lanciato alla vita che, con ostinazione, pone l’uomopoeta di fronte a prove stremanti, gravide di turbamenti e afflizioni. La parola poetica è l’arma affilata da Antonio Corona per affrontare la ferita originata dal duro contatto con la malattia, con il carcere e la delusione sentimentale e per riuscire a vedersi come altro rispetto alla propria sofferenza.
L’autore affronta il dolore in un corpo a corpo, utilizzando una parola attenta e fendente, per esserne poi attraversato in una sorta di atto di purificazione. È una parola che lascia il segno, una spada che oltrepassa il mero sfogo emozionale [...] Mi piace evidenziare come il linguaggio di Antonio Corona sia variato rispetto alle opere precedenti, apparendo volutamente più ambiguo, come a richiedere al lettore l’impegno a cercare la propria verità.
Il poeta ha acquisito maggiore consapevolezza della necessità del non detto in poesia, cedendo al suo fascino nella composizione del verso, rinunciando alla comodità di una parola facile e avvilita.
In una sostanziale omogeneità stilistica, a parte qualche inserto prosastico, Corona mantiene un registro lessicale compatto e non sfrangiato"
(dalla postfazione di Rosanna Frattaruolo).
Antonio Corona è il mio tallone d’Achille.
“Si può morire
dopo essere stati luce per qualcuno
o ancor prima che la morte ci raggiunga.
Tu, mi troverai vivo”
Leggere e sentire un suo testo, una sua poesia è come farmi tirare fuori il cuore e lasciare che tutto, emozioni, sensazioni, commozioni, escano libere senza riuscire ad avere un freno.
Una purezza che dilaga nell’essere umano e ci porta di fronte alle realtà della vita, quelle più difficili. E che te le fa affrontare con una forza e un coraggio che solo chi è passato nel dolore sa di avere.
E che sa come guardarle con sguardo fiero e maestoso.
Come le precedenti raccolte di poesie, anche quest’ultima, “Mi troverai vivo”, edito La Vita Felice, è uno sguardo sulle vicissitudini umane. Sin dall’inizio, già con il prologo, devastano ogni forma di protezione e ti lasciano sciogliere come neve al sole.
Paura, solitudine, confusione, incertezza, disperazione emergono mai sazie, scuotendo forte, e, in contemporanea, le certezze del lettore, così come dell’autore.
Mi chiedo davvero come sia possibile che un poeta riesca a far suscitare tutto questo in ogni sua raccolta; come trovi l’ispirazione giusta per muovere così fortemente le coscienze e i cuori delle persone.
“Mi troverai vivo” porta tre visioni della realtà molto forti: quella fra le mura di un carcere, con il senso di confusione primordiale, quella luce troppo lontana, quella voglia di cambiamento che ti assale e ti stringe la gola.
Poesie che rispecchiano persone, Andrea, Mohammed, Radu, Pietro, storie di tanti, storie complesse che vanno analizzate e mai giudicate.
“La vanità dei denti non ammalia
ma inganna chi non osa
oltre il nero delle pupille”
La seconda parte è divisa in atti e, a differenza della prima, ha titoli e non numeri a identificare le poesie.
La struttura qui fa da padrona e si pone di fronte al lettore come fosse una poesia a sua volta: spazi aperti, frasi sofisticate, versi di diversità numerica.
Disagio e richiesta di aiuto, questo ho sentito forte leggendo fra le pagine, come degli occhi tristi e una mano tremante che si rivolgono a te in cerca di quella poca luce che può fermare un cuore infranto.
E poi il finale, quella parte che mi ha fatto davvero tentennare, quel percorso faticoso che va dalla scoperta della malattia al viverci alla pari senza abbassare la testa.
Mi sono fermata varie volte su quelle parole così veritiere e dure, ho sospirato di dolore e trattenuto le lacrime di fronte a quelle frasi che così tanto sanno di disperazione; e che spesso ti fanno sentire piccolo, impotente, perduto.
Ci vuole delicatezza per parlare di questo, ci vuole purezza, empatia, dolcezza, tutte qualità che Antonio Corona ha e che trasferisce nei suoi testi; con la gentilezza di una persona resiliente, ancor prima che di un autore straordinario.
“È da questa poltrona verde
dall’ago infisso nella vena
dalla goccia che scende lenta
che scruto l’interno del guscio.
Il sentire
non è lo specchio di ch’incontro
ma l’agonico riflesso.”
Mi sento molto fortunata ad aver potuto leggere e recensire questa sua opera, così come le altre, e averlo potuto intervistare. È sempre come condividere un’energia sottile e potente con una persona che, in realtà, non hai mai incontrato: Antonio lo senti, e lui, incredibilmente, ti dona il suo essere.
Non posso che dedicare questa raccolta a tutte le persone che hanno sofferto nella vita, a chi ha affrontato un male e lo ha sconfitto, e a chi invece ci ha provato senza riuscirci.
Voglio dedicare “Mi troverai vivo” a mio padre, che di sicuro avrebbe apprezzato ogni lirica e avrebbe guardato Antonio Corona pieno di gratitudine e rispetto.
I libri servono anche a questo, a ricordare che il dolore ci può distruggere, ma che c’è chi ne parla, cercando di alleviarlo. Almeno in parte.
Antonio lo fa davvero, e spesso ci riesce.
Voi che ne pensate?
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐

Appassionata di lettura e scrittura fin da bambina, ho scritto e pubblicato quattro libri. Moglie e mamma, passo le mie giornate ad inventare storie d’amore per emozionare chi le leggerà.