
biografia, storia
Mondadori
aprile 2021
cartaceo, ebook
180

La donna simbolo della lotta per i diritti civili racconta la propria vita e il proprio ruolo nella costruzione di una società più giusta.
“Stavolta se la sono presa con quella sbagliata”
La maggior parte delle persone sa chi era Rosa Parks: una donna afroamericana che rifiutò di cedere il proprio posto ad un bianco sull’autobus.
Rosa Parks nasce in Alabama, uno stato del sud degli USA, dove vigeva la segregazione razziale.
Gli USA avevano abolito la schiavitù dopo la fine della guerra di secessione (1861-1865), scoppiata perché gli stati del nord volevano la fine della schiavitù, mentre quelli del sud non volevano rinunciare alla manodopera gratuita nei campi di cotone. E, proprio per non avere questa perdita, essi emisero delle leggi per segregare gli afroamericani.
Leggendo questo libro ho avuto più chiara la differenza tra schiavitù e segregazione.
Volete conoscerla anche voi?
La prima toglie totalmente la libertà e la dignità alle persone e la seconda è il riflesso più subdolo della schiavitù stessa, che rende schiavi, ma “civilmente”.
Vi spiego meglio con un esempio: gli afroamericani del sud potevano votare e negli USA, per farlo, bisogna iscriversi nelle liste elettorali. I “bianchi” sceglievano, per la scelta dell’elettorato passivo, i giorni e gli orari in cui la maggioranza degli afroamericani era al lavoro, impedendo, in questo modo, a quelli di scegliere i loro candidati.
Rosa Parks ci racconta la sua vita fin dall’infanzia, fatta di amore da parte della sua famiglia ma anche di povertà e sacrifici; soprattutto, racconta la paura di venire uccisi a causa di qualsiasi pretesto, solo per il colore della propria pelle.
Forse per noi europei è meno facile comprendere le lotte per i diritti civili, che, tuttoggi, ancora le donne e gli uomini afroamericani combattono, perché non abbiamo avuto la schiavitù e gli afroitaliani sono generazioni molto giovani. Eppure, il razzismo, anche in Italia, è in continua crescita, nonostanti, rispetto ad altri Paesi più arretrati, si assista ad una integrazione in ogni settore della vita sociale e quotidiana.
Ma torniamo al nostro libro: la signora Parks ci racconta, in questa sua biografia scritta da Jim Haskins, di un episodio, anzi due, uguali ma distanti nel tempo. Il primo riguarda un suo ricordO di bambina, che dorme ai piedi del nonno, seduto su una poltrona con un fucile in mano perché il ku klus klan aveva inasprito le violenze, entrando anche nelle case degli afroamericani uccidendo bambini, donne e uomini. Sapete il perché? La loro colpa era quella di voler essere trattati da cittadini con gli stessi diritti dei bianchi perché, come loro, avevano combattuto per gli USA la Prima Guerra Mondiale.
E la stessa cosa successe ai veterani di ritorno dalla seconda guerra mondiale. Rosa Parks sottolinea il fatto che i soldati afroamericanim di ritorno dal secondo conflitto mondiale, avevano vissuto per un certo periodo in stati europei come Italia, Francia, Inghilterra, senza riscontrare episodi razzisti nei loro confronti, tanto che alcuni erano tornati in patria con mogli bianche. Invece, una volta in patria, al sud, rischiavano di essere uccisi oppure venivano proprio uccisi perché indossavano la divisa, affronto per i bianchi.
Ma, come vi ho detto all’inizio della recensione, l’episodio che ha fatto conoscere Rosa Parks ad intere generazioni è quello dell’autobus. Cosa successe? Lo racconto in breve: era il 1 dicembre 1955, a Montgomery, una cittadina dell’Alabama. Rosa Parks prende l’autobus per rientrare a casa dopo il lavoro; quando sale è così stanca che non fa caso al posto in cui si va a sedere. E, a quel tempo, i sedili posteriori erano riservati agli afroamericani; ma, se in quella giornata si assisteva ad un affollamento di bianchi sul bus, la legge voleva che il posto venisse a questi ceduto, pena l’arresto.
Rosa Parks fu arrestata e affrontò un processo. Volete sapere se fu condannata? Vi consiglio di leggere il libro anche per riflettere sull’importante tema dei diritti civili. È opportuno chiedersi davvero cosa faremmo se il rispetto della nostra dignità di essere umano venisse meno a causa della nostra razza.
Libro da cinque stelle.