
Thriller psicologico
Mondadori
23 novembre 2021
cartaceo, ebook
324

Lacy Stolz si è trovata troppe volte di fronte a casi di corruzione nella magistratura nel corso della sua carriera di investigatrice presso un'apposita commissione in Florida. A quasi quarant'anni vorrebbe cambiare lavoro, ma proprio quando sembra essersi decisa viene contattata da una donna misteriosa e molto spaventata.
Jeri Crosby si presenta sotto falso nome e sostiene di sapere chi ha assassinato suo padre vent'anni prima, un caso rimasto irrisolto.
Recensione di “La lista del giudice” di John Grisham, edito Mondadori
Jeri Crosby, dopo vent’anni di indagini, riesce a scoprire chi ha ucciso suo padre. L’assassino è un uomo influente e sopra ogni sospetto perché è un giudice.
Decide di rivolgersi al GCD, un’istituzione statale che si occupa di indagare su giudici corrotti, non dediti al lavoro, con problemi di alcool, droga e altro. Non si parla proprio di omicidi, quindi. Il caso di un giudice omicida non è mai stato sottoposto all’ente; ma Jeri non si fida né della Polizia di Stato né dell’FBI.
Lacy Stolz, avvocatessa del GCD, dopo un po’ di titubanze dovute alla concomitanza di eventi poco favorevoli, accetta il caso, spinta anche dalla commissione di un altro omicidio, dalle modalità simili al precedente.
Aiutata da Darren, giovane impiagato, e Sadelle, la mente storica dell’ufficio, Lacy cercherà di stanare un serial killer intelligente, meticoloso e soprattutto dovrà fare in modo di non finire sulla sua lista.
“Per adesso mi chiamo Margie, ma uso anche altri nomi” – La lista del giudice
“La lista del giudice” di John Grisham è un thriller psicologico dove, in realtà, non ho riscontrato una forte suspense come in altri libri dello stesso autore.
Infatti, sin dall’inizio, il lettore apprende il nome dell’assassino e il perché del suo uccidere, collegato ad un passato che lo ha portato a diventare un serial killer.
Altro aspetto che manca in questo romanzo di Grisham, a mio parere, è il susseguirsi dei colpi di scena. Le azioni, le scene sono prevedibili e questo risulta essere strano per i lettori accaniti dell’autore.
I personaggi non mi hanno colpito molto, mi sono apparsi scialbi. Lacy, ad esempio, ha una funzione importante, di guerriera della storia; invece, appare essere molto statica. L’avrei preferita più agguerrita. Anche il serial killer è troppo scontato, sia per quanto riguarda il suo passato sia per il modo in cui tenta di sfuggire alle indagini.
Lo stile del romanzo è fluido, si legge in maniera veloce, anche perché la scrittura di John Grisham è piacevole, sobria nelle descrizione e molto precisa per tutto ciò che riguarda il lato giuridico del libro.
Avete mai letto dei legal thriller?
Vi piace Grisham? Qualcuno come me ha notato delle differenza tra questo libro e i suoi precedenti?