La Bottega in tour oggi al Giffoni Film Festival, grazie alla nostra Aurora.
Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell’infanzia- François Truffaut
Era un non caldo pomeriggio di dicembre, o forse era novembre? O forse è iniziato tutto 5/6 anni fa quando mio fratello approdò per la prima volta a Giffoni Film Festival (GFF)? Non credo sia importante l’inizio della mia voglia di vivere la ‘Giffoni Experience’, ma credo lo sia il perché.
Mio fratello ha sempre fatto buona pubblicità, me ne parlava come se fosse una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita, di quel tipo di esperienze che ti cambiavano. Mi aveva sempre incuriosita, solo che molte particolarità mi bloccavano: sarei dovuta andarci da sola o con un genitore? Quanto mi sarebbe costato? E se mi avessero dovuta accompagnare quanto ci sarebbe costato in più? Mi avrebbero fatta andare da sola quasi due settimane in provincia di Salerno ‘lontana da tutto e tutti’? Okay, okay, un po’ ho esagerato… ma tu, genitore che sta leggendo, ammettilo che ci hai pensato!
La realtà dei fatti potrebbe essere anche un’altra: mi autofrenavo, probabilmente non ero veramente pronta. Non sapevo di preciso cosa avrei vissuto, se mi sarei divertita o annoiata, se vedere tutti quei film mi avrebbe infastidita o rasserenata. Non potevo sapere nulla. Una delle cose che più mi preoccupava era il non fare amicizia. Mi sarei rattristita? Non sarei uscita mai? Avrei sprecato soldi e tempo? Sarei rimasta da sola per dodici giorni? Fortunatamente a gennaio tutte queste paure si affievolirono, mi decisi di provare con la consapevolezza che il GFF sarebbe stata una realtà ancora lontana. Una mia amica ci provava da anni e non era mai riuscita ad essere selezionata. Non mi avrebbero mai presa. Affidavano tutto alla sorte e non credo di avere un bel rapporto con essa. Avevo ragione. arrivò il sorteggio di sabato 23 marzo 2019. Risultato? Ero nella sesta pagina (su otto) della lista d’attesa. ‘Non male come prima volta’… non ero l’ultima persona dell’ultima pagina.
‘Ci riproverò l’anno prossimo’ dissi fra me e me. ‘Sarà il karma, avrei dovuto provarci anni e anni fa’… Ero un po’ triste perché ormai mi ero affezionata all’idea di partire e trascorrere il mio compleanno lì a Giffoni, ma cosa potevo fare?
In effetti niente, ma circa due settimane dopo ci fu un nuovo sorteggio. Erano stati presi ulteriori ragazzi. E sapete per quanto non fui di nuovo presa? Un centinaio di ragazzi. Mio fratello però mi rassicurava dicendo che magari altri ragazzi avrebbero abbandonato e che forse mi avrebbero chiamata.
Passò più di un mese, la mia vita scorreva come un fiume in piena. Era il periodo dell’esame del B2 di spagnolo, fine maggio. Interrogazioni, compiti in classe, la gara di atletica per la scuola. Tensione al massimo. Dopo essermi svegliata da un pisolino quotidiano qualunque, decisi di aprire ‘Gmail’ perché nella vita non si può mai sapere. La vita ti coglie di sorpresa quando meno te lo aspetti, no? Mi era arrivata una mail dall’ufficio giurie del GFF:
Cara Aurora, siamo felici di informarti che a seguito di alcune rinunce possiamo confermare la tua partecipazione alla 49eisma edizione del Giffoni Film Festival…
Vi lascio immaginare la scena: ero sdraiata nel lettone matrimoniale e accanto a me dormiva beatamente papà, erano circa le 15, mamma era in cucina, il vicinato dormiva. Mi alzo dal letto e inizio a urlare:
SONO STATA PRESA! SONO STATA PRESA!
La cosa più divertente è che la mail mi era arrivata circa due ore prima che la visionassi. Coincidenze? Io non credo.
Da quel momento il tempo è volato, il periodo scolastico giunse al termine, giugno fu un battito di ciglia (specie le ultime due settimane per l’alternanza scuola-lavoro come operatrice museale al Museo Duca di Martina) e luglio spalancò le porte. Non avevo preparato né pensato a nulla. Iniziai a scegliere le cose da portarmi: libri da leggere, serie tv da vedere, fazzoletti, cerotti… Non sapendo a cosa andavo incontro dovevo essere pronta a tutto. Il 17 luglio arrivò presto. Fu il giorno della partenza. In macchina l’ansia si faceva sentire e per non pensarci ripensavo al giorno prima: ero uscita con tutti (o quasi) i miei amici. Pensare a loro mi tranquillizzò.
Giunta a destinazione, depositai le mie valigie nel B&B, la mia casa per i successivi dodici giorni, poi scesimo ad esplorare il territorio con i miei. Non potevo crederci. Lo stavo facendo davvero. Dopo un anno scolastico, e non, super impegnativo e pieno di emozioni ci ero riuscita. Ero libera. Non riuscivo a crederci che avevo trovato un posto dove stare lì a Giffoni (essendo stata sorteggiata praticamente per ultima il 99,9% delle case, B&B e hotel già erano tutti pieni, ovviamente) e che avrei vissuto la vita da ‘donna in carriera’ per un po’.
Dopo aver salutato i miei, ormai tardi, mi stesi sul letto e sistemai un po’ le mie cose in giro per la camera. La mia coinquilina sarebbe arrivata il giorno dopo, ero sola. Quella notte feci una videochiamata di forse tre ore con i miei amici, finché sonno e stanchezza non ci separarono.
Le parole sono il suo pane quotidiano: fra libri, serie tv, film e il suo scrivere racconti passa le giornate. È amante delle piccole cose, dei gatti, e ammira chi dal niente riesce a trarre di tutto. Il suo ispiratore maggiore è Albert Einstein, infatti condividono la stessa filosofia di vita: ‘La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto’, ‘Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido’, ‘La creatività è contagiosa. Trasmettila!’