Ho avuto il piacere di assistere alla presentazione online del romanzo “Grazia Deledda” di Silvia Sanna, edito Morellini Editore.
L’autrice è stata introdotta da Anna Di Cagno, che si è detta entusiasta che un romanzo dedicato alla Deledda faccia parte della Collana Femminile Singolare.
Silvia ha fatto un lavoro di ricostruzione della vita, delle opere e delle lotte contro la mentalità dell’epoca di questa scrittrice, che è stata vanto italiano, vincitrice del Premio Nobel nel 1926.
La Sanna, con il suo libro, ha voluto dare visibilità al ruolo delle donne nell’ambito letterario.
Nell’ultimo periodo, per Grazia, sembra esserci stata una rinascita. Alla fine del 1800, alle bambine era permesso frequentare solo fino alla quarta elementare. Per dare a Grazia l’opportunità di imparare qualcosa di più, le venne concesso di ripetere l’anno.
Silvia Sanna ha ricordato l’antipatia di Pirandello per questa “casalinga prestata alla letteratura”. Lo scrittore siciliano denigrava soprattutto il marito di Grazia, l’unico uomo che la supportava e che credeva in lei. Per Pirandello era impensabile che il coniuge stesse sempre un passo dietro alla moglie, considerata inoltre poco colta.
Silvia ha voluto far emergere il lato ironico di questa scrittrice, cercando di trasmetterlo nelle pagine del libro.
Grazia era una grafomane. Studiando tutte le carte e, soprattutto, le lettere, Silvia ha saputo evidenziare questo aspetto caratteriale poco conosciuto.
Sara Rattaro ha chiesto all’autrice quale sia stata la parte più complicata da scrivere. La Sanna ha risposto: riuscire a far conciliare Grazia con i suoi concittadini e cercare di riprodurne lo stile per rendere il romanzo più veritiero. Per fare questo si è dovuta immergere nel modo di parlare e di scrivere del tempo.
“Grazia Deledda” è un libro che dovrebbe arrivare nelle scuole.
Ringrazio Morellini Editore per l’invito.
Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.