Cari Amici de “La Bottega dei Libri”, oggi, presso il nostro salone delle Interviste, ospitiamo un’autrice che crede molto nel potere delle parole. Vi presentiamo Mariangela Cutrone, autrice della raccolta “Le parole empatiche”.
Ciao Mariangela, per prima cosa, ti volevo fare i complimenti per questo libro così sincero e positivo. Mi è davvero piaciuto molto. Ti va di raccontarci da dove hai preso l’ispirazione per questo versi e quanto della tua vita c’è dentro?
“Le parole empatiche” si ispirano alla Pura Vita, quella vissuta a pieno senza “se e ma”; quella nella quale trovano posto anche i propri errori, i rimpianti, i rimorsi e le parti di noi stessi che sono rimaste ferite e con le quali facciamo fatica ad andare d’accordo.
Ad un certo punto del mio percorso evolutivo, ho sentito l’esigenza di mettere “nero su bianco” quel viaggio esperienziale. Viaggio ricco di emozioni intense e veritiere che mi avevano condotto ad essere quella che sono ora, in cui oltre ad essere una “donna”, sono anche una “mamma”.
Questo bisogno è stato così forte che, se non l’avessi assecondato, avrei vissuto a lungo con la sensazione di essere incompleta. Grazie a questo libro ho chiuso un capitolo della mia vita per aprirne uno nuovo.
Le parole empatiche è un titolo veramente delicato, che accarezza fin da subito il lettore. È stata una scelta istintiva o hai riflettuto molto prima di sceglierlo?
La scelta di questo titolo per il mio libro è stata istintiva. È come se questo titolo avesse bussato alla porta della mia mente per essere accolto a pieno, senza remore.
Credo molto nel potere delle parole tanto è vero che una delle tre sillogi che compongono “Le parole empatiche” si chiama proprio “La vita raccontata”.
Le parole hanno un potere immenso che spesso sottovalutiamo; sono il mezzo attraverso il quale esprimiamo messaggi autentici e forti che riguardano il nostro vivere, inteso come un continuo “divenire”. Attraverso le parole ci avviciniamo al mondo dell’Altro, lo scrutiamo a fondo per rintracciare parti del nostro essere, perché Noi non siamo poi tanto diversi dagli altri e da quelli che allontaniamo o nei confronti dei quali eleviamo mura massicce che si cibano di egoismo e pregiudizi.
Leggendo, mi sono resa conto del grande rispetto che hai per le parole, per alcune in particolare, che evidenzi con la lettera maiuscola. È una mia interpretazione o è proprio così?
Si, ci sono parole che ho evidenziato perché mi stanno tanto a cuore e che sono delle costanti nella mia poetica e nel mondo delle emozioni e dell’empatia in genere.
Una di queste parole è lo “specchio”, che è un’immagine che rappresenta al meglio il processo empatico che inconsciamente attiviamo quando interagiamo con l’Altro. Attraverso il rispecchiamento nel vissuto e nelle emozioni altrui, impariamo a conoscere parti del nostro essere.
Questo processo è importante perché ci permette di evolvere e fare i conti anche con parti nascoste della nostra personalità, le cosiddette “parti esiliate”, nei confronti delle quali spesso prendiamo le distanze, ignoriamo o seppelliamo, autoconvincendoci che sono inutili. Ciò che emerge dal rispecchiamento è una verità assoluta ossia che l’Altro non deve essere visto come un nemico ma un complice, un alleato, un compagno di viaggio con il quale condividere passioni e momenti significativi che lasciano davvero il segno.
Secondo te c’è una categoria di lettori a cui potrebbe piacere questo testo o può andare bene per tutti?
“Le parole empatiche” è un libro che può essere letto da tutti perché riguarda la nostra natura umana e in esso ognuno può identificarsi con facilità. Io lo consiglio soprattutto ai sognatori, che non smettono mai di perseguire e coltivare i propri desideri con i quali non cessare mai di sperare e cambiare la realtà e la propria esistenza.
Godranno della sua lettura anche coloro che credono negli “incontri importanti” della propria vita; quelli tra “anime elette”, che ti cambiano il corso degli eventi e lasciano davvero un segno indelebile che ti sprona ad essere ciò che sei e a vivere in coerenza con i tuoi sogni e desideri.
La certezza che ho avuto leggendo questo libro è la saggezza che nasce da un grande percorso introspettivo e di armonizzazione con gli altri. Ti va di parlarcene?
Sono sempre stata un’anima curiosa e avida di conoscenza ed emozioni forti. Ho vissuto una fase della mia vita in cui non riuscivo a stare ferma, avevo bisogno di sperimentare, mettermi in gioco e osare. Ho intrapreso un percorso evolutivo in cui ho imparato a conoscere meglio me stessa grazie all’incontro con persone che, inconsapevolmente, mi hanno cambiata nel profondo perché con esse ho imparato a perdonare parti di me stessa che non accettavo.
Una delle esperienze che mi ha segnato tanto è stata la malattia di mio padre che, da una parte, mi ha destabilizzata, dall’altra, invece, mi ha donato forza e coraggio per lasciare la mia terra d’origine e abbracciare a pieno i miei sogni e l’amore.
Un’altra esperienza emblematica della mia vita è stata la maternità. Grazie a mio figlio ho imparato a coltivare ogni giorno il mio fanciullino, che rappresenta la mia parte più giocosa e creativa. È da essa che traggo spesso ispirazione perché è la parte più coerente del mio essere e mi fa sentire veramente viva.
Rispetto per se stessi, sinergia con gli altri, amore, queste sono le parole chiave che userei per descrivere il tuo libro. Tu quale altra aggiungeresti?
Indubbiamente “fanciullino” perché sono una sua grande estimatrice. Credo nel suo potere e non smetterò mai di spronare gli altri a non abbandonarlo, ma a coltivarlo ogni giorno, imparando ad “osservare” e non solo a “guardare” ciò che ci circonda.
Con “Le parole empatiche” voglio invitare la gente ad indossare ogni giorno delle lenti colorate grazie alle quali emozionarsi di tutta quella Bellezza e Meraviglia che ci circonda e che, spesso e volentieri, ci sfugge perché siamo troppo presi dai nostri pensieri, dalla frenesia e dal caos che regna soprattutto nelle nostre menti.
Il “fanciullino”, invece, ci chiede di dare ascolto ai nostri desideri, alle emozioni e ai sogni che parlano davvero di noi; che ci permettono di ricongiungerci con quello che siamo davvero, abbracciando così a pieno la serenità e uno stato di beatitudine inedito.
Finisco con un’ultima domanda, che probabilmente ti aspetterai, e ti ringrazio per la tua disponibilità. Come mai la scelta di questa copertina che esalta la tua sagoma totalmente libera da barriere e muri?
Approfitto per ringraziare di cuore l’artista Davide De Brita, che ha curato la copertina e le illustrazioni che compongono il libro.
La copertina è una parte di un quadro che ha realizzato l’artista e rappresenta la nudità umana, quella non solo fisica. Attraverso questa copertina viene messa in evidenza la volontà (dopo aver intrapreso un determinato percorso evolutivo) di mettersi a nudo, mostrarsi agli altri per quello che si è davvero; aprendo il cuore agli altri esprimendo tutto ciò che è racchiuso nell’anima e che riguarda tutti (nessuno è escluso!). Senza remore, se e ma.
Posso ammettere che con “Le parole empatiche”, per la prima volta in assoluto, mi sono esposta a pieno esprimendo tutto il mio essere, comprese le mie debolezze e “parti esiliate” con le quali ho fatto finalmente pace.

Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.