Buongiorno cari lettori, bentornati nel nostro angolo delle interviste. Oggi con noi Luca Giribone! Ecco a voi l’intervista…
Benvenuto Luca, è un piacere averti ospite qui nel nostro blog. Qualche giorno fa abbiamo letto la recensione del tuo “New York 1941. Forse”, a cura della nostra Martina.
Ma adesso iniziamo l’intervista!
Com’è nata la tua passione per la scrittura e la lettura?
Spontaneamente e precocemente, passando senza sforzo attraverso le maglie di una fantasia sconfinata e di una inarrestabile curiosità.
Oltre alla scrittura e alla lettura hai altre passioni?
La musica, ascoltata e suonata, che accompagna la mia vita da sempre.
“New York 1941. Forse” è il tuo primo romanzo, un noir a tinte forti che si sviluppa attraverso temi fantastici giocati sul rovesciamento totale delle attese dello spettatore e sui continui colpi di scena.
Perché proprio un romanzo storico e con questa ambientazione?
Per costruire l’illusione di una connotazione, per l’appunto, storica della trama e, senza preparazione, sconvolgere il lettore facendogli comprendere di avere letto, in realtà, un genere totalmente diverso. Un gioco, volto a ribaltare ogni aspettativa. Qualcosa di radicalmente differente dal solito.
C’è qualcosa che richiama il tuo personale passato o la trama è frutto solo di fantasia?
Credo che in ogni libro vi sia molto della vita e della sensibilità dell’autore. Trattandosi di una storia che esplora il limite, in tutti i sensi, non può contenere nulla di autobiografico, ma è inevitabilmente intrisa di un vissuto che viene trasferito in senso diretto o metaforico.
Da dove è nata l’ispirazione per il personaggio di Frank?
Frank è in qualche modo figlio del paradosso, del colpo di scena radicale che abita il centro del romanzo, quasi come se fosse la vicenda a dare vita al personaggio e non questi a interpretare la storia di cui è protagonista.
Se dovessi scegliere un colore per descrivere il tuo libro?
Mi condiziona positivamente la scelta grafica che ha voluto proporre la casa editrice, un verde scuro, limaccioso, che nasconde più di quanto sveli, che allude, fino a catturarci per trascinarci verso la verità inimmaginabile che ne abita il fondale.
Avevi già in mente la svolta finale del libro o è nata man mano che scrivevi?
Direi che il libro è stato costruito proprio intorno all’idea centrale, tanto dirompente da diventare, per il sottoscritto, una ossessione lunga venticinque anni.
Prova a convincere il lettore ad acquistare i tuoi libri.
Rubo un bellissimo complimento che mi rivolse una ragazza, scrivendomi a lettura ultimata: “Non ho mai letto nulla di simile in tutta la mia vita, e non vedo l’ora di avere fra le mani il seguito”.
Un accenno al tuo prossimo progetto…
Non poteva, ancorché non fosse inizialmente previsto, non nascere un seguito, una evoluzione che alzasse la posta e fornisse le risposte alle domande alle quali il primo romanzo non aveva concesso soddisfazione. A fine 2018 il secondo “capitolo” sarà in tutte le librerie. Spero incontri la stessa curiosità e lo stesso entusiasmo con i quali è stato accolto questo esordio, un riscontro per il quale voglio ringraziare tutti i lettori, la casa editrice, gli amici e i familiari che mi hanno accompagnato e sostenuto nel corso di un’avventura difficile e insieme straordinaria.
Bene… Ti ringraziamo per esser stato qui con noi! A tutti voi diamo appuntamento alla prossima settimana e alla prossima intervista!

Trentenne in cerca della sua strada nel mondo. Amo leggere e perdermi tra le pagine di un libro, viaggiare con la mente in posti che non conosco, vivendo un’infinità di vite e storie. Girovagando sul web, sono inciampata ne “La Bottega dei libri”, un piccolo grande ritrovo per gli amanti della lettura come me. Quindi eccomi qui a scrivere e condividere con voi questa passione…