Buongiorno amici Bottegai!! Oggi, nel nostro salottino delle interviste, ospitiamo l’autrice di “Clic”
Benvenuta Johanna Finocchiaro, autrice di Clic.Per noi è un grande piacere averti con noi in questo angolo di interviste. Ti ringraziamo per averci dato la disponibilità di farti conoscere più a fondo. Iniziamo pure con la nostra chiacchierata!
Con un “Clic” come descriveresti Johanna?
Prima di tutto, vorrei ringraziare “La Bottega dei Libri” per l’invito e le splendide domande; rispondo subito e molto volentieri!
Johanna è quel “clic”, semplicemente. Un piccolo fascio di nervi ottimista ed entusiasta, ipersensibile e iperattivo, curioso. Una ragazza che, oltre ad amare la vita come concetto astratto, ama viverla; appieno e a mille: divisa tra impegni, emozioni e solitudine. La Poesia e l’Arte tutta, da sempre, sono della sua ispirazione fonte e foce.
Da dove è nato il titolo del tuo libro?
Da una lirica, scritta in un momento di “presa di coscienza”. Invece di attaccarmi alla presa letterale, appunto, mi sono attaccata alla penna, filo diretto col mio io intimo, per capire a che punto della vita mi trovavo; di cosa essere grata, come cambiare l’indesiderato e perchè. Il significato di questo “clic” che tanto distintamente echeggiava nella testa, accendendo e spegnendo la luce e me.
Ho realizzato subito sarebbe stata quell’onomatopea, quel gesto che ormai chiunque compie senza nemmeno pensare, il titolo della silloge. La Poesia mi dà e toglie energia, tracciando percorsi di pura elettricità. Io stessa, inoltre, ho deciso che la lampadina simbolica in cui racchiudo ogni minima sfumatura di me nel bene e nel male, debba brillare (e la copertina la dice lunga :-D). Non sprecherò altro tempo a chiedermi se sono in grado di fare qualcosa. Voglio scoprirlo agendo, sbagliando se serve!
Una cosa che incuriosisce molto i nostri lettori, in genere, è come si costruisce una “raccolta”. La tua segue una specifica struttura?
L’idea di fondo era che il lettore potesse ritrovarsi immerso dalla testa ai piedi, nel mio mondo. Che ci “sguazzasse”, avendo accesso ad ogni anfratto.
Dunque, basandosi su questo presupposto, la silloge non segue un ordine specifico, se non quello d’intervallare poesie più corpose con componimenti più veloci. Una volta accesa la luce, con tutta l’onestà e la trasparenza di cui sono capace, indirizzo lo sguardo di chi desidera seguirmi un po’ qui un po’ lì, in un viaggio intenso, panoramico e mai noioso, ritmato e a tratti inquieto.
Hai poeti a cui ti ispiri nel linguaggio poetico?
Assolutamente sì! Amo leggere ed è praticamente impossibile che la lettura non influenzi la scrittura, benchè col tempo diventi un linguaggio personale e “su misura”. Sin dalla scuola, ho scoperto nell’ermetismo di Ungaretti un portale verso mondi meno carnali ma non per questo meno veri. Crescendo, mi sono imbattuta nelle liriche di Neruda, Montale, Maria Luisa Spaziani, Walt Whitman, Nazim Hikmet-Ran, Samir Galal Mohamed, Antonia Pozzi… Ognuno di loro ha come completato un puzzle, insegnando e modellando, sfidando ordini prestabiliti. Tuttavia, il modello poetico che più di tutti mi ha attratta ed ispirata è quello della greca Kiki Dimoula che, con cinismo composto, ironica intelligenza e consapevolezza di sè, ha saputo trasmettermi quel senso di completezza che ritrovo soltanto scrivendo.
C’è un componimento che ti emoziona più di tutti?
Sì, c’è. E mi ha mostrato quanto la verità e il suo vestito più bello, la Poesia, siano pure e semplici.
“C’è un’ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa“
(Trilussa, Felicità)
Cosa provi quando scrivi?
Sento che ogni cosa perde il proprio nome, l’identità. Io sono io ed altro, la paura si mischia allo stupore, i sogni al futuro, la realtà al desiderio, in un vortice palpabile di essenza. Ed è come se riuscissi a estrapolarla quell’essenza, annusarla e conservarla per sempre in versi, sondando una dimensione talmente profonda che soltanto alla Poesia è concesso svelare.
Provo libertà, avventura e mistero. Sensualità e bellezza.
Scrivi di getto?
Sì. E no! 🙂 Alcune liriche vengono fuori da sè, come il respiro dai polmoni. Se ne stanno lì, “sulla punta della lingua”, fintanto non decidono che l’interno gli sta stretto, che vogliono uscire e far rumore e in un baleno sono belle che andate.
Altre maturano lentamente, mi crescono dentro come un ritmo, una danza. A volte fanno male, a volte leniscono. Ma mai ho rinnegato un singolo verso. Ognuno di essi ha percorso con me un pezzo di strada e ha avuto motivo per manifestarsi.
Ti va di leggerci e commentarci un componimento di “Clic”? O anche un verso…
Certo e con piacere!
“Un fischio lontano, fatto di sogni.
Lo vedo, li vedo, li voglio ingoiare.
Sì lo sento, sento quel fischio con occhi fermi;
sono ben aperti.
E ora?
Proprio allora, smetto l’elegante indugiare. Eterno indugiare.
La battuta d’arresto è solo il punto di partenza.
(“Clic”, L’Erudita Editore 2020)
In questo estratto (la poesia titola, per l’esattezza, “Stop”) ritrovo e descrivo quell’insofferenza e quella smania di vita che mi contraddistinguono; si parte con un ritmo serrato, sincopato, tra suoni duri e allitterazioni, per scivolare man mano nella speranza, nella percezione che qualcosa di meglio arriva sempre (il fischio del treno, appunto). Ci si arresta solo per ripartire. A patto che gli occhi siano ben aperti; troppe le corse perse, ignorate.
Incuriositi? Lo spero proprio! 😉
Leggeremo una prossima silloge firmata dalla tua penna?
Sì, amici della Bottega dei Libri e cari lettori. Ci sto lavorando su da mesi e il materiale è quasi pronto! Tuttavia vorrei aspettare che “Clic” compisse il suo primo anno di vita, a settembre. Tra l’altro, il gruppo di esplorazione letteraria di cui faccio parte, i “Poeti Emozionali” (www.poetiemozionali.it), collaborano da qualche tempo con l’Associazione Culturale torinese “Vivere d’Arte”, che si è appena trasformata in Casa Editrice. Stay tuned!
Un’emozione che, pensi, non debba mancare mai quando si scrive
La Gioia. Una qualità che non dipende dall’esterno, da ciò che ci succede; siamo noi a scegliere di coltivarla e farle posto. Ha radici abbastanza robuste da resistere alle intemperie, permettendo d’intravedere la luce nonostante il buio e di non darla per scontata in sua assenza.
Grazie Johanna per questa bella chiacchierata. Possiamo dire, a nome di tutti, che ci hai incuriositi eccome! Ma ci hai anche mostrato la tua anima da scrittrice. Questo è un dono che ti auguriamo di custodire sempre… e di condividerlo con noi, come stai facendo!
A presto, per la recensione di “Clic”….
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.