Buongiorno cari lettori, bentornati nel nostro angolo interviste. Oggi con noi Antonio Michele Paladino! Ecco a voi l’intervista…
Benvenuto Antonio, è un piacere averti qui. Abbiam avuto recentemente il piacere di leggere il tuo ultimo romanzo: La danza del puparo, Kobo Editore, vincitore nel 2017 del premio “Romanzi in cerca d’autore”, recensito dalla nostra Maura.
Ma rompiamo subito il ghiaccio e iniziamo l’intervista!
Com’è nata la tua passione per la scrittura e la lettura?
È stato un colpo di fulmine nel vero senso della parola. O quasi. Mi stavo asciugando i capelli, quando ho pensato che dovevo assolutamente scrivere il racconto che avevo in testa. Sono schizzato via in fretta, con le mani ancora bagnate e senza staccare la spina dell’asciugacapelli. Ho sentito una scossa. Leggera, per fortuna. Il racconto, però, se n’era già andato. Da quel giorno in poi, è stata solo costanza.
Che generi letterari ti piace leggere?
Leggo di tutto. Di un romanzo non guardo il genere, ma lo stile e la vicenda.
Il tuo romanzo La danza del Puparo parla di malattia e rapporti familiari da dove è nata l’idea?
Ho quattro pupi, nella mia cucina. Se ne stanno lì, appesi a un gancio sulle mensole, a guardarci mentre mangiamo e ci raccontiamo com’è andata la nostra giornata. Una sera, mi sono chiesto: E se prendessero vita, che cosa farebbero?
Se dovessi descrivere Vinni con solo con due aggettivi quali sarebbero? Parlacene un po’.
Visionario. E romantico. Non folle, ma visionario. Vinni reinterpreta una realtà a lui profondamente ostile, dandole un nuovo senso. Lui sceglie di dirigere il film della sua stessa vita. E in questo film, Vinni è un eroe romantico che combatte per un ideale. Anzi, non per un ideale. Ma per l’Ideale.
Ambientare un libro nella Sicilia della seconda metà del ‘900, con tutte le problematiche di quella terra non è certo facile. Cosa ti ha portato a questa scelta?
Volevo raccontare qualcosa che conoscevo, che sentivo mio. E volevo farlo nel modo che credevo più giusto, quindi raccontando problemi e pregi. Nel romanzo ci sono entrambi, penso.
Ami più i Pupi e le loro rappresentazioni, la Sicilia e la sua storia o Vinni e la sua vita travagliata
La Sicilia. Ma quella letteraria. Altrimenti vince Vinni, e per distacco.
Escludendo Vinni quale altro personaggio ti ha intrigato particolarmente?
Ne scelgo due. Il marchese morte e suor Allegra, ovvero il bisavolo e la zia di Vinni. Due Scornavacca, e quindi due matti da legare. Un marchese esperto di occulto ossessionato dal suo lavoro, e una bizzarra libertina che, forse, finisce col farsi suora. Le loro sono storie amare, eppure comiche. Ho un debito con “loro”. Nel romanzo non sono che comparse. Magari, in futuro, verrà anche il loro tempo.
Prova a convincere il lettore ad acquistare il tuo libro.
Sono un pessimo venditore. Ma ci proverò lo stesso. Allora, ci sono un povero matto pieno di soldi e una donna bella e senza scrupoli. C’è anche un drago. Rosso. Un palazzo pieno di pazzi con un giardino sorvegliato da un puma della Patagonia. Si chiama Xipe Totec, il puma. Ci sono re, streghe, stregoni, cavalieri e duelli all’ultimo sangue. C’è un vecchio triste. Si chiama Ferraù. E poi… poi c’è un drago. Rosso.
Un accenno al tuo prossimo progetto…
Sto lavorando a un romanzo su un prete, un confessore. Una storia molto particolare. Vecchia e nuova allo stesso tempo, come lo sono le belle storie.
Concedetemi un saluto e un ringraziamento finale a La bottega dei libri e a tutti i suoi lettori. Grazie di cuore!
A te! Un saluto a voi tutti e alla prossima intervista!
Trentenne in cerca della sua strada nel mondo. Amo leggere e perdermi tra le pagine di un libro, viaggiare con la mente in posti che non conosco, vivendo un’infinità di vite e storie. Girovagando sul web, sono inciampata ne “La Bottega dei libri”, un piccolo grande ritrovo per gli amanti della lettura come me. Quindi eccomi qui a scrivere e condividere con voi questa passione…