Buongiorno e bentrovati nel nostro angolo dedicato agli autori. Oggi avremo con noi e intervisteremo Andy Ben! Ecco a voi l’intervista…
Benvenuto Ben! Siam felici che tu sia qui con noi. La nostra Cristiana ha recentemente recensito il tuo romanzo: Ti ho scritto una m@il, un romanzo rosa pseudo-biografico, edito Pub Me.
Ma cominciamo l’intervista! Come sono nate le passioni per la lettura e la scrittura?
Sono stato un bambino molto precoce: ho imparato a leggere e contare intorno ai 4, 5 anni di età dalla mia Babysitter, perché insieme a me era accudito un bambino di 10 anni e io ero sempre incuriosito e affascinato quando lui faceva i compiti. Lui ha avuto la pazienza di “insegnarmi” ancor prima che andassi alle scuole elementari. Appunto durante le elementari, in terza o in quarta – non ricordo – iniziai ad appassionarmi alla fantascienza (quella per bambini) e alla mitologia greca, sempre in formato “masticabile” per piccoli: ricordo che la nostra maestra ci soprannominava scherzosamente “topi da biblioteca”. Credo che da lì a scrivere, il passo sia stato breve.
Andy Ben è uno pseudonimo a cosa è dovuto?
Durante le scuole superiori, un compagno di classe mi chiamava Andy Bang storpiando “bang” in “ben”. Quando mi sono trovato a scrivere il testo di uno dei pezzi della mia band, mi è venuto naturale firmarlo Andy Ben. Da quel momento Andrea è la persona seria e razionale, colui che è diventato ingegnere, mentre Andy Ben è la mia personalità creativa.
E ora curiosiamo un pò sul tuo libro di cui la nostra Cristiana dice: “le autobiografie hanno sempre il potere di affascinarmi, mi chiedo cosa porta una persona a raccontare la propria esistenza tra le pagine di un libro?“
E quindi poniamo a te questa riflessione… Come mai scegliere di fare un romanzo autobiografico?
È stato lui a scegliere me. La gestazione e la nascita di “Ti ho scritto una mail” è piuttosto particolare e anomala. Tutto parte da quando ho iniziato a raccogliere e stampare mail personali (e non) e i contenuti di chat a cui avevo partecipato, pratica che col tempo è scemata. Se la dovessi romanzare, ve la racconterei così: un giorno a casa, insieme a colei che sarebbe diventata mia moglie, si è deciso di mettere ordine… siete donne e sapete benissimo che prima degli eventi importanti o al cambio di stagione, avete l’impulso maniacale di dover fare pulizia e noi maschietti ci dobbiamo adeguare. In quel periodo ci fu la doppia coincidenza: cambio di stagione a 6 mesi dal matrimonio. Disfando – perché è esattamente questo il termine corretto – il mio studio, incappai nel plico di stampe che vi dicevo e… smisi di riordinare e cominciai a leggere… e il romanzo venne da se… e servì anche per confezionare la bomboniera.
Se tu potessi cambiare qualcosa di quella storia cosa cambieresti?
Niente. In realtà “Ti ho scritto una mail” non è esattamente autobiografico ma pseudo-biografico: non tutto ciò che è scritto è completamente reale o veramente accaduto, solo un buon 85%. Il resto è frutto della fantasia e di come, probabilmente, avrei voluto fossero andate le cose.
Se dovessi dare un colore al tuo romanzo che colore avrebbe?
THSUM è rosa, decisamente rosa, schifosamente rosa.
Invece la sua colonna sonora quale sarebbe?
Quella dei suoi tempi: all’interno cito Elio e le storie tese, Renato Zero, Subsonica, Luca Carboni. Sì, storia italiana, musica italiana pop. Detto per inciso, a parte i Subsonica, ascolto tutt’altro genere di musica.
Come sei passato da un romanzo rosa ai thriller?
Come vi dicevo, THSUM è un’anomalia. Leggo quasi esclusivamente gialli e fantascienza, credo sia normale avere la tendenza a scrivere del genere che si legge.
Che differenze stai notando tra il Self Publishing e pubblicare con una casa editrice?
Mah. È ancora troppo presto per tirare le somme. Con la casa editrice Lettere Animate mi trovo bene e credo che continuerò la collaborazione con loro per ciò che riguarda la “saga Montorsi” o comunque per tutto quello che sarà eventualmente la mia pubblicazione di romanzi articolati. Il self-pub è una prova – finora limitata alla sola nuova edizione di THSUM – consigliatami da due colleghe scrittrici: al momento ti posso dire che per progetti quali antologie o romanzi brevi, potrei prendere questa strada che è più rapida. Per me personalmente cambia poco se non il tempo di pubblicazione, ma il mio è un caso a parte: consegno alla CE romanzi che hanno già passato le fasi di correzione bozze e editing, che faccio fare da miei fidati amici semiprofessionisti in cambio di cene o della copia autografata del libro. Senza editing e correzioni bozze ritengo il self-pub molto rischioso se si è un emergente e si ha l’ambizione di volersi far conoscere: un brutto biglietto da visita ti può stroncare anche a fronte di una trama originale e ben costruita.
Come vivi il rapporto con la rete?
Beh, a questa domanda posso rispondere solo: “Leggi Ti ho scritto una mail” 😉
Prima di lasciarci, un accenno ai tuoi prossimi progetti…
Ho in cantiere il 3° volume della “saga Montorsi”, giallo/thriller (stavolta credo che la sfumatura erotico/passionale sarà ridotta al minimo) tuttavia prevedo tempi piuttosto lunghi. Mi piacerebbe riuscire a pubblicare entro l’anno un’antologia personale che raccolga in un unico volume tutto ciò che è racconto breve, testi di brani ecc. che ho scritto in questi anni e pubblicato qua e là, insieme a qualcosa di inedito.
Beh rimaniamo, dunque, in attesa di prossime notizie al riguardo, ti ringraziamo e salutiamo!
A voi tutti diamo appuntamento alla prossima intervista!
Trentenne in cerca della sua strada nel mondo. Amo leggere e perdermi tra le pagine di un libro, viaggiare con la mente in posti che non conosco, vivendo un’infinità di vite e storie. Girovagando sul web, sono inciampata ne “La Bottega dei libri”, un piccolo grande ritrovo per gli amanti della lettura come me. Quindi eccomi qui a scrivere e condividere con voi questa passione…