Ben ritrovati carissimi lettori, oggi come ogni sabato, abbiamo come al nostro salottino delle interviste un’autrice di cui abbiamo recensito da poco l’opera…
E siamo qui con Allyson Taylor, autrice del romanzo Unexepected, le diamo il benvenuta e partiamo subito con tutte le domande che ci attanagliano…
Allyson, è una scrittrice giovanissima: quali sono i suoi punti di riferimento letterari, da cui ha tratto insegnamento o a cui si ispira?
Mi sono avvicinata al mondo della scrittura abbastanza tardi, quando frequentavo già le scuole superiori, iniziando a leggere i primi romanzi rosa. Sono stata conquistata fin da subito dallo stile di Colleen Hoover, autrice che ammiro molto e che mi ha insegnato tanto dal punto di vista della scrittura. Mettendo da parte questo genere letterario, però, posso confermare che una parte di me ha tratto ispirazione di gialli e thriller (che adoro), in particolare da Jeffrey Deaver.
Perché ad un certo punto della sua vita (possiamo dire adolescenziale) ha deciso di dedicarsi alla scrittura? Cosa è scattato dentro di lei? Cosa l’ha portata a compiere questo salto da lettrice ad autrice?
Ho iniziato a scrivere per diversi motivi. Il principale è che volevo scrivere qualcosa che non avessi ancora letto. Qualcosa di diverso, capace di conquistare il lettore e appassionarlo, perciò ho messo le mie idee su carta. In secondo luogo, ho cominciato a scrivere al termine degli studi quando non riuscivo a trovare un lavoro. Avevo sentito parlare dell’auto-pubblicazione, così ho intrapreso questa strada conciliando le due cose: nuove idee e necessità di racimolare qualcosa.
Generalmente uno scrittore entra in empatia con i personaggi di cui racconta le storie: con quale dei personaggi dei suoi romanzi si è trovata finora in sintonia, pur senza immedesimarsi, e perché?
Io entro in sintonia con tutti i personaggi dei miei romanzi, o quasi, perché ognuno di loro possiede un aspetto del mio carattere, o una particolarità che desidero avere, oppure semplicemente perché abbiamo in comune esperienze vissute. È difficile scegliere un personaggio in particolare col quale sono entrata più in sintonia, proprio perché sento di aver messo una piccola parte di me in ciascuno di loro.
Cosa si aspetta per il suo futuro? Sogna di affermarsi nel mondo dei romanzi? O continuerà a coltivare la scrittura come passione di cui non può fare a meno?
Scrivere per me non è soltanto una semplice passione. È qualcosa che mi fa stare bene mentalmente, quindi non abbandonerò mai questa “attività”. Riuscire ad affermarmi nel mondo della scrittura sarebbe il mio sogno, la ciliegina sulla torta; ma se anche non dovesse succedere non smetterò di scrivere romanzi.
La premessa che fa in Unexpected è che i fatti che lei racconta sono puramente frutto della fantasia: ma proprio nulla di autobiografico è presente nella narrazione?
Tutte le vicende raccontate nei miei romanzi sono inventate, ma alcuni particolari sono ispirati in parte alla mia vita personale. Non tutti ovviamente, ma solo pochi aspetti. A volte inserirli è inevitabile, perché spesso non me ne rendo neanche conto mentre scrivo e me ne accorgo solo dopo aver revisionato il romanzo.
“Inaspettato” nel suo romanzo sembra essere l’amore nella vita di Fanny: ma forse “inaspettata” può essere stata anche la scelta fatta di allontanarsi dal padre e costruire da sola la propria vita con tutto ciò che ne è conseguito?
La vita è un susseguirsi di eventi inaspettati. Questo è il vero senso del titolo e ciò che vorrei trasmettere. Parlando di Unexpected, si potrebbero considerare “inaspettate” varie cose: l’amore nella vita di Fanny, ma soprattutto il modo in cui arriva; la decisione della protagonista di non seguire i piani che il padre aveva fatto per lei, e una serie di altri eventi che preferirei non menzionare per evitare spoiler. Tutto ciò che accade nella vita di Fanny è inaspettato e ha fatto sì che lei diventasse la donna che è alla fine del libro. È ciò che accade anche nella vita reale.
Ci sono diversi stati emotivi che lei attribuisce ai personaggi del romanzo: tra tutti emerge soprattutto la paura. Di cosa può avere paura una scrittrice così giovane come lei? Ci sono paure che condivide con i personaggi di Unexpected?
Sono una scrittrice alle prime armi e le mie paure sono molte, riguardanti il modo della scrittura e non solo. Parlando del primo, ci sono due paure che mi vengono subito in mente: le critiche negative e non riuscire a portare questa mia passione ad un livello più alto. In merito ai personaggi di Unexpected, posso confermare che ci sono paure che condivido con i protagonisti, specialmente con Fanny. Il terremoto è una di queste. Vivere in prima persona un evento naturale di questo tipo è qualcosa che lascia un segno che non si può cancellare.
Si sente soddisfatta del suo ultimo romanzo, anche in confronto ai precedenti? Perché?
Sì, penso di essere soddisfatta del mio ultimo romanzo. Ho lavorato un anno per farlo diventare ciò che è adesso, ritagliandomi del tempo appena riuscivo. Nonostante ciò non sento di poter fare un confronto con gli altri miei romanzi perché sono tutti diversi, scritti in periodi differenti della mia vita e, con ognuno di essi, la mia scrittura e il mio modo di pensare sono cambiati. Perciò ogni volta provo un tipo di soddisfazione differente che non può essere paragonata.
Quale messaggio pensa di aver trasmesso ai suoi lettori?
Al giorno d’oggi molti giovani si trovano davanti a scelte che segneranno il loro futuro e il timore di prendere quella sbagliata è molto forte. Per questo motivo a volte, se non spesso, si tende a prendere la via più facile, meno impervia. Ci vuole coraggio per riuscire ad affrontare le proprie paure, percorrere una strada in salita e non farsi abbattere dagli ostacoli e da eventi inaspettati. Bisogna essere determinati, coraggiosi e non arrendersi mai. Questo è ciò che penso, e spero, di aver trasmesso ai miei lettori.
Ha già in mente qualche progetto su un eventuale prossimo romanzo che scriverà?
Sì, ho già iniziato a scrivere un nuovo romanzo, ma sono ancora all’inizio quindi c’è molto da fare. Voglio concentrarmi e riuscire a scrivere una storia nuova, diversa, che tratta un tema che non ho mai affrontato prima. Di più non posso dire.
Perfetto, grazie mille per essere stata con noi e speriamo di leggere presto qualche altra sua opera…
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.