“Piccole donne”, racconta la storia di quattro giovani sorelle durante gli anni della guerra civile americana. Il padre è cappellano dell’esercito dell’Unione, lontano da casa, mentre le ragazze restano a casa con la madre.
Oggi la rubrica “Dasempre & Persempre“, in occasione della recente trasposizione cinematografica di Greta Gerwig (Warner Bros), ha come protagonista il capolavoro di Louisa May Alcott, “Piccole Donne” (Little woman), storia che ha fatto parte dell’infanzia di un po’ tutti noi.
Il romanzo è incentrato sui problemi, i sogni e le aspirazioni di queste Piccole Donne. Nella prima parte si racconta la fase del loro passaggio dall’infanzia all’età adulta, mentre nella seconda ognuna di loro viene descritta nell’intento di far fronte alle responsabilità e vicissitudini del mondo adulto e di trovare la propria strada nella vita.
Fin dalla sua pubblicazione, “Piccole donne” è stato considerato un romanzo iniziatore di un nuovo tipo di letteratura, una sorta di realismo anticipato. E oggi, centocinquanta anni dopo, esprime ancora la sua piena attualità.
Meg, Jo, Beth ed Amy sono abbastanza diverse l’una dall’altra:
- Margaret (“Meg”), la sorella maggiore, vuole contrarre un buon matrimonio in modo da poter vivere senza preoccupazioni, all’insegna del divertimento. È la più bella delle sorelle e all’inizio della storia ha diciassette anni.
- Josephine, “Jo”, quindici anni, sogna di diventare una grande scrittrice e di viaggiare per il mondo tra mille avventure. È un maschiaccio e non si prende molta cura del suo aspetto o delle sue maniere; ha un grande cuore e un animo allegro. Lingua tagliente e carattere irascibile; assiste la sua vecchia e scontrosa prozia March per aiutare economicamente la sua famiglia.
- Elisabeth, chiamata anche “Beth”, è una timida ragazza di tredici anni. Così timida da non andare a scuola, studiare a casa, prima con suo padre, poi da autodidatta. Ama suonare il pianoforte sopra ogni cosa. A differenza delle sue sorelle, piene di sogni e progetti per il futuro, Beth desidera solo rimanere a casa e prendersi cura della famiglia.
- Amy ha solo dodici anni, ma è molto sicura di sé. Vuole diventare un’artista ed è molto brava a disegnare. Amy cura molto il suo aspetto; si dà piccole arie (con grande irritazione di Jo); sua madre e le sue sorelle fanno del loro meglio per aiutarla a migliorare questo suo atteggiamento.
Ad accompagnare le quattro sorelle March in questa intricata storia, vi sono alcuni importanti personaggi come il loro vicino, il ricco Mr. Lawrence, suo nipote Laurie, Mr. Brooke, il tutor di Laurie e, naturalmente, l’amata “Marmee” sempre pronta ad aiutare e consigliare chi ha bisogno di aiuto.
Vorrei che portassimo ferri da stiro sulla testa per impedirci di crescere. Ma disgraziatamente i boccioli diventano rose e i gattini gatti!
Interessanti, come si è avuto modo di constatare, sono i diversi modelli di donne, rappresentati dalle sorelle March. Il personaggio di Jo, in particolare, ribelle o fanciullesco, si erge soprattutto per la sua forte tendenza all’indipendenza. Un’indipendenza che, invero, al giorno d’oggi non suscita scalpore come negli ultimi decenni del secolo ottocentesco, ma che comunque viene perseguita e conquistata.
Jo: No Laurie, dobbiamo parlarne in modo ragionevole.
Laurie: Schiocchezze! Jo, io ti ho amata dal primo momento che ho posato i miei occhi su di te!
– Sarebbe un inferno!
– Jo, ti giuro che sarò sempre un santo, avrai l’ultima parola su tutto. Mi prenderò cura di te e della tua famiglia.
– Non sono abbastanza elegante e raffinata per te, Laurie.
– Io voglio te.
– Ti prego, tu sei il mio amico più caro. Io non potrò mai fare la moglie.
– Lo farai invece. Un giorno incontrerai l’uomo giusto per te. Lo amerai e vivrai per lui, io ti conosco. E preferisco morire piuttosto che stare lì a guardare.
Eppure Jo si sposa e apre una scuola con suo marito Friedrich: una contraddizione rispetto a quelli che erano i suoi sogni? Non credo! Uno dei messaggi che Louisa May Alcott vuole, a mio parere, trasmettere è proprio che è giusto sognare fin da bambini… ma che non sempre la felicità da adulti è data dall’avversarsi dei sogni d’infanzia.
Questo fa parte della crescita di ognuno di noi: le esperienze di vita ci formano e ci plasmano, facendoci comprendere che non basta essere idealmente felici, essendo invece necessario avere ciò per cui è valsa la pena combattere.
Piccole Donne è un mondo da scoprire: un mondo di fragilità, di gioie, di dolori, di problemi da affrontare. Un mondo che viene affrontato dalle sorelle March in base alle proprie personalità ed inclinazioni. Louisa May Alcott rende protagonista della storia la forza delle donne: da una madre che cresce da sola le proprie figlie a queste stesse figlie che, seppur piccole, sono donne già da bambine.
E non manca il tema dell’amore: ogni “piccola donna” ama a modo proprio. Meg ama con sacrificio e devozione, Beth con grande spirito filiare, Amy con entusiasmo ed emozione, Jo… Jo si rende conto di amare e di aver sempre amato ogni sfaccettatura della propria vita.
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.