Charlotte. La storia della piccola Bronte
di Antonella Iuliano
Per la rubrica dedicata ai Classici della Letteratura, oggi Fabiola condivide con noi alcune riflessioni su un libro letto di recente, “Charlotte. La storia della piccola Bronte” di Antonella Iuliano. Non è un classico, starete dicendo tra voi e voi! Ma pone l’attenzione su un personaggio, visto sempre in secondo piano, di uno dei più grandi classici di sempre…
Questa è la storia di una lettrice, ma no, che dico, è la storia di una sognatrice! Ma, in realtà, anche di una scrittrice, di un’adolescente che scopre la lettura e poi la scrittura… e poi ancora l’amore.
Era il Marzo del 1950 quando Charlotte si imbatté per la prima volta nel famoso romanzo di Emily Bronte, Cime tempestose. Spinta da un bisogno impellente di evadere dalla noia, iniziò a leggere le prime pagine e ne rimase catturata, ammaliata, stregata… si, insomma, immaginiamo tutti le sensazioni che provò.
“Un’autentica ondata di brio la travolse appena ebbe raggiunto la sua stanza. Adesso c’erano soltanto lei e il libro. Solo lei e Cime tempestose. Poteva finalmente tornare a Heathcliff e alla sua capricciosa Catherine e leggere finché non fosse stata esausta.”
“… a un certo punto, tenendo ben aperto il libro tra le mani, si rese conto che poche pagine restavano nella sua mano destra. Era agli sgoccioli. La parola “fine” si avvicinava, inesorabile” – Charlotte. La storia della piccola Bronte
Dal momento in cui terminò il romanzo, l’unico desiderio di Charlotte fu quello di poter ancora provare quelle sensazioni: doveva leggere altri romanzi di quella autrice, doveva scoprire di più su quella donna meravigliosa che le aveva regalato tali emozioni, doveva quindi recarsi dalla signora Chloe, l’amica che aveva prestato il libro alla madre.
L’incontro tra Charlotte e la signora Chloe Adams sarà un momento che cambierà la vita di entrambe, e non solo.
Nel salotto di casa Adams, Charlotte scoprirà che Cime Tempestose fu l’unico romanzo di Emily Bronte, ma anche che la scrittrice aveva delle sorelle, due di loro anch’esse autrici di appassionanti storie d’amore; e ancora, che con una delle due condivideva addirittura il nome.
Fu durante quella prima visita alla signora Chloe che Charlotte scoprì tutto sulle sorelle Bronte; scoprì Jane Eyre di Charlotte Bronte e incontrò per la prima volta due persone che sarebbero diventate tra le più importanti della sua vita.
Da quel momento in poi, la signora Chloe divenne mentore, amica e confidente della giovane Charlotte, che scoprì che, se leggere era appassionante, scrivere lo era ancora di più. Fu, infatti, sotto la meticolosa ed appassionata guida della sua nuova insegnante, che Charlotte scrisse e pubblicò il suo primo romanzo: Emily.
Fu sempre in quello stesso salotto che Charlotte scoprì che il suo cuore era capace di battere forte, non solo per i libri, ma anche per un’ uomo; scoprì che poteva e voleva provare le stesse sensazioni delle protagoniste dei romanzi in cui amava immergersi; insomma, fu in quel salotto che Charlotte scoprì l’amore romantico.
“Charlotte. La storia della piccola Bronte” di Antonella Iuliano è un romanzo d’amore di cui purtroppo sono riuscita ad apprezzarne la bellezza solo da metà racconto, quando finalmente il ritmo narrativo diventa più veloce e si assiste ad un susseguirsi di fatti ed emozioni che accompagneranno il lettore fino all’epilogo.
La parta iniziale di “Charlotte. La storia della piccola Bronte”, invece, ha un ritmo narrativo lento e ridondante, con lunghi dialoghi e riflessioni riguardo le emozioni e le sensazioni della protagonista.
Fin dall’inizio ho apprezzato molto la scrittura di Antonella Iuliano: un libro scritto davvero bene, con una buona sintassi e una perfetta punteggiatura.
Ho seguito con piacere gli avvenimenti che si susseguono ad un ritmo più incalzante quando Charlotte sposta la sua attenzione dai libri alle persone che la circondano e le emozioni stesse sono più veloci e inafferrabili. Credo che il ritmo narrativo stesso segua l’evoluzione della giovane protagonista che, da ragazza sognatrice e introspettiva, che ripone i suoi desideri nei romanzi e le sue aspettative nella scrittura, diventa donna che agisce e che lotta, eroina della sua stessa vita.
Mi ha colpito molto leggere le sensazioni di Charlotte riguardo alla lettura.
Io e la mia più cara amica, spesso ci definiamo in lutto ogni volta che finiamo un romanzo; ma se lei sente la necessità di iniziare immediatamente una nuova avventura, io ho bisogno di elaborare il vuoto, di rivivere la storia nella mia mente, di ripercorrere certi avvenimenti ed emozioni.
Di certi romanzi conservo ancora le emozioni e talvolta, un profumo, un luogo, una fotografia mi riportano nel libro.
La lettura è un’esperienza fantastica e sono grata che essa faccia parte della mia vita.
E voi? Voi come vi sentite quando vi rendete conto che sta giungendo “inesorabile” la fine del vostro romanzo? E come elaborate il “lutto”? Ne avete già un altro pronto da iniziare o anche voi, come me, avete bisogno di un po’ di tempo per assimilare ciò che avete letto?