Classico
Newton Compton
21 luglio 2016
cartaceo, ebook
225
"La tulipe noire" viene pubblicato da Alexandre Dumas nel 1850, sei anni dopo l'enorme successo dei "Trois Mosquetaires" (seguito dagli altri due romanzi della trilogia, "Vingt ans après" e "Le Vicomte de Bragelonne") e del "Comte de Monte-Cristo", quando lo scrittore è ormai divenuto un beniamino del grande pubblico francese.
Ambientato negli anni della cosiddetta "bolla dei tulipani", nella laboriosa Olanda repubblicana del Seicento che vide l'ascesa di quella prospera e raffinata borghesia tramandataci dai dipinti di Rembrandt e di Vermeer, il romanzo narra un vero e proprio caso di spionaggio industriale e al tempo stesso una delicata, insolita storia d'amore. Intorno al favoloso "tulipano nero", il fiore perfetto e impossibile, ruota una folla di personaggi sia storici che fantastici, che l'autore riesce a rendere vivi e veri con la consueta abilità.
Un Dumas insolito, quasi con cadenze di fiaba, che rinuncia, per una volta, ai grandi colpi di scena e ai superuomini del feuilleton. Celebre il film del 1964, diretto da Christian Jacques e interpretato da Alain Delon e Virna Lisi.
“Il tulipano è il più bel fiore. Dunque, chi disprezza i tulipani offende immensamente Dio” – Il tulipano nero
Arianna, per la rubrica “Dasempre & Persempre“, dedicata ai Classici della Letteratura
“Il tulipano nero” è un romanzo di Alexandre Dumas padre, pubblicato nel 1850. La trama si snoda nei Paesi Bassi nella seconda metà del XVII secolo, periodo che vide un’accesa lotta politica per il potere tra il Gran Pensionario, il borghese Jan de Witt e lo Statolder, l’aristocratico Guglielmo III d’Orange.
Nello stesso periodo, con il primo diffondersi dei tulipani, introdotti nel paese intorno al 1560 dalla Turchia, tra i ceti più elevati si sviluppò una vera e propria ossessione per questi fiori.
Il loro prezzo crebbe rapidamente, fino a quindici volte il salario di un contadino. Intervenne persino il governo per regolare il mercato e, con la maggiore quantità commerciata, i prezzi crollarono: la cosiddetta bolla dei tulipani è probabilmente il primo caso nella storia di una bolla speculativa commerciale e finanziaria.
Fatta questa breve premessa, necessaria per contestualizzare il romanzo, soffermiamoci sulla trama.
Il protagonista della storia è il medico Cornelius Van Baerle, un giovane proveniente da una ricca famiglia dell’Aja, la cui più grande passione è la coltivazione dei tulipani. Non desidera arricchirsi, non si interessa di questioni politiche, la sua attenzione è rivolta unicamente a questi fiori. È il motivo per cui, quando la città di Haarlem indice un premio di centomila fiorini destinato al creatore dell’impossibile tulipano nero, Cornelius si getta immediatamente a capofitto nell’impresa.
La vasta conoscenza unita all’estrema determinazione, lo portano molto vicino al raggiungimento dell’obiettivo, ma i problemi sono dietro l’angolo. Anzi, sono giusto al di là della porta di casa del protagonista e portano il nome e i panni del suo vicino di casa: Isaac Boxtel.
Costui, roso dall’invidia per non essere altrettanto abile nel coltivare tulipani, organizza un piano per sottrargli i preziosi bulbi e lo accusa di aver complottato con il Gran Pensionario de Witt, nel frattempo trucidato, insieme a suo fratello, dagli orangisti.
Cornelius finisce in carcere e da qui inizia tutta una serie di avventure, intrighi e colpi di genio che porteranno verso il culmine della storia. Un elemento fondamentale nell’intreccio sarà presto Rosa, la figlia del carceriere.
Chi l’avrà vinta alla fine? Sta a voi scoprirlo!
“Si chiedevano gli antichi: qual è la differenza tra la figura del conquistatore e quella del pirata? La stessa che c’è tra l’aquila e l’avvoltoio. La serenità o l’inquietudine” – Il tulipano nero
Il romanzo si legge piacevolmente, lo stile di Dumas è inconfondibile, i personaggi sono ben congegnati e hanno tutti un ruolo rilevante all’interno della storia.
Il tema centrale è quello dell’invidia, personificata da Boxtel, cui si contrappone l’ingenuità forse un tantino esagerata del protagonista. Nonostante la storia piuttosto leggera, Dumas riesce a indagare i recessi dell’animo umano. Mostra gli esiti dell’ostinazione, sia quando è positiva, come nel caso di Cornelius, sia quando non lo è, come nel caso del suo invidioso vicino di casa.
Un aspetto da sottolineare è l’importanza rivestita dal ruolo di Rosa, personaggio intelligente e coraggioso. Rosa sarà fondamentale per Cornelius e in particolar modo per il tulipano nero, che in fondo è il vero protagonista della vicenda. Non è scontato trovare in un romanzo di quasi duecento anni fa un personaggio femminile così determinante nell’intreccio.
Una caratteristica che accomuna tutti i personaggi è l’esagerazione, le peculiarità di ciascuno di loro sono portate all’estremo, tanto da renderli a volte persino buffi. Questo aspetto concorre a rendere la lettura nel complesso briosa, divertente ed estremamente gradevole.
I primi capitoli sono fondamentali per inquadrare ambientazione e contesto storico, condensando in maniera concisa una serie di informazioni arricchenti per il lettore.
“Il tulipano nero” non sarà la punta di diamante dell’intera opera di Dumas, ma è sicuramente un romanzo da leggere, per rispolverare o conoscere una parentesi storica importante ma poco trattata in letteratura. Ma anche per trascorrere qualche ora in piacevole compagnia di personaggi ingenui e ostinati come pochi, alle prese con situazioni al limite dell’improbabile. E tutto per colpa di un tulipano!
Ma nel contesto del romanzo un tulipano non è affatto roba da poco, tanto da spingere Boxtel a pensare che:
“Uccidere un uomo passi pure, ma uccidere un tulipano, quello è un crimine davvero troppo efferato agli occhi di un coltivatore appassionato!”
Buona lettura a chi vorrà imbarcarsi in questo viaggio alla volta dei Paesi Bassi, tra intrighi, malintesi, un costante rischio di finire sul patibolo e ore cariche speranza, nella paziente attesa che sboccino i petali color ebano dell’impossibile tulipano nero!
Arianna
L’autore de “Il tulipano nero”
Alexandre Dumas, (Villers-Cotterêts, 24 luglio 1802 – Neuville-lès-Dieppe, 5 dicembre 1870) è stato uno scrittore e drammaturgo francese.
Maestro del romanzo storico e del teatro romantico, ebbe un figlio omonimo, Alexandre Dumas, anch’egli scrittore. È famoso soprattutto per i capolavori Il conte di Montecristo e la trilogia dei moschettieri formata da I tre moschettieri, Vent’anni dopo e Il visconte di Bragelonne. Dai suoi libri sono stati tratti numerosi adattamenti cinematografici e televisivi. Le sue ceneri furono trasferite al Panthéon di Parigi il 30 novembre 2002.