“Penelope ama Ulisse perché lo sa coraggioso e pronto a ogni sfida; Ulisse ama Penelope perché sa che, qualsiasi cosa accada, lei sarà sempre là, radice e sostegno della sua vita errabonda”.
Come incipit dell’articolo di oggi per la rubrica Dasempre & Persempre, ho scelto il cuore dell’analisi che Paola Magi, in Il pianista che ascolta con le dita, fa a Penelope e Ulisse, i due personaggi chiave dell’Odissea di Omero.
E ho scelto di parlarne proprio oggi, in vista della Festa della mamma che si avvicina: quale esempio di devozione, amore e lealtà più di Penelope può rappresentare quello che le nostre mamme sono per noi?
Penelope si trova in una situazione molto pericolosa quando i suoi pretendenti iniziano ad invadere la sua casa, chiedendo e richiedendo la sua mano. I Proci abusano di quella sacra tradizione sociale che è l’ospitalità; e Penelope, in quel momento, non gode della protezione sociale e familiare che porrebbe fine a questi comportamenti. Suo figlio, Telemaco, non ha né la maturità né la forza per cacciare i pretendenti.
Ma lei riesce astutamente (degna moglie del marito) a gestire la situazione: finge di guidare ogni uomo al corteggiamento (con suggerimenti e anche promesse), senza però mai scegliere nessuno di loro, trattandoli talvolta anche in malo modo.
E la tradizione del telaio simboleggia proprio queste tattiche intelligenti della donna. Per tre anni, Penelope ha tessuto un sudario per l’eventuale funerale di suo suocero, Laerte, garantendo che avrebbe scelto un marito non appena il sudario sarebbe stato completato. Di giorno, Penelope lavorava assiduamente (come voleva dimostrare a tutti); di notte, disfaceva tutto il lavoro fatto durante il giorno.
Sebbene alcuni critici non condividano l’idea di Penelope come un esempio di fedeltà coniugale per l’assenza di entusiasmo in tutto ciò che fa sia prima che dopo il ritorno del marito Ulisse, non può certo negarsi che ella sia un personaggio serio e laborioso, una moglie e una madre devota.
Con Penelope, tutto lo Staff de La Bottega dei Libri rivolge i più sentiti auguri a tutte le mamme: quelle che già lo sono, quelle che lo saranno, quelle che sognano di diventarlo, quelle che ci sperano, quelle che quotidianamente pongono al primo posto le vite del proprio marito e dei figli.
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.