Passeggiando per Wuthering Heights…
Non sono qui oggi con l’intento di scrivere una recensione su uno dei capisaldi della letteratura inglese dell’800. Non so se potrei esserne in grado e avrei sempre l’impressione di stare sbagliando nel leggere ciò che una scrittrice misteriosa ed ermetica come Emily Brontë ha voluto comunicare al lettore. Ma in una rubrica sui Classici, come è “Dasempre & PerSempre“, non può mancare una riflessione dedicata a ‘Wuthering Heights’ (Cime Tempestose), romanzo da molti definito ‘gotico’, risalente all’epoca vittoriana, ma dalla quale se ne distanzia per diversi aspetti, come si vedrà.
Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1847, sotto lo pseudonimo Ellis Bell. Esso, invero, non fu molto apprezzato dalla critica contemporanea per la troppa violenza e brutalità che emergeva dalle sue pagine e per la caoticità con cui si avvicendavano i fatti narrati. Solo successivamente se ne compresero le qualità che l’hanno reso oggi un classico della letteratura di ogni tempo (e ne comprenderemo insieme il perché).
Il romanzo è stato trasposto in film più volte. La versione forse più nota è quella del 1939, sotto la regia di William Wyler; la più recente, invece, risale al 2011, regia di Andrea Arnold. Ma, non vogliatemene se affermo qui, con molta sicurezza, che un libro come Wuthering Heights non può che essere solo letto.
È leggendo, infatti, che si viene completamente travolti da quel vortice di forti emozioni che, soprattutto con violenza, investono i personaggi e il lettore. Credo che uno dei motivi per i quali Wuthering Heights sia divenuto un classico della letteratura sia proprio per il trasporto e l’angoscia che è in grado di suscitare in chi legge, anche se non alla sua prima lettura del romanzo.
Il romanzo
La narrazione inizia in medias res e due sono i narratori di questa storia:
- Lockwood, l’affittuario di Thrushcross Grange (una delle ambientazioni dell’opera), incuriosito dalla storia del misterioso e rude Heathcliff, che inizialmente racconta in prima persona l’esperienza vissuta visitando Wuthering Heights ed entrando in contatto con i suoi ‘strani’ abitanti, per poi vestire i panni di chi racconta ciò che a sua volta gli è stato raccontato;
- ed Ellen Dean (Nelly), che conosce direttamente i fatti per essere stata la domestica di entrambe le tenute in cui si sviluppano le vicende narrate. Ella non sempre riesce ad avere una visione oggettiva di quanto racconta, avendo simpatie una volta per un personaggio una volta per un altro; tuttavia, grazie a lei veniamo a conoscenza del prima e del dopo.
“Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste ed immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario”
La storia non racconta solo dell’amore sconvolto e sconvolgente tra Heathcliff e Catherine, ma intreccia anche altre tematiche, tra cui quella delle convenzioni sociali di quel tempo, che ad esempio spinsero gli Earnshaw a odiare “la piccola creatura dalla pelle scura e dai capelli neri, scura come se uscisse dall’Inferno”, portato a casa dopo un viaggio del capo di famiglia o Catherine ad un matrimonio di convenienza con un ragazzo di buona famiglia, ricco ed elegante, seppur cagionevole di salute.
O delle superstizioni, che costernano il romanzo fin dalle prime pagine: basti pensare a Lockwood, per il cui volere ha inizio il racconto della domestica Nelly sui fatti relativi agli abitanti di Wuthering Heights, che incontra di persona uno spirito che cerca di entrare in Wuthering Heights dopo venti anni di vagabondaggio per la brughiera; alle origini di Heathcliff , che restano oscure per tutto il romanzo; o, ancora, alla piccola Catherine, figlia di Catherine Earnshaw (ma poi Linton, ma forse Heathcliff), che legge libri di magia per vendicarsi di quei bruti di Wuthering Heights che la tengono rinchiusa in casa, costringendola ad un matrimonio non voluto; o alla credenza popolare sugli spiriti di Heathcliff e Catherine che, dopo la morte, finalmente si sono riuniti in quell’amore tanto amato e tanto odiato in vita; della natura, che fa da cornice ad ogni racconti sui personaggi narrati.
I luoghi in cui si sviluppa la storia sono Wuthering Heights, il casale dove i due protagonisti principali vivono insieme la loro adolescenza, Gimmerton, il villaggio vicino, e Thrushcross Grange, l’antipodo rispetto a Wuthering Heights sia per le condizioni meteorologiche non ‘tempestose’ che per gli abitanti della tenuta, dallo stile e dall’educazione ben diversa.
La particolarità di questi ambienti è che sono in parte reali e in parte frutto della fantasia di Emily. In ogni caso riflettono appieno gli stati d’animo dei personaggi, rendendo ancora più travolgente la lettura. È come se l’autrice ne invocasse continuamente l’aiuto per andare oltre ciò che le parole riescano a comunicare.
Heathcliff e Catherine
Gli stessi personaggi si definiscono ‘una stessa persona’ ed effettivamente è così.
Entrambi provano verso l’altro un amore profondo, passionale (nel senso di vortice di passioni, non facendosi mai riferimento ad un amore carnale, fisico); sono violenti in questo loro amore (basti pensare ai litigi estremi tra loro dopo il matrimonio di Catherine con Edgar Linton); entrambi si odiano e vogliono vendicarsi della sofferenza subita.
“io sono Heathcliff! Lui è sempre, sempre nella mia mente, non come un piacere, così come io non sono sempre un piacere per me, ma come il mio stesso essere”
Heathcliff nella seconda parte del romanzo, corrispondente più o meno al suo ritorno dopo tre anni da chissà dove a Wuthering Heights, vuole vendicarsi di Catherine che, durante la sua assenza, ha contratto nozze con l’acerrimo nemico; di Edgar che gli ha sottratto l’amore della sua vita; di Handly, il fratellastro che fin da bambino lo ha trattato male e dopo la morte del padre ancora di più.
E in tutti questi casi usa strumenti indiretti per la sua vendetta come sposare la sorella di Edgar per il solo scopo di arrecare a lui dolore, manipolare il figlio di Handly affinché provi verso suo padre un odio profondo almeno quanto profondo è stato ed è il suo. Ancora coverà odio quando la sua sete di vendetta avrà come destinatari suo figlio Linton e la piccola Cathy che, insieme a Hareton, saranno i personaggi centrali nella seconda parte della narrazione. Sembra come se la storia dei protagonisti si ripercuotesse sui loro discendenti, fino poi ad arrivare alla conclusione di tutto.
Di Catherine riesce a vendicarsi? Eh no. Voleva, ma anche dopo la sua morte, non farà che voler essere perseguitato da quello spirito che invece gli sfugge.
“Non io ho spezzato il tuo cuore, tu lo hai spezzato, e nel farlo hai spezzato il mio. Ma io purtroppo sono forte. Credi che voglia vivere? Che vita sarà la mia quando tu… Vivresti, tu, quando la tua anima è nella tomba?”
E così Catherine si vendica del suo Heathcliff, quel ragazzetto a cui era tanto legata da bambina, che ha amato e odiato da adulta, ma da cui non si è mai riuscita a separare, neanche da morta. Entrambi porteranno se stessi e l’altro alla distruzione, per poi ricongiungersi solo in qualità di spiriti, ponendo fine ad ogni desiderio di vendetta (come al lettore romantico piace pensare e forse Emily ci lascia intendere).
“ho già lo sguardo fisso al mio paradiso… non me ne separa più di un metro”
Il segreto del Classico
Emily Brontë riesce a rappresentare in un’opera, agevolata anche dalla sua tempra poetica, i diversi aspetti della natura umana, da quelli positivi a quelli negativi, da quelli razionali a quelli violenti, da quelli legati alla religiosità a quelli profani e miscredenti. Ogni aspetto si ritrova in capo a uno dei personaggi del romanzo; e ogni aspetto viene fatto vivere al lettore in prima persona.
No, non è la classica storia d’amore che colpisce i cuori di chi la legge! Wuthering Heights è una storia anche d’amore, che insieme a tutto il resto, entra viva nel petto del lettore, lasciandogli un’impronta così forte da venire rievocata anche a distanza di secoli. Un Classico che non può non trovare posto nelle nostre biblioteche!

Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.