
Romanzo contemporaneo
Edizioni Convalle
1 gennaio 2024
Cartaceo
220
Antonio trascorre una vecchiaia serena, convinto di non avere più aspettative o progetti da realizzare se non vivere giorno per giorno. Vedovo da diversi anni, ha costruito un legame forte e complice con Clara, la donna che da trent’anni si occupa della sua casa.
Nella sua pacifica quotidianità però, dopo l’acquisto di una clessidra, irrompono riflessioni malinconiche sul tempo che corre e sulla sua vita ormai agli sgoccioli. In una manciata di giorni l’uomo farà i conti con la vita che sembra correre più veloce e in questo interrogarsi scoprirà che i desideri sono duri a morire, corrono anche se le gambe rallentano e c’è bisogno di altro tempo per coltivarli. L’incontro con una giovane, Beatrice, darà inoltre vita a un insolito trio che si muoverà tra Rimini e Milano, deviando per le colline bolognesi, rincorrendo sogni e cerchi da chiudere.
Per Antonio, la consapevolezza che tutto sta per finire illumina di una luce diversa persino coloro che ha sempre avuto accanto e che non vedeva per ciò che potevano essere.
Le persone, i luoghi, i sentimenti, si proiettano allora in una dimensione differente, dove il tempo e lo spazio non rivestono più alcuna importanza, e si fondono e confondono nell’incontro miracoloso tra anime affini.
“Volevo solo avere più tempo” di Stefania Convalle, Edizioni Convalle, è un romanzo delicato e commovente.
La Bottega dei Libri partecipa al Blogtour con la tappa: Ambientazioni e Atmosfere.
Si può quantificare il tempo?
“Una clessidra senza tempo, come la vita, in fondo. Non sappiamo mica quanto sarà lunga la nostra, nasciamo con una clessidra senza tempo, ma il tempo c’è eccome, è segnato in un angolino nascosto”
Sono stata subito avvolta nella spirale del tempo che passa, inevitabilmente.
Antonio, il protagonista, ha un curioso hobby: collezionare clessidre. Per lui equivale a “comprare” tempo in più rispetto a quello che gli è concesso.
Un’atmosfera familiare avvolge le pagine del romanzo.
Delicati e divertenti sono i racconti e le confidenze che si scambiano Antonio e Clara, la “donna di casa”, o forse sarebbe più appropriato chiamarla il suo “Angelo Custode”, mentre il caffè nella moka sparge il suo aroma per la cucina.
“Comunque, ieri ho comprato una clessidra. Così fa coppia con quella che ho già”
“Un’altra cosa da spolverare! Va beh, e quindi? Che notizia sarebbe, questa?”
“Ho deciso di collezionare clessidre, così posso misurare il tempo che passa”
Ed ecco questa bella coppia, un po’ retrò, mentre passeggia a braccetto in una giornata di sole. L’aria frizzante del mare porta alla mente dei ricordi piacevoli ma, al tempo stesso, dolorosi.
“I ricordi a volte fanno male”
Attimi di silenzio e di commozione si insinuano nelle loro giornate, che vengono vivacizzate dall’incontro con una ragazza, Beatrice, conosciuta per caso. Vi è mai capitato di provare una simpatia immediata per qualcuno appena conosciuto? È quello che accade tra Antonio e Bea, accomunati dalla passione per le clessidre.
È un viaggio nel tempo, questo libro. Il tempo che scorre inesorabile con il suo passo cadenzato.
“Mi sono alzato e sono andato dove avevo posato le tre clessidre – quella dalla sabbia dorata, quella dalla sabbia tortora e quella piccola regalata da Beatrice – e ne ho presa una per poi tornare a sedermi al tavolo”.
“Che cosa fa, adesso?”
“Guardo il tempo che passa”
Il contrasto tra passato e presente, tra il tempo che fu e quello che deve ancora venire, aleggia nei pensieri, rimane sospeso tra le parole dei protagonisti, rendendo l’atmosfera surreale.
Ricordatevi che il tempo passa, senza il permesso di nessuno.
Il caldo estivo lascia il passo alla brezza dell’autunno. Antonio ci porta sulla sua terrazza, quando scende la sera, ad osservare la luna mentre fuma un sigaro cubano.
Ed è in quel momento, tra la fine di un giorno e la promessa del giorno nuovo, che l’anziano signore vede accadere qualcosa… ma se non fosse reale? Se si trattasse di una visione?
Questi momenti sospesi rendono ancora più suggestiva l’atmosfera del romanzo.
“Volevo solo avere più tempo” è una storia fatta di segnali, momenti inspiegabili che cambiano il corso degli eventi.
Suggestivi sono i racconti di Clara e Antonio sui bei tempi andati, quei periodi che sembravano così felici e spensierati.
Attraverso le loro parole, Stefania Convalle ci rivela aspetti mai confessati prima della loro vita.
“I ricordi scorrevano lungo la strada insieme alle ruote della spider, sortendo l’effetto di farmi sentire attaccato alla vita. Volevo ancora tempo, sentivo di avere tante cose da realizzare”
Antonio, in realtà, si volta indietro e va incontro al suo passato, verso quella parte di sé che era rimasta intrappolata tra le vecchie mura di un’antica dimora, quella della sua infanzia.
La seconda parte del libro è quella più emozionante. Nelle pagine scorrono sentimenti contrastanti: la malinconia di quello che è stato e la sensazione di qualcuno che fino a poco prima c’era ed ora non c’è più. Non ci sarà mai più.
“Avevo capito che le parole sono un ponte tra le persone, e che se non vengono pronunciate è come mettere delle mine che fanno saltare tutto per aria e poi è difficile riprendersi per mano” – Volevo solo avere più tempo
La tristezza, in fondo, viene sostituita dalla gioia di aver avuto l’occasione di condividere tanti bei momenti insieme a persone speciali.
Stefania ricorda a tutti che “le persone che abbiamo amato non se ne vanno mai davvero. Restano per sempre nei nostri occhi.”
E nel nostro cuore. Come il suo romanzo.

Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.