
romanzo rosa
Newton Compton
27 giugno 2023
cartaceo, ebook
384
Sul treno notturno che la porta verso Marrakesh, Vicky Baudin guarda assorta fuori dal finestrino. Ha lasciato la Francia con il cuore spezzato e spera che un viaggio sulle tracce del grande stilista Yves Saint Laurent possa farle ritrovare sé stessa.
Per quanto faccia fatica ad ammetterlo, però, è un'altra la ragione che l'ha spinta fin lì. Vuole rintracciare la donna che decenni prima abbandonò suo padre: la nonna che non ha mai conosciuto. Clemence Petier vive in una kasbah tra le montagne dell'Atlante, dove custodisce gelosamente i segreti del suo passato.
L'inaspettato arrivo di una nipote che neppure sapeva di avere è destinato a metterla di fronte a una nuova, difficile scelta: è disposta a rivelare la sua vera identità e ad affrontarne le conseguenze?
In un Marocco ipnotico e ammaliante, meta di artisti e rockstar provenienti da tutto il mondo, Vicky dovrà usare tutta la sua determinazione per ottenere le risposte che cerca. E Clemence potrebbe rivelarsi l'unica persona in grado di aiutarla, quando tutto sembrerà perduto.
Quando si parla dei personaggi femminili nei libri di Dinah Jefferies, mostro sacro della narrativa storica declinata spesso dal punto di vista femminile, bisogna, come si dice dalle mie parti, sciacquarsi la bocca, ripulirsi bene e cercare di non dire banalità.
Andiamo per gradi
“Un treno per Marrakesh” di Dinah Jefferies è la storia di un viaggio; fisico certo, perché la protagonista, Vicky Boudin, prende davvero un treno e dalla Francia si sposta in un Marocco non ancora post coloniale, con una fortissima influenza della Francia anni ’60 e quel frizzore apolide del dopo guerra. “Un treno per Marrakesh” è soprattutto un viaggio interiore, un percorso di formazione e di cambiamento della protagonista principale e dei personaggi che, con difficoltà definisco secondari.
Vicky la protagonista
Parte per Marrakesh confusa, con il desiderio esplicito di conoscere Yves Saint Laurent e quello implicito, e più impegnativo, di scoprire perché sua nonna Clemence abbia abbandonato il figlio alla nascita. Vicky arriva a casa della nonna da ragazzina, spaurita e confusa, pudica nelle domande che rivolge alla nonna.
Clemence la nonna
Così tanto abituata a tenere le emozioni fuori dal suo cuore che anche dimostrare affetto a quella piccola sconosciuta, con cui sente un legame fortissimo e per la quale nutre un affetto istintivo, le risulta impossibile.
Elise la via di mezzo
La madre di Vicky che, nonostante abbia assistito alla tremenda fucilazione del suo uomo, il padre di Vicky, è riuscita a rifarsi una vita, anche se non sa parlare di Victor, il suo unico grande amore, figlio di Clemence.
Tre donne, tre scalini di una stessa scala, tre percorsi di maturazione, ognuno verso i propri desideri nascosti. La costruzione delle tre donne è da manuale: così ben fatta, trattata con un tale rigore anche nella costruzione dell’arco di trasformazione, che verrebbe da dire a molte autrici improvvisate “aò, fanciulle, prendete nota!”.
L’arrivo di Vicky a Marrakesh dà il via al viaggio, la prima tappa nel cambiamento, il ritorno di vecchi personaggi che mettono a rischio la quiete e svelano segreti dal passato, una prova centrale, che per Vicky coincide con la perdita della cugina e la necessità di dover affrontare il rapporto con sua madre e il fiorire di sentimenti nuovi per Tom.
Una prova finale che dà il via al dispositivo di risoluzione in cui tutti i pezzi andranno al loro posto. I segreti saranno svelati, i pesi dalle spalle tolti e ci sarà la possibilità di ricominciare nuove e più appaganti esistenze.
Donne coraggiose
Donne coraggiose, che predominano del tutto sugli uomini, nella storia; che tramano, mantengono segreti e ordiscono tranelli, ma al contempo si prendono cura, nutrono sentimenti, alimentano amori silenziosi e rassegnati. Un susseguirsi di eventi e colpi di scena in cui gli uomini assumono talvolta le vesti di ‘cattivi’ degli antagonisti, mentre i personaggi femminili, pur nelle loro complesse sfaccettature, tendono a essere positivi.
“Un treno per Marrakesh” di Dinah Jefferies si legge come un quadro, con affreschi a colori vividi di un Marocco caldo e pieno di profumi, fiori, caftani e luce accecante. Non ho mai apprezzato molto la scrittura di Dinah Jefferies, troppo lineare, poco evocativa per i miei gusti. Eppure in questo libro non mi è dispiaciuta.
Efficace e diretta, con frasi semplici al limite della banalità, prive di parole ricercate o taglienti, ma chiare ed esplicative. Come chiare e dirette risultano le descrizioni delle tre donne, con sfaccettature, manie, caratteristiche perfettamente posizionate nel testo per dare maggior spessore alla trama, per essere utili alla narrazione.
Nel complesso, una lettura soddisfacente e delle donne la cui storia mi rimarrà nel cuore per molto tempo.

Recensore brioso e fuori dagli schemi. E’ la voce romana de ‘La bottega dei libri’. Preferisce leggere storici ma non disdegna libri di altro genere purché siano belli e scritti bene!