
Darkside
Thriller psicologico
Fazi Editore
7 aprile 2022
cartaceo, e-book
452
Da bambina, la misteriosa Evie Cormac è stata protagonista di un truce caso di cronaca: la polizia l’ha trovata nascosta in una stanza segreta dove, proprio sotto ai suoi occhi, si è consumato un terribile delitto.
Da quel giorno sono trascorsi anni, durante i quali si è sempre rifiutata di svelare la propria identità: non si sa quale sia il suo vero nome, la sua età, da dove provenga. Oggi vive in un istituto e rivendica l’indipendenza. Lo psicologo forense Cyrus Haven è chiamato a determinare se Evie sia pronta per vivere da sola nel mondo. Ma questa ragazza è diversa da tutte quelle che ha incontrato: affascinante e pericolosa, fragile e astuta, a Evie non sfugge mai quando qualcuno sta mentendo. E nessuno intorno a lei dice la verità. Nel frattempo, Cyrus viene chiamato a indagare sullo scioccante omicidio di una campionessa di pattinaggio sul ghiaccio, la quindicenne Jodie Sheehan.
Bella e popolare, Jodie è ritratta da tutti come la ragazza della porta accanto, ma durante le indagini comincia a emergere, un tassello alla volta, un’inquietante vita segreta. Cyrus è intrappolato tra i due casi: una ragazza che ha bisogno di essere salvata e un’altra che ha bisogno di giustizia. Quale sarà il prezzo da pagare per la verità?
“Il male nasce dall’assenza del bene, non è qualcosa di predestinato, scritto nel DNA, o determinato da genitori di merda, insegnanti negligenti o amicizie crudeli. Il male non è una condizione, è una ‘prerogativa’ e, a volte, questa ‘prerogativa’ definisce le persone” – Brava ragazza, cattiva ragazza
Il romanzo “Brava ragazza, cattiva ragazza”, piccola preziosa gemma del genere thriller, funziona come un perfetto meccanismo narrativo grazie alla trama ben congegnata. Qui si intrecciano più vicende dai tratti “dark”; ed emergono le figure dei due protagonisti le cui voci, alternandosi, sono il mezzo per svelare gli aspetti più nascosti dell’animo dei vari personaggi.
C’è, però, un altro elemento che, anche se in modo meno evidente, concorre alla perfetta strutturazione della storia; gli ambienti, i luoghi interni ed esterni, in cui i protagonisti si muovono, o dove, nel passato, si sono mossi.
L’ambientazione, nel romanzo di Michael Robotham, non è, infatti, solo una coordinata spazio-temporale che influenza in modo determinante il comportamento e il carattere dei personaggi; in realtà, funziona come una vera e propria eco che, pagina dopo pagina, risuona nella struttura della narrazione, delineando la parte più “oscura” e “nascosta” dell’animo di Evie, la ragazza senza passato, e Cyrus, lo psicologo segnato dal trauma vissuto da bambino.
Forse sarà un caso, ma salta subito all’occhio la particolarità del titolo, che richiama indirettamente la geografia della storia. La vicenda si svolge nelle Midlands orientali, più precisamente nel Nottinghamshire, tra alcune località minori e la città di Nottingham. È questa la contea che ha dato i natali alla leggendaria figura di Robin Hood, il fuorilegge che ruba per dare ai poveri, un prototipo della dicotomia bravo (in fondo toglie ai ricchi per dare ai meno fortunati) e cattivo (rimane pur sempre un bandito e un ladro). Ed è proprio su questa contrapposizione tra aspetti positivi e aspetti negativi che non solo si sviluppano i caratteri dei personaggi, ma vengono create le atmosfere in cui sono immersi gli ambienti, che diventano così quella cassa di risonanza che permette al lettore di entrare appieno nella storia.
Evie è una ragazza di cui non si conosce il vero nome né quanti anni abbia. È dotata, però, di una rara capacità, ossia saper cogliere nelle affermazioni delle persone quanto ci sia di vero e quanto no. Dagli assistenti che l’hanno in custodia è definita come asociale e pericolosa per sé e per gli altri a causa dei suoi comportamenti. Questi sono il frutto di un passato che presenta un unico dato certo: essere stata ritrovata dietro a una falsa parete in fondo a una cabina armadio in una camera da letto di una casa a Londra Nord, dove il cadavere di un balordo era ormai in stato di putrefazione.
“A pochi metri di distanza dal suo nascondiglio la polizia aveva ritrovato il corpo in decomposizione di un uomo torturato a morte, seduto in posizione eretta su una sedia. La ragazza aveva convissuto con il cadavere per mesi, uscendo di nascosto per rubare da mangiare e condividerlo con i due cani rinchiusi nel giardino” – Brava ragazza, cattiva ragazza
Evie è, dunque, un fantasma, senza una vera identità. Per un certo lasso di tempo, nessuno ha scoperto la sua esistenza dietro quella falsa parete, mentre lei si muoveva in quegli ambienti vuoti e silenziosi segnati dalla morte. Un fantasma che ora è alla disperata ricerca di un posto dove nascondersi per stare al sicuro, un luogo di protezione, che sia diverso da quella stanza segreta dove, afferma,
“Non c’è mai stata una volta in cui non mi sia sentita raggelare al rumore di passi davanti alla porta o avvertendo una presenza dall’altra parte di una parete”
E questo “rifugio” non è certo Langford Hall, l’istituto protetto per minori di Nottingham dove, dopo varie sistemazioni in case famiglia ed istituzioni varie, è “rinchiusa”. Per questo motivo Evie vuole affrancarsi da Langford Hall e dare una svolta alla propria vita. Lontano dalle serrature, dalle porte, dalle telecamere di sorveglianza e da quell’aspetto pulito e asettico che tanto rispecchia l’atteggiamento della comunità nei confronti di chi è “cattivo” e che va aiutato e riportato sulla retta via.
Al fine di stabilire se Evie sia in grado di affrontare la vita al di fuori di quelle mura, viene chiamato Cyrus. Costui è uno psicologo forense che allo stesso tempo collabora alle indagini della polizia sull’omicidio di Jodie Sheenan, indiscutibilmente una “brava” ragazza con un futuro di campionessa internazionale di pattinaggio sul ghiaccio.
Evie e Cyrus sono però entrambi vittime di traumi. Lo psicologo deve, infatti, fare i conti con una ferita dell’anima che sanguina ancora. Lo shock di aver scoperto il massacro della proprio famiglia per opera del fratello maggiore; un trauma che ha segnato la vita di Cyrus e che persiste nel suo costante stato d’animo, riflesso nella atmosfera della dimora avita, appartenuta ai nonni, e in cui abita, una casa segnata dall’incuria deltempo e dalla mancanza di cure.
Si tratta, infatti, di un edificio alto e stretto ai bordi di Wollaton Park. Una zona riproduttiva dei cervi dominata dalla omonima villa elisabettiana che sembra più un’ostentazione, più che un simbolo di magnificenza.
Cyrus vive, dunque, in una villa storica con sei camere da letto “che dà l’impressione di essere infestata dai fantasmi o nascondere una pazza in soffitta”. Le tavole di legno rovinato, i rubinetti che sputacchiano, l’antiquato impianto di riscaldamento che non funziona, i tubi che crepitano e tremano fanno da eco al dolore e al tormento dell’animo dello psicologo.
È in questa casa che Cyrus ospita Evie in attesa che lei raggiunga l’età adulta; ed è qui che, a differenza dell’istituto dove è stata rinchiusa, Evie riesce a comunicare qualcosa di sé e della sua esperienza passata. Proprio perché in questo ambiente così decadente e bisognoso di manutenzione riesce a sentirsi a proprio agio e, soprattutto, accettata.
In altre parole Cyrus ed Evie si ritrovano a condividere una casa; bisognosa di cure come bisognosa di cura è la loro psiche, una casa che però permette loro di rivelarsi per ciò che sono. A differenza di quanto avviene all’esterno dove la loro vita si svolge per lo più in ambienti asettici, impersonali, che tendono ad inquadrare l’animo in una sorta di normalità. Ma dove le ferite non possono rimarginarsi.
“Ora la casa è mia. La mia eredità. La mia follia. Il mio ultimo legame col passato.”
I luoghi della contea di Nottingham, infatti, rimangono sospesi in una sorta di ambiguità dove si percepisce che qualcosa di male può sempre accadere; non è un caso, infatti, che la strada vicino alla casa di Jodie venga chiamata la Via Nera. Un nome dato a causa della mancanza di lampioni ma che suona, allo stesso tempo, come un presagio.
In “Brava ragazza, cattiva ragazza”, neppure le case, illuminate e centro di vita famigliare sono dei nidi che assicurano protezione. Il male e l’inganno sono in agguato anche tra le mura che accolgono vite che all’apparenza sembrano normali; ma che in realtà nascondono segreti e devianze. È proprio dentro alle mura domestiche, dunque, più che in altri luoghi del romanzo, che si nascondono le risposte agli enigmi e ai misteri di un thriller che, magistralmente, riesce a evidenziare i chiaro-scuri delle pieghe dell’animo umano.