Thriller/Romanzo
self published
20 settembre 2018
ebook, cartaceo
138
Gioia ha quattro anni, è dolce, taciturna e sicuramente troppo piccola per ritrovarsi immersa nei continui litigi che coinvolgono i suoi genitori. Una calda mattina d’estate però la sua vita cambia: sua madre Sun scopre che il marito, Alessandro, un potente uomo d’affari, la tradisce, decide di lasciare la piccola in custodia a Sara, la sua migliore amica e partire alla volta dei Mondiali di Calcio del 2014. Sun è di origini asiatiche e si è trasferita a Milano inseguendo Alessandro, il suo unico amore e padre di sua figlia Gioia. Quando scopre il tradimento del marito decide di dedicarsi una pausa partendo per il Brasile. Questa sua scelta sarà l’inizio di un incubo che la porterà molto vicino a perdere due delle persone più importanti della sua vita e coinvolgerà Fabrizio un giovane e affascinante italiano che ancora non ha deciso cosa sarà del suo futuro.
Quando si parla di libri, di racconti, di romanzi che abbiamo letto, la prima domanda che ci viene posta è sempre: “… Ah, ti è piaciuto?” ed è una domanda semplice la cui risposta potrebbe essere altrettanto semplice: “Sì” oppure “No”. In realtà v’è tutto un mondo di altri quesiti che seguono sempre il primo: “Me lo consiglieresti? Cosa ti è piaciuto di più? Era scritto bene? Hai sentito feeling verso i personaggi?”…
E quindi ecco che in questo articolo vorrei parlare di cosa mi ha colpito di più di questo emozionantissimo romanzo/thriller creato dalle mani di Maura Radice e Cristiana Meneghin.
“Respira – mi dico. Respira Gigi, puoi farcela! – Mi dicono le voci nella mia testa. Ho paura di quelle voci, le sento da poco, a volte mi fanno compagnia e non mi fanno così paura, altre le temo fino a volerle strappare dalla testa. – Perché devo esserne spaventata? Io vorrei non sentirle; almeno questo è quello che dicono la mia mamma e i dottori. Sono in tanti i dottori, sono tutti in una stanza, indossano il camice bianco e mi parlano con calma, dicono che sono una bambina e quindi posso guarire. – Cosa vuol dire essere bambini? Io non mi sento più piccola, non lo sono più da quando ho incontrato l’uomo nero. L’uomo nero. – Respira Gigi, inspira. Aria!”
Gioia ha quattro anni. Immaginare una bimba così piccola che concepisce questi pensieri è stato impattante. Perchè subito ci si chiede il perché: che cosa è successo a questa dolce creatura per farla arrivare a stare così?… E siamo soltanto all’inizio del romanzo. Comprendiamo che Gioia esprime il suo disagio, entriamo nella sua vita familiare e grazie ai suoi pensieri, alle sue riflessioni, al suo racconto, ci mettiamo dal punto di vista di loro, delle piccole vittime degli errori dei grandi.
Tante volte la notte, quando ero piccola, prima di dormire ho desiderato che mio papà morisse, che finalmente ci lasciasse in pace, poi me ne sono vergognata tanto. So che una bambina buona non dovrebbe fare questi pensieri, che dovrebbe amare sua madre e suo padre, ma io così tante volte l’avevo odiato. Poi è arrivato l’uomo nero e mi ha punita, per cui io ora sono buona per forza, perchè con la punizione riparto da zero. “Mamma secondo te non sono una brava bambina?“ “Perchè mi fai questa domanda gioia?” Sun, mia mamma, mi guarda con quei profondi occhi scuri che si riempiono di tristezza, non ha mai avuto il coraggio di prendere nessuna decisione. Non ha scelto di vivere la sua vita, di essere felice. Non lo ha mai fatto, se non per me. – Gigi, respira! – Lei, tra me e lei ha scelto me. Il mio bene. – Ma qual è il mio bene? avere una famiglia? Io non l’ho mai desiderata, nè voluta. Io non ho mai desiderato un papà come quello che mi è stato dato e so che lei ancora si sente in colpa, ma la colpa non è certo sua nè tantomeno mia. Probabilmente è di mio padre o forse è solo della pazzia e delle voci che nelle menti fanno fare cose strane agli uomini.
La particolarità in questo racconto, secondo me, sta tutta qui, ed è cosa non da poco; in ogni storia vi sono personaggi, intrecci, evoluzioni di eventi ma… si parla quasi sempre di persone adulte, consce a livelli più o meno ampi delle loro scelte. Qui no, qui le scelte di adulti più o meno coerenti riversano conseguenze su una creatura innocente, che invece di pensare a cosa giocherà nelle prossime ore, con quale bambola, con quale amichetto, si ritrova a dover fare considerazioni sulla vita e sulla morte, sulla bontà delle persone e su cosa sia l’amore, sul significato dei comportamenti, le conseguenze dell’agire. Quest’aspetto mi ha colpito nel profondo, e a distanza di tempo rispetto a quando ho letto il romanzo e ne ho edito la recensione, mi ritrovo ancora a riflettere sui sentimenti di questa dolce bambina, immagino la situazione come se fosse reale (e le possibilità ci sono, perchè si affrontano temi assolutamente riscontrabili in molte realtà) e mi immedesimo nella sua visione della vita.
Leggo molto e, anche se sicuramente ci sono miliardi di libri su questo pianeta come ho avuto modo di riscontrare con una semplice ricerca su google, un punto di vista come questo non l’avevo mai trovato. E ha fatto nascere in me un amore viscerale per la nostra stupenda Gioia. Che tutt’ora ricordo come fosse una conoscente, che tutt’ora immagino volare verso Hong Kong per vivere una nuova vita, finalmente serena, finalmente senza più “mostri” a turbarle l’innocenza.
“È ora papà”, trovo la forza di sorridergli, “credo che questo sia il momento degli addii“.
Mentre io spero in un “arrivederci”, Gioia, spero di rileggere di te, che sei diventata splendida donna, forte e coraggiosa come tua madre.
LE AUTRICI
MAURA RADICE – CRISTIANA MENEGHIN
Maura e Cristiana si sono conosciute in “iCrewplay.com” e “La Bottega dei libri”; senza che nemmeno se ne rendessero conto si sono scelte prima ancora di incontrarsi. Nella loro vita hanno cambiato lavoro e colore ai capelli, studiato, fatto le madri e le mogli; hanno letto molto, recensito una mole straordinaria di libri, modificato i loro gusti letterari passando da Calvino alla Parker. C’è una cosa che da ora in poi resterà immutata: la forza della loro amicizia che le ha portate a scrivere “Eterno” il loro primo romanzo a quattro mani.
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BUONA FORTUNA A TUTTI!!!
Lettrice oserei dire compulsiva, attraverso i libri riesco a vivere miriadi di vite diverse! Passo volentieri da un thriller ad un romanzo, da un fantascientifico ad uno storico, da un distopico ad uno psicologico, scartando solamente il genere horror, che proprio non è indicato per il mio animo sensibile. Grazie ad un casuale incontro su Instagram, ho potuto avere l’onore di entrare nel gruppo de La bottega dei libri, attraverso cui sto realizzando un mio sogno di sempre: lavorare nel mondo dei book blogger.
Grazie è un’articolo STUPENDO!!