
Sport
66thand2nd
8 luglio 2021
Cartaceo
160
Zlatan Ibrahimović è stato molte cose.
Un talento unico ma impossibile da inserire in squadra, un alieno, un estraneo. E’ stato il giocatore che ovunque andava vinceva ma anche quello che non aveva vinto la Champions League e che non convinceva tutti. Ma proprio dopo il grande rifiuto di Guardiola, che lo ha espulso dal sistema del Barcellona in cui Ibrahimović aveva provato ad integrarsi, ha avuto inizio la seconda parte della sua carriera.
Quella in cui ha smesso di provare a piacere a tutti e ha cercato di essere sé stesso fino in fondo. A cominciare dalla notte in cui è apparso evidente che nessuno poteva fermarlo, quella del 12 novembre 2012 in cui è diventato l’unico giocatore a segnare quattro gol alla Nazionale inglese, davanti al pubblico che più lo aveva criticato. E uno di quei quattro gol, una rovesciata impossibile, è entrato nella storia del calcio come uno dei più difficili e belli. Con il primo trasferimento al Milan, passando poi per Parigi, Manchester e Los Angeles prima di tornare di nuovo in rossonero, lo Zlatan “maturo” ha ribaltato il piano prospettico ed è riuscito a compiere un’impresa che pareva impossibile: adattare la realtà al suo talento e alla sua fantasia.
L’AUTORE
Daniele Manusia è nato a Roma nel 1981. Ha fondato e dirige «l’Ultimo Uomo», rivista digitale dedicata allo sport e alla sua narrazione. Ha
pubblicato Cantona. Come è diventato leggenda (ADD, 2013) e Daniele De Rossi o dell’amore reciproco (66thand2nd, 2020).

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.