“Land Grabbing” di Stefano Liberti in uscita a Novembre 2023 per Minimum fax
Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo
Dopo la crisi finanziaria del 2007, la terra da coltivare (specie quella del Sud del mondo) è diventata un bene sempre più prezioso, oggetto di un frenetico «accaparramento» in cui sono impegnati sia i paesi, come quelli arabi, ricchi di liquidità ma privi di terre fertili, sia le multinazionali dell’agrobusiness –interessate a creare enormi piantagioni per la produzione di biocarburanti – sia una serie di società finanziarie, convinte che l’investimento in terre possa garantire guadagni sicuri. Il risultato è una moderna forma di colonialismo che rischia di alterare gli scenari internazionali (come hanno dimostrato già nel 2011 le rivolte scoppiate in Nordafrica anche in conseguenza dell’aumento dei prezzi delle derrate alimentari).
Torna in libreria, con una nuova prefazione dell’autore, il primo reportage al mondo sull’allarmante fenomeno del land grabbing. Viaggiando fra l’Etiopia e il Brasile, l’Arabia Saudita e la Tanzania, passando per la borsa di Chicago, la FAO e le convention finanziarie, Stefano Liberti fa luce su un fenomeno poco indagato ma di scottante attualità, svelandoci come i legami fra politica internazionale e mercato globale stiano cambiando il volto del mondo in cui viviamo.
Stefano Liberti – 1974 -pubblica da anni reportage di politica internazionale su diversi periodici italiani e stranieri. Ha scritto, tra gli altri, Il grande carrello (con Fabio Ciconte, Laterza 2019) e Terra bruciata (Rizzoli 2020). Per minimum fax – oltre a Land grabbing, tradotto in più di dieci paesi – ha scritto A sud di Lampedusa. Cinque anni di viaggi sulle rotte dei migranti, con cui ha vinto il Premio Indro Montanelli, e I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta, vincitore del Premio Parco Majella.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.