Narrativa
Giunti Editore
8 Maggio 2019
brossura
286
“Con la fronte corrugata e la bocca socchiusa, Ogata Shingo sembrava rincorrere qualche pensiero. O forse agli altri non dava l’impressione di uno che pensasse. Aveva un’aria quasi triste. Suo figlio Shuichi se n’era accorto, ma essendo abituato a vederlo in quel modo, non se ne preoccupò.”
Il suono della montagna di Kawabata Yasunari
“Il suono della montagna”, apparso nel 1949, è considerato con “Il paese delle nevi”, il maggior romanzo di Kawabata, Premio Nobel 1968 per la letteratura. Il personaggio centrale del libro è Shingo, uomo sensibile e inquieto, assorto nei sogni e nelle tristezze del passato, nei terrori e nelle premonizioni del presente. Di fronte alla decadenza inarrestabile della sua vita e della sua famiglia, Shingo si lega sempre più strettamente a Kikuko, la giovane e infelice moglie di suo figlio. I misteriosi segnali della natura, il “suono della montagna”, un riccio di castagna che cade, mentre vengono scambiate le coppe di sakè rituale, sono, nella vita di Shingo, un incitamento, come se si trovasse a un punto cruciale, se fosse giunto il tempo di decidere.”
Kawabata Yasunari, scrittore giapponese e premio Nobel per la letteratura nel 1968.
Studiò lettere a Tokyo e fu tra i principali promotori della Shinkankakuha («scuola delle nuove sensazioni»), movimento che si proponeva di cogliere la realtà attraverso l’immediatezza delle sensazioni. Dopo una serie di racconti brevi (una costante nella carriera di K.; poi raccolti negli ineffabili Racconti in un palmo di mano, 1924-63) e di saggi critici, che lo segnalarono per la sua posizione di avanguardia, pubblicò nel 1926 La danzatrice di Izu, seguito da altri capolavori come Il paese delle nevi (1937-48) e Mille gru (1949-51). Lo spirito di K., profondamente lirico e contemplativo, radicato nel buddhismo giapponese, si manifesta attraverso l’allusione, l’atmosfera rarefatta, lo stile limpido e ispirato e la costante evocazione della natura e di presenze femminili – l’adolescente danzatrice di Izu, la geisha Komako e la bellissima e misteriosa Yòko del Paese delle nevi –, figure insieme sublimi e dolorose, emblematiche della sua visione mistica. L’irruzione della civiltà americana in Giappone spinse K. alla ricerca dei valori tradizionali in Il suono della montagna (1949-54). Vennero poi La casa delle belle addormentate (1960-61), opera di leggiadro erotismo, e Koto (1961-62), che ha per protagonista l’antica capitale Kyoto. In seguito K. si dedicò prevalentemente alla saggistica e alla critica letteraria. Morì suicida.
Non amo darmi titoli ma ne ho conseguito uno: dottoressa. Il che implica che io abbia una laurea; una soltanto, anche se i miei interessi spaziano in un territorio vastissimo che definirei ” Al di là del deserto”, (citando il titolo di un libro di uno dei più grandi filosofi contemporanei, a mio avviso… s’intende!!). Potrei dirvi che SONO una dottoressa, ma non lo farò, perché ESSERE qualcosa o qualcuno significa chiudersi in uno spazio troppo piccolo e privo di possibilità. Somiglio ad una cellula staminale, sono totipotente e VIVA! “So essere anche“: Una leader eccellente, Moglie mai (se non per burocrazia), compagna di vita di Marco sempre, mamma, Amica, dottoressa, lettrice, studiosa, scienziata, ricercatrice, comica, autrice, artista, pessima bugiarda, Apple addicted, pasticciera, antropologa, curiosa, innovativa, testarda …. E questa descrizione ovviamente non mi soddisfa ma: La modificherò secondo le necessità.