
Classici
Rizzoli Editore
3 settembre 2019
Cartaceo
144
“Flatlandia, la Terra Piatta. Può uno scritto del 1884 essere più innovativo di Einstein e più moderno di Star Trek?”
AFlatlandia tutto ha due dimensioni: gli abitanti sono figure geometriche piane, l’alto e il basso non esistono, i tetti sono a nord e i pavimenti a sud. La società è organizzata in una rigida gerarchia che va dai Triangoli Isosceli alla perfezione dei Cerchi. Ci si riconosce “tastandosi”, o intuendo il numero dei lati dal modo in cui sfumano nel Nebbione. C’è stato una volta il colore, ma è stato bandito per riportare tutto all’ordine e alla regolarità. Impossibile immaginare l’esistenza di altri universi. Fino a quando il narratore, un Quadrato, incontra una Sfera che lo trasporta a Spacelandia, un mondo a tre dimensioni, fatto di solidi, di altezze e di profondità. Che possa dunque esistere anche un mondo a quattro dimensioni? Jeu d’esprit e satira sociale, allegoria pedagogica e racconto di fantascienza, Flatlandia è un classico senza tempo, che unisce in modo sorprendente matematica e letteratura, e ci spinge a guardare oltre le nostre “dimensioni” e i nostri confini, per mettere da parte i preconcetti e viaggiare lontano con l’immaginazione.
Edwin Abbott (Londra, 1838-1926) è stato uno scrittore, teologo e pedagogo britannico. Autore di opere teologiche, saggi letterari e manuali scolastici, con Flatlandia, pubblicato anonimo nel 1882, ha dimostrato il potenziale romanzesco della matematica, anticipando il genere del romanzo distopico novecentesco.

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.