Filosofia
Feltrinelli
28 maggio 2020
Cartaceo+Kindle
128
“Con gli strumenti teorici della psicoanalisi Massimo Recalcati attraversa con grande capacità di sintesi gli snodi fondamentali e i paradossi che caratterizzano la vita psichica degli individui”
Esiste ancora un lessico civile? Nel tempo in cui i confini si sono trasfigurati in muri, l’odio sembra distruggere ogni forma possibile di dialogo, la paura dello straniero domina, il fanatismo esalta fantasmi di purezza per cancellare l’esperienza della differenza e contaminazione, la libertà aspira a non avere più alcun limite, è ancora possibile pensare il senso dello stare insieme, della vita plurale della polis? Con gli strumenti teorici della psicoanalisi Massimo Recalcati attraversa con grande capacità di sintesi gli snodi fondamentali e i paradossi che caratterizzano la vita psichica degli individui, dei gruppi umani e delle istituzioni. In primo piano una divisione che attraversa ognuno di noi: difendere la propria vita dall’incontro con l’ignoto o aspirare alla libertà di questo incontro; vivere nel chiuso della propria identità o iscrivere la nostra vita in una relazione con l’Altro. Sono queste due tendenze che, con la stessa forza, definiscono la vita umana. In cinque brevi e potenti lezioni uno psicoanalista tra i più originali del nostro paese offre ai suoi lettori una nuova lettura del nostro stare insieme.
“Il mio cuore è il primo nome dello straniero.”
Massimo Recalcati Psicoanalista, vive e lavora a Milano. Animato dal desiderio di rendere possibile a tutti l’accesso all’analisi, fonda nel gennaio 2003 “Jonas Onlus: Centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi”, di cui è il presidente fino al 2007 e responsabile ad oggi della sede di Milano. Attualmente, è supervisore clinico presso la “Residenza Gruber” di Bologna, specializzata nel trattamento di DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) gravi.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.