
Narrativa
21lettere
27 maggio 2021
Cartaceo
176
Kazu, il protagonista del romanzo di Yu Miri, è un fantasma. Condannato a girovagare nel parco della Stazione Ueno e tormentare le vite dei viaggiatori e degli abitanti della megalopoli sfarzosa e scintillante.
21lettere porta in Italia Tokyo – Stazione Ueno, il romanzo della scrittrice giappo-coreana Yu Miri, vincitore negli Usa del prestigiosissimo premio Nationale Book Award per la letteratura straniera. Recensito entusiasticamente dal New York Times, dal Guardian e dal Washington Post. Tokyo – Stazione Ueno è una storia moderna e dissacrante in cui i dolori personali di un uomo sono il pretesto per una feroce critica sociale, al mito del progresso giapponese fondato più sulla cura meticolosa e cinica delle apparenze che su una reale e diffusa crescita. Una denuncia ancor più potente alla vigilia delle Olimpiadi che si terranno nel paese asiatico e che l’autrice indica come una delle cause che hanno ulteriormente aumentato disuguaglianze e discriminazioni in Giappone.
Kazu, il protagonista del romanzo di Yu Miri, è un fantasma. Condannato a girovagare nel parco della Stazione Ueno e tormentare le vite dei viaggiatori e degli abitanti della megalopoli sfarzosa e scintillante. Nello stesso parco Kazu ha vissuto da senzatetto gli ultimi anni della sua vita prima di essere sgomberato quando la città si è messa in tiro per la candidatura alle Olimpiadi del 2020. Una coincidenza curiosa, considerato che Kazu è arrivato a Tokyo nel 1963 per lavorare come operaio per l’ammodernamento della città proprio in vista delle Olimpiadi dell’anno successivo.
Un romanzo empatico e arrabbiato che nasce dalle decine di interviste che Yu Miri ha raccolto tra i senzatetto e gli indigenti del parco della stazione di Ueno. La storia personale dell’autrice, discriminata in patria per le sue origini coreane e nata da una famiglia poverissima, è il motivo che l’ha spinta – come dichiarato alla consegna del National Book Award – a non voltare lo sguardo dall’altro lato e dare voce al Giappone degli invisibili, soprattutto dopo il disastro di Fukushima del 2011. La povertà, l’emarginazione e la disuguaglianza sono però il sottotesto di una storia personale che racconta una condizione sempre più comune in Giappone. Una favola senza lieto fine che grazie all’abilità narrativa di Miri risulta sottile e leggera pur lasciando un enorme impatto emotivo.
Non c’è spazio per la retorica e i moralismi, la critica di Muri è cruda e reale e utile, soprattutto a noi occidentali, a scalfire l’immagine dell’utopia giapponese alla vigilia dei giochi olimpici e a riconsegnare un’immagine più veritiera e decisamente meno nobile. Un romanzo intimo ma anche sociale, un atto di accusa al capitalismo sfrenato giapponese e alla condizione degli emarginati nella metropoli moderna attraverso il punto di vista privilegiato di un uomo dimenticato dal mondo.
L’AUTRICE
Yū Miri nasce nel 1968 a Yokohama nella prefettura di Kanagawa in Giappone, risiede a Fukushima dove racconta in radio le storie dei sopravvissuti al disastro nucleare. Lascia gli studi giovanissima, dopo aver essere stata ripetutamente vittima di episodi di razzismo. Comincia l’attività di scrittrice componendo testi teatrali, e vince nel 1993 il Premio Kishida Kunio con Sakana no matsuri – La festa dei pesci. Si dedica poi ai saggi e poi alla scrittura di opere letterarie. I suoi lavori si concentrano sulla condizione di discriminazione degli ultimi e degli emarginati in Giappone. Con Full House vince il premio Izumi Kyoka e il premio Noma Bungei nel 1996, mentre con Scene di Famiglia da cui è stato recentemente tratto un film, vince il prestigioso premio Akutagawa nel 1997. Tokyo – Stazione Ueno è il quarto libro tradotto in italiano dopo Oro rapace e Scene di Famiglia del 2001, e il Paese dei suicidi del 2012. Con questo libro Yu Miri ha vinto negli Usa il prestigiosissimo National Book Award per la miglior opera straniera.
Attualmente è considerata una delle scrittrici di maggior successo in Giappone.

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.