Poesia
Garzanti
21 maggio 2020
Cartaceo
240
“Queste poesie – composte tra il 1953 e il 1966 – toccano alcuni degli aspetti tra i più personali, se non privati, dell’opera di Amelia Rosselli.”
I due grandi temi della raccolta, l’amore come desiderio e il rapporto con Dio, sono dominati da un’intima inquietudine e da un forte senso di estraneità. Estraneità che si riflette del resto anche nell’uso della lingua: un inglese tortuoso, e continuamente piegato all’andamento ritmico del dettato italiano. In questi versi, il senso di non appartenenza è tuttavia lontano da rassegnazione e compiacimento: rappresenta una condizione esistenziale e non definitiva, in cui trova espressione, con impressionante efficacia, l’identità complessa, multiforme e tormentata dell’autrice.
Amelia Rosselli (Parigi 1930 – Roma 1996), figlia dello storico e filosofo Carlo Rosselli e di madre inglese, è vissuta in Francia, Inghilterra e Stati Uniti prima di stabilirsi a Roma, dove è morta suicida. I suoi versi la collocano in primissimo piano nella ricerca letteraria contemporanea. La sua prosodia, fortemente innovativa, fa uso della parola affrancandola parzialmente dalla convenzione linguistica. Il suo linguaggio diventa così «pozzo della comunicazione», ingorgo di febbre e di sarcasmo doloroso nell’uso sapiente di un’altissima scrittura poetica.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.