giallo, fantasy
Sellerio
19 marzo 2020
cartaceo
128
Un romanzo breve che assume la forma del giallo e della favola, una storia dai tratti inquietanti e insieme delicata e raffinata, che cresce per svelarsi lentamente sino a un finale inaspettato.
Una ragazzina – anzi, «la ragazzina», come la chiama l’autrice senza darle un nome – viene trovata in mezzo a una strada con un secchio in mano, incapace di ricordare nulla riguardo al suo passato, ed è accolta in un orfanotrofio. L’istituto è ben organizzato, gli ospiti sono trattati con attenzione, e la ragazzina è appagata perché lei ambisce l’immutabilità, e desidera essere reclusa. Si rende invisibile rispetto agli altri bambini (ben più piccoli di lei che è alta e grossa), agli insegnanti e agli educatori, come chiusa in una bolla che non viene percepita come minacciosa e che forse non viene percepita affatto.
A scuola sbaglia volontariamente perché essere l’ultima è il posto più sicuro; la sua stupidità conferma l’intelligenza degli altri e non la fa sentire esclusa; perfino essere tormentata è accettabile perché è un ruolo che nessuno le contende. «L’unica cosa che la lega agli altri è la sua inferiorità».
Ma un giorno, accade qualcosa che per la prima volta la fa riconoscere dagli altri in quanto essere e persona. E questo, come forse sospettava la bambina che voleva fermare il tempo, è l’inizio della fine del suo segreto. Chi è la Ragazzina?
Storia della bambina che volle fermare il tempo può essere letto come la fiaba della vana immutabilità. Ma è ricco di riferimenti ai nodi psicologici più inesorabilmente costringenti, ambigui, inquietanti. E su di essi sembra che l’autrice, per mezzo del ritmo insistente della scrittura scabra, voglia attrarre l’attenzione dei suoi lettori.
Con questa novella, Jenny Erpenbeck si è presentata quale scrittrice tra le più interessanti del panorama europeo. I suoi libri (anche in contesti diversi, storici, d’attualità, non solo psicologici) raccontano il declinarsi dentro quotidiane vite individuali di temi drammatici, di grandi eventi sconvolgenti, che restano fatalmente invisibili a chi li vive.
Jenny Erpenbeck è nata a Berlino Est nel 1967 da padre di origini russe e madre polacca. Il suo esordio letterario, Storia della bambina che volle fermare il tempo (1999, Zandonai 2013) l’ha consacrata come astro nascente della letteratura tedesca contemporanea. Con E non è subito sera (2012) ha vinto il prestigioso Hans Fallada Prize. Con questa casa editrice ha pubblicato Voci del verbo andare (2016), finalista al Deutscher Buchpreis, tra i libri più venduti nella classifica dello «Spiegel», Premio Strega Europeo 2017, Libro d’Oro dell’anno – Premio Internazionale di letteratura Città di Como 2017, Di passaggio (2019) e Storia della bambina che volle fermare il tempo (2020).
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.