Narrativa Contemporanea
Mondadori
1 settembre 2020
Cartaceo
228
“Ispirato a drammatici fatti di cronaca”
Sa essere amara la vita in Senegal, se nasci in uno dei suoi tanti paesi spazzati da vento e povertà. Nonostante le difficoltà, però, Amadou è cresciuto circondato dall’affetto della sua famiglia, e ora, a quattordici anni, ha il cuore e la mente gonfi di sogni. Quello più grande riguarda il calcio, e per Amadou è naturale immaginarsi lontano, magari proprio in quell’Europa dove giocano i suoi idoli.
E così, quando due procuratori lo avvicinano alla fine di una partita fortunata, affermando che ha tutte le carte in regola per entrare nelle giovanili di una grande équipe francese, Amadou si convince che il suo desiderio stia per avverarsi. Vedono il riscatto a portata di mano anche mamma e papà, perché un figlio in Europa significa più possibilità economiche per tutti, e così nessuno mette in discussione la proposta ricevuta nemmeno quando i due procuratori chiedono soldi per avviare l’impresa. Amadou ancora non lo sa, ma ad attenderlo all’orizzonte c’è un’odissea in cui tanti suoi coetanei sono naufragati. Toccherà anche a lui la stessa sorte? La strada sembra segnata, ma non c’è ragazzo più forte di quello che non vuole dire addio ai propri sogni.
Ispirato a drammatici fatti di cronaca, il nuovo romanzo di Gigi Riva – autore del libro-rivelazione L’ultimo rigore di Faruk – è una storia di formazione picaresca e toccante, che racconta con vivida limpidezza una nuova, terribile forma di tratta degli schiavi.
Gigi Riva è nato a Nembro (Bergamo) nel 1959. Romanziere, sceneggiatore per il cinema, è oggi editorialista dell’”Espresso”, di cui è stato a lungo inviato in Medio-riente. Da inviato speciale del “Giorno” ha seguito tutte le guerre balcaniche degli anni Novanta. Il suo primo romanzo, L’ultimo rigore di Faruk (Sellerio, 2016), è diventato un piccolo cult.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.