Di Pino Cacucci “Dieguito e il centauro del nord” un romanzo edito Mondadori.
Siamo nel 1983, a Chihuahua. Adelita ascolta i racconti del nonno materno, il suo abuelo: li ascolta con la partecipazione incantata che è dei più piccoli quando stanno scoprendo il mondo, e insieme al mondo scopre anche un pezzo importante della sua storia. Quello di Adelita è un ascolto tanto più importante perché le informazioni che riceve a scuola sono opache e contraddittorie e hanno bisogno di una voce più trasparente, più vicina al cuore delle cose e degli eventi.
Parral, 1916. Pancho Villa è ferito, nascosto in una grotta nel deserto. L’abuelo, che allora è ancora il piccolo Dieguito, gli porta regolarmente il necessario per vivere, a rischio di essere catturato. Dieguito si muove lesto e attento. Sa tener testa ai gringos, e sa di avere una missione importantissima da compiere: assicurare a Villa, che i suoi uomini cercano di far credere morto, una nuova esistenza. Tante sono le domande di Adelita e tutte confluiscono in fondo in una sola: chi è Pancho Villa, anima di un Messico quasi dimenticato? L’abuelo racconta, e più racconta, più agita intorno alla figura del condottiero un sentore di leggenda e di speranza che tuttavia coincide con un ben più palpabile destino di giustizia sociale.
Adelita ha assimilato, è cresciuta ed è diventata una voce amata, nella tradizione di cantanti memorabili come la grandissima Chavela Vargas: quasi distillasse in sé le parole di Dieguito e la memoria del Messico rivoluzionario, canta davanti a un pubblico che la adora e, fra le altre, ripete una struggente canzone che, intrecciando passato e futuro, accende una nuova consapevolezza del presente: Tu li hai vissuti quei tempi e ora… dimmi, cosa resta?
Chi è Pino Cacucci
Pino Cacucci (Bologna, 1955) ha tracciato con la sua opera un percorso che ha toccato il libro di viaggio, il giallo, il romanzo storico e civile, il teatro, il fumetto. Fra i suoi titoli più celebri: Outland rock (1988); Puerto Escondido (1990), da cui Gabriele Salvatores ha tratto il film omonimo; la biografia di Tina Modotti Tina; San Isidro Futból, da cui Alessandro Cappelletti ha tratto il film Viva San Isidro (1991); La polvere del Messico (1992); Punti di fuga (1992); Forfora (1993) poi ampliato in Forfora e altre sventure (1997); In ogni caso nessun rimorso (1994); Demasiado corazón (1999, premio Giorgio Scerbanenco del Noir in Festival di Courmayeur); Ribelli! e Gracias México (2001); Mastruzzi indaga (2002); Oltretorrente (2003); Nahui (2005); Un po’ per amore, un po’ per
rabbia (2008); Le balene lo sanno. Viaggio nella California messicana (2009, premio Emilio Salgari 2010); ¡Viva la vida! (2010), Nessuno può portarti un fiore (2012, premio Chiara); Mahahual (2014), Quelli del San Patricio (2015); Mujeres (2018; con Stefano Delli Veneri per Feltrinelli Comics) e L’Elbano errante (2022).
Ha tradotto in Italia numerosi autori spagnoli e latinoamericani: tra questi Claudia Piñeiro, Enrique Vila-Matas, Ricardo Piglia, David Trueba, Gabriel Trujillo Muñoz, Manuel Rivas, Carmen Boullosa, Maruja Torres, Carlos Franz, Francisco Coloane.
Molti suoi romanzi sono stati e continuano a essere tradotti all’estero.

Leggo per diletto qualsiasi genere; è sempre stata una mia grande passione. Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!